Il disegno di legge sul “Riordino del Sistema sanitario regionale di Basilicata”tema di discussione in quarta Commissione consiliare (Politica sociale) riunitasi questa mattina in seduta straordinaria con la presidenza del consigliere Bradascio (Pp).
Quattro le audizioni previste a seguito di specifica richiesta: il segretario regionale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg), Antonio Santangelo; il rappresentante del Comitato “Ospedaledipolicorononsitocca”, Francesco Labriola; il rappresentante del Comitato “Pro-Ospedale di Pescopagano”, Crescenzo Schettini; il presidente ed il segretario del Comitato “Pro-Ospedale per Acuti del Lagonegrese”, Pietro Mango e Giuseppe Di Novi. Hanno avuto luogo solo le ultime due audizioni, mentre si è registrata l’assenza dei rappresentanti della Fimmg e del Comitato per l’Ospedale di Policoro. Il presidente Bradascio, nell’intervenire in merito, non ha lesinato “una nota di biasimo per gli assenti che hanno dimostrato poco rispetto nei confronti dell’intera Commissione, pur avendo chiesto di essere ascoltati e del Presidente della stessa” ed ha, viceversa, espresso “il plauso ai presenti evidentemente attenti, pronti e puntuali su di una problematica di interesse prioritario e fondamentale per la nostra regione”.
Bradascio ha, altresì, ricordato, che la riunione odierna anticipa la seduta che vedrà l’assessore alle “Politiche della Persona”, Flavia Franconi, e i Direttori generali illustrare le linee attuative della riforma del sistema sanitario della Basilicata. “Dopo tale audizione – ha spiegato il presidente della Commissione – si procederà al dibattito complessivo sul disegno di legge, sulle modalità di applicazione e sui tanti risvolti, con la presenza delle varie associazioni e comitati interessati alla problematica”.
Il sindaco di Pescopagano, Crescenzo Schettini, in rappresentanza del Comitato “Pro-Ospedale di Pescopagano” ha presentato ai commissari, oltre ad un documento redatto dai componenti il Comitato stesso, l’insieme delle delibere fornite dai Sindaci dei Comuni dell’area i cui cittadini usufruiscono dei servizi del presidio ospedaliero di Pescopagano, chiedendone ufficialmente la continuità operativa sul territorio. “Il disegno di legge della Giunta regionale n. 108 del 2016 ‘Riordino del Sistema sanitario regionale di Basilicata’ – si legge nel documento – non trova condivisione da parte dell’Amministrazione comunale di Pescopagano, da parte del Comitato Pro Ospedale, appositamente costituitosi, da parte della popolazione tutta, da parte delle popolazioni di tutto il territorio circostante, come peraltro dimostrato dalle allegate deliberazioni dei Consigli Comunali. La non condivisionesi fonda su alcune considerazioni normative e di merito ed è in ossequio alle disposizioni normative – esplicita il documento – che il presidio ospedaliero di Pescopagano ha potuto continuare ad assicurare l’attività ospedaliera anche per acuti ed in virtù dell’adozione del progetto per la realizzazione del ‘Centro Riabilitativo ad Alta Specializzazione’ approvato e finanziato dalla Regione Basilicata”.
“La proposta contenuta nel disegno di legge 108/2016 – è sottolineato nel documento – sovverte le azioni sinora poste in essere, mettendo in discussione la sostenibilità dell’impianto progettuale. Lo scorporo del presidio ospedaliero di Pescopagano dall’Azienda ospedaliera e l’attribuzione all’Azienda territoriale contrasta con le previsioni contenute nelle linee guida regionali per le attività di riabilitazione ed in coerenza con quelle nazionali approvate dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, laddove si prescrive che le unità per le gravi cerebrolesioni acquisite e per i traumi cranio-encefalici sono collocate in presidi ospedalieri sedi di DEA di II° livello, in ragione della opportunità di assicurare un’area sub-intensiva ad alta valenza di recupero, nonché un contatto quotidiano del paziente con i suoi familiari. Alla luce di tali presupposti logico-normativi ed etici – aggiunge il documento – non può condividersi la proposta di scorporo del presidio di Pescopagano dall’Azienda ospedaliera che è sede del DEA di II° livello, pena la non realizzazione del progetto. Il presidio, sin dalla sua attivazione, ha costituito un riferimento certo per i cittadini che ad esso si sono rivolti, svolgendo un ruolo di servizio tanto per il territorio della Basilicata tutta, quanto anche per le regioni contermini, determinando risultati di efficienza ed efficacia, sia sul piano qualitativo che su quello quantitativo. Il mantenimento dell’attuale configurazione del presidio – conclude il documento – rientra, quindi, nell’interesse generale del territoriogiacchè assicura risposta adeguata ai bisogni delle popolazioni servite per prestazioni che, pur rientrando nell’acuzia, sono distinte da quelle dell’emergenza”.
