Pio Abiusi di Ambiente e Legalità in una noto affronta le questioni legate al piano regionale dei trasporti, che sta per essere approvato dalla Regione Basilicata. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
80 anni non sono passati invano ed oggi Carlo Levi sarebbe arrivato in Basilicata non già con la vaporiera ma con il Frecciarossa, la fermata sarebbe stata poco più a valle di Grassano, a Ferrandina, dove avrebbe avuto modo di osservare un consistente parco autobus che dai comuni delle aree interne si dirige verso l’Anic e tra questi autobus i più numerosi sono quelli che giungono da Grottole. Da attento e fine osservatore, Carlo Levi, avrebbe chiesto il perché e gli sarebbe stato spiegato che oltre 30 anni fa vi era fabbrica molto importante che insediata a Pisticci occupava diverse migliaia di addetti ed era, appunto, l’ANIC. Per il trasporto su gomma il tempo si è fermato. Contemporaneamente all’arrivo di Carlo dal Levi in Lucania, Bari-Palese partì come aeroporto militare poi….è decollato ma la notizia in Basilicata non è arrivata e collegamenti decenti con l’aerostazione non esistono. La Regione Basilicata con una delibera del 2013 provvide a rimodulare il Trasporto Pubblico Locale sulla base delle modificate esigenze, si intendeva razionalizzare riducendo i servizi a più bassa utenza e stabilizzando potenziandoli quelli che hanno una maggiore frequenza dovuta ad una evoluzione del contesto regionale e provinciale Per dirla in parole povere se su una tratta vi è l’autobus con tanto di autista ma non vi sono passeggeri quella tratta si sarebbe dovuta sopprimere,ebbene, tutto è rimasto sulla carta e le Provincie, specie quella di Matera, non hanno provveduto a dare attuazione e la qualificazione del servizio su gomma è rimasto inattuato. Un altro aspetto che va razionalizzato è il costo del consorzio, leggasi Cotrab. Di sicuro il socio Conad, quello che vediamo in televisione, non paga al suo consorzio il 30% per avere un servizio che è fatto di approvvigionamento dei prodotti , di pubblicità e quanto altro serve per ben figurare sul mercato. Il nostro Cotrab, invece, non ha realizzato la bigliettazione unica, l’attivazione delle aree di scambio e vessa i soci per offrire servizi inesistenti specie adesso che ha finito di spremere i cittadini potentini e su quei conti pagati a piè di lista indaga la Corte dei Conti..
I tempi in cui al consigliere Mollica che poneva una domanda semplice: “come mai paghiamo 3,70 euro a chilometro per un trasporto su gomma a Fal mentre per la stessa percorrenza pagheremmo 1,40 euro se il servizio fosse affidato a Co.Tra.b.? ed ottenne una risposta suggestiva sono finiti! Il dirigente preposto al ramo tramite l’assessore Mancusi rispose che :risultava essere improponibile distinguere i servizi ferroviari da quelli automobilistici esercitati dalle Fal; egli non sapeva che il trenino corre sui binari e l’autobus utilizza le strade.
A pagare sono sempre i cittadini-contribuenti ed ogni pretesto è buono per spremerli.
Riuscire a spiegare l’infelice affermazione del dirigente non più in forza alla Regione e forse in forza altrove… è difficile. I pneumatici si comperano sul mercato ed acquistare qualche treno in più di gomme dà diritto a congrui sconti, la stessa cosa dicasi per l’acquisto del carburante e per la manutenzione del mezzo che può esser fatta con minori costi quando a concorrere è l’economia di scala. Gli autobus delle Fal sono stati acquistati, inoltre, in buona parte dalla Regione e che li ha dati in comodato d’uso alle Fal. Ciò detto, quale è il motivo per cui i servizi automobilistici delle Fal li dobbiamo pagare circa il triplo rispetto a quelli offerti dal TPL? L’arcano è presto svelato. Gli autisti delle Fal escono tutti dalla scuola di Maranello e sono tutti piloti di formula uno che non hanno avuto in dotazione la loro monoposto e si sono dovuti accontentare degli autobus.
E’ noto infatti che la loro remunerazione è seconda solo a quella dei commessi della Camera. In un momento critico in cui versa il Paese non c’è più spazio per difendere le corporazioni ed i sindacati dovrebbero trarne insegnamento altrimenti saranno sottoposti ad una ulteriore cura dimagrante di iscritti perché i cittadini-contribuenti ce le hanno rotte, parlando senza mezzi termini. La dovuta omologazione dei costi significa avere a disposizione 5 milioni di euro l’anno per nuovi servizi di cui la collettività può godere e non sono pochi.
Set 12