Le parole positive espresse da tutti i componenti della Commissione parlamentare sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali al termine della nuova visita al Cova di Viggiano sono un’iniezione di fiducia per le comunità locali del comprensorio petrolifero a testimonianza che, con gli strumenti più idonei ed efficaci, è possibile tutelare la salute, l’ambiente e il territorio. E’ il commento dell’Associazione Bene Comune Viggiano affidato al presidente Vittorio Prinzi.
Noi abbiamo sempre sostenuto che la salute non è negoziabile, mentre su tutto il resto si può discutere e pertanto – dice Prinzi – verificare dalla Commissione che Eni, Regione ed Arpab sono sulla buona strada non può che farci piacere. Specie se come nel caso dell’Arpab si sta tentando di recuperare il tempo perduto attraverso un piano di lavoro e di assunzioni, sia pure con il ricorso ad un’agenzia interinale, con una spesa più che significativa (7,5 milioni di euro). Siamo pertanto in attesa che il cambiamento di rotta che il presidente della Commissione parlamentare Bratti dice di aver riscontrato si concretizzi in atti e provvedimenti innanzitutto perché le istituzioni recuperino quella credibilità che troppe vicende (anche giudiziarie) hanno messo in discussione. La strada – per l’Associazione – non può che essere quella della trasparenza del comportamento accompagnata da una separazione sempre più netta tra controllori (Regione-Arpab-Comuni-Ministeri interessati) e controllato (Eni). La confusione di ruoli che in passato, purtroppo, è oggettivamente avvenuta, non ha certo contribuito a risolvere le problematiche dell’impatto dell’attività del Cova sulla vita quotidiana dei cittadini, specie degli imprenditori agricoli e piccoli operatori economici. Se dunque le modifiche apportate all’impianto del Centro Olio di Viggiano sono ritenute idonee, soprattutto da parte dei periti della Procura di Potenza, non possiamo che tirare un sospiro di sollievo pensando ai lavoratori e alle loro famiglie oltre che al presente e futuro dell’economia valligiana. Pensiamo infine – afferma Prinzi – che il dialogo costruttivo tra Procura ed Eni auspicato dalla Commissione parlamentare debba diventare un metodo permanente, all’interno del principio non formale di trasparenza da praticare non solo ai tavoli in Regione, per un dialogo permanente tra Eni-Regioni e comunità della Val d’Agri”.Ovviamente – è scritto nella nota – il “tutto a posto” non è scontato…se non per l’ENI e la Regione che guardano soprattutto all’aspetto economico legato alle vicende COVA. Ci sono questioni ancora da risolvere: cosa succede per i reflui (che fine faranno, sarà possibile iniettarli nel pozzo di Costa Molina, dove saranno trasportati…) e quali risposte si potranno dare in maniera inequivocabile sul problema delle emissioni in atmosfera, sollecitate dagli ambientalisti (nell’ultimo incontro organizzato su salute e petrolio dall’Assoil School), a cui nessuno ha dato riscontro”.
Set 10