Sarà un autunno di incalzante iniziativa quello che vedrà impegnata Sanità Futura sul fronte “interno” per l’ l’adeguamento organizzativo dell’associazione delle strutture sanitarie private lucane e pugliesi a completamento della campagna “Non siamo un numero”,e per affrontare le questioni della specialistica ambulatoriale. Lo ha deciso l’Assemblea regionale di Sanità Futura che si è tenuta a Matera ieri.
I titolari delle strutture associate a Sanità Futura hanno proceduto all’approvazione di una modifica statutaria per consentire ai nuovi soci di avere una propria rappresentanza negli organismi dirigenti associativi, in coerenza con la battaglia per la trasparenza e il rispetto delle leggi, in nome di tutti, medici, operatori, cittadini e della salute pubblica.La storia di Sanità Futura – ha detto Michele Cataldi – è fatta di dialoghi, proposte e mediazioni sempre alla luce del sole, con il continuo tentativo da parte nostra di promuovere dibattiti pubblici sempre aperti a tutti.sono già oltre 15 anni che Sanità Futura svolge la propria attività sindacale rappresentando le strutture sanitarie private di Puglia e Basilicata che vi aderiscono e, di fatto, i pazienti che si rivolgono a tali strutture oltre le persone che vi lavorano.
La nostra attività è sempre stata caratterizzata da un unico comune denominatore: “trasparenza e legalità”. Ogni nostra azione, ogni nostra posizione è sempre stata fatta alla luce del sole e argomentata pubblicamente oltre che verbalizzata presso le istituzioni pubbliche.
Per questo i nostri utenti, i cittadini, giovani, donne, anziani che hanno condiviso la campagna saranno protagonisti della nuova fase di attività che ci aspetta e che sarà segnata da un rinnovato impegno per realizzare quell’autentico cambiamento nella sanità da sempre annunciato.
Che la sanità sia il tema centrale dell’autunno politico-istituzionale lo testimonia prima la conferenza stampa del Presidente Pittella e succesivamente l’incontro con i sindaci sul servizio eliambulanza oltre all’intesa sottoscritta in sede Conferenza Stato-Regioni sui nuoviLea (livelli essenziali di assistenza). Intanto non può essere archiviata la questione della mobilità attiva. Parliamo del “respingimento” di utenti extraregionali, in numero sempre più crescente affetti da patologie oncologiche, che si vorrebbe imporre alle strutture sanitarie private accreditate e che burocraticamente viene chiamato con il nome di “mobilità attiva”. Una questione dunque che – sottolinea Sanità Futura – ha implicazioni sulla cura e sulla prevenzione della salute di migliaia di cittadini, specie della Puglia e della Calabria, che scelgono strutture e centri specializzati di Matera o della provincia di Potenza (provenienti dalle aree limitrofe extraregionali) per sfuggire alle liste di attesa delle strutture della propria regione e che ha un peso importante per bilanciare la “mobilità passiva” vale a dire il ricorso di lucani a strutture e centri di altre regioni con un costo per la sanità lucana intorno ai 39 milioni di euro l’anno. La Regione Basilicata rischia di diventare l’unica Regione d’Italia ad autoimporsi un tetto di mobilità attiva con un danno economico di decine di milioni di euro.
E tra le priorità dell’autunno per Sanità Futura – ha detto Giuseppe Demarzio – c’è l’attuazione della delibera di Giunta sui tetti di spesa per le strutture sanitarie private accreditate, l’ennesima cartina al tornasole per verificare quanto è possibile ridurre il “solco” tra le posizioni della Quarta Commissione e quella del Dipartimento Salute, vale a dire tra un atteggiamento conservatore ed uno, invece, di profondo e reale cambiamento.
Di grande rilievo sociale, i problemi occupazionali che pesano sul comparto delle imprese (una sessantina, per oltre 600 dipendenti, cinque volte di più i livelli occupazionali della Clinica Luccioni a Potenza). Durante l’estate – conclude la nota – ci sono stati i primi segnali con provvedimenti di interruzione di contratti di lavoro e messa in mobilità.
Auspichiamo un sistema sanitario chiaro e con regole, diritti e doveri uguali per tutti. Lo auspichiamo, si, perché dasubito ci è stato evidente che in Basilicata non è così, ed è per questo che ci chiamiamo Sanità Futura.
È in questo quadro che bisogna leggere la vicenda assurda egattopardesca a cui stiamo assistendo da ormai oltre un anno e che in questi giorni sta venendo inesorabilmente al pettine portando alla morte di alcune strutture sanitarie di eccellenza che, al contrario di quanto qualcuno vuole fare credere, in realtà portano risorse umane e finanziarie alla regione Basilicata.
L’insostenibilità della questione è talmente evidente ed imbarazzante che la politica se ne è accorta, ha fatto emergere dalle nebbie burocratiche i numeri e gli atti celati, le contraddizioni e le disuguaglianze, ha finalmente aperto le stanze chiuse e ne ha preso coscienza pubblicamente.
La politica, inaspettatamente, ha voluto capire, si è resa disponibile all’ascolto, ha promosso incontri e riunioni con tutte le parti sociali, come non si vedeva più da anni.
Questo grazie anche alla nostra attività informativa e di trasparenza: abbiamo chiesto incontri a tutti i consiglieri di tutte leforze politiche, partecipato sempre a tutte le occasioni di confronto, abbiamo chiesto di registrare ogni incontro avvenuto con il Dipartimento Salute.
Che cosa vogliamo noi di Sanità Futura?
Il sistema va riformato e non per finta, le risorse finanziarie pubbliche non devono essere elargite alle strutture, servono invece per pagare le cure ai cittadini, è cosa ben diversa.
Le strutture sono un mezzo, si spera efficiente, per produrre leprestazioni di salute, non possono essere proprietarie dei budget.
Ai cittadini non deve essere concessa la carità delle cure ma il diritto alla cura! Il diritto alla libera scelta!
Sono queste le ragioni di fondo che abbiamo sottoposto con un duro e continuativo lavoro al Presidente della Regione e all’Assessore alla salute, ai consiglieri regionali, ai Sindaci dei nostri Comuni, ai consiglieri comunali e a tutti coloro con cui abbiamo potuto parlare.