Nel corso del breve dibattito, il consigliere Lacorazza (Pd) ha chiesto di “acquisire tutti gli atti riguardanti i progetti di investimento e relative conferenze di servizi riguardanti l’ospedale di Pescopagano. Acquisire gli atti – ha detto – per mettere in asse il Riordino e fare luce sulle voci di investimento, vedendo in che modo vanno ad incrociarsi con il ddl”. Per il consigliere Romaniello (Gm) che ha preso atto della mancata presenza a Pescopagano del presidente Pittella “occorre riprendere gli argomenti del dibattito tenutosi all’atto dell’incorporazione nel San Carlo ed è opportuno stabilire le responsabilità delle scelte operate che sono di natura politica”. Il consigliere Pace (Gm) vede nel presidio di Pescopagano “una struttura che favorisce l’immigrazione sanitaria e si chiede quale prospettiva abbia alla luce del Riordino”. Il consigliere Perrino (M5s) vede la questione “in un’ottica più complessiva che scaturisce direttamente dalla riforma nazionale che comporta sul territorio una serie di compromessi. Il tema da affrontare prioritariamente – dice – riguarda i numeri relativi ai bacini di utenza che non vanno relegati ai confini regionali. Il riordino deve essere rivisto, dunque, a livello nazionale, facendo sistema e razionalizzando il passaggio dei cittadini da una regione all’altra”.
La Commissione ha, quindi, audito il presidente del Comitato “Pro-Ospedale per Acuti del Lagonegrese”, Pietro Mango, accompagnato dal segretario del Comitato, Giuseppe Di Novi e dalla componente l’organismo, Maria Giuseppina Flora.
Mango ha presentato insieme con il documento redatto dal Comitato, copia del verbale dell’incontro avuto dal presidente Pittella, dall’assessore Franconi, dai Dirigenti generali dei Dipartimenti Presidenza e Sanità, dal Direttore generale dell’Asp e dal Responsabile unico del procedimento, con l’Unione dei Sindaci del Lagonegrese, le Organizzazioni sindacali di categoria e i Comitati di zona Pro-Ospedale Unico, in data 22 marzo 2016. In quell’occasione vi fu l’assunzione, da parte del governatore, dell’impegno “di affrontare l’emergenza in tempi brevi, recuperando ulteriori risorse aggiuntive rispetto a quelle destinate alla realizzazione del nuovo Ospedale Unico”.
Il Presidente del Comitato “Pro-Ospedale per Acuti del Lagonegrese” ha fatto subito riferimento alla forte preoccupazione che con le scelte programmate con il Riordino sanitario, la realizzazione dell’Ospedale Unico non avvenga, nonostante la giacenza in bilancio di oltre 50 milioni di euro. “Per quanto riguarda le implicazioni del varando Piano di Riordino sanitario regionale – si legge nel documento – esprimiamo il nostro parere contrario per una serie di motivi: l’introduzione del concetto di gerarchia che riteniamo contrario all’autonomia ed alla crescita dell’Ospedale di Lagonegro, l’Ospedale Unico del Lagonegrese è strategico nell’assetto regionale,la gestione della rete ospedaliera del Lagonegrese non può essere subordinata all’Azienda ospedaliera del San Carlo poiché indebolirebbe tutto l’assetto sanitario in termini di programmazione e di gestione. Non condividiamo – aggiunge il documento – il sistema di trattamento dell’utenza che verrebbe utilizzata non secondo le esigenze proprie, ma secondo quelle dell’organizzazione sanitaria, ossia sospensione delle attività notturne e trasporto dei casi urgenti in eliambulanza al San Carlo e compensazioni di sostegno per il rispetto dei parametri di legge, tutt’ora non rispettati sull’intera regione in termini di popolazione”.
Secondo il Comitato “con il disegno di legge si alimentano e rinvigoriscono quelle scelte che vedono lo smembramento della regione nella geografia italiana, anche per questo ci si è rivolti al massimo istituto della democrazia e della programmazione regionale che è il Consiglio regionale”.
Per il consigliere Lacorazza “fondamentale è il rapporto tra pianificazione e investimenti strutturali con la massima coerenza tra contenitori e contenuti. Importante, inoltre, calcolare il livello di rischio delle nostre strutture, valutare attentamente la sicurezza dei nostri ospedali, tenendo ben presente l’ultimo sisma nel Centro Italia. In un Paese dove il debito pubblico cresce, il gap tra Nord e Sud cresce, così come le differenze tra città e aree interne, le scelte dei cittadini devono prevalere su quelle dell’apparato. Modelli differenziati – ha sottolineato – per le aree interne”. Il consigliere Romaniello ha appreso dai rappresentanti il Comitato che dall’incontro con Pittella ad oggi “nulla è accaduto”, mentre per il consigliere Polese (Pd) “è indispensabile avere contezza di tutti gli atti formalizzati e approvati in merito all’Ospedale Unico”.
In conclusione dei lavori il presidente Bradascio ha parlato “di un nuovo modo di fare medicina, avendo come obiettivo il Piano nazionale della Cronicità e chiarendo strade da perseguire e sviluppi da raggiungere. Gli obblighi legislativi costringono a prendere decisioni che comunque non possono esulare dai bisogni della gente. Un nuovo modo di fare medicina – ha sottolineato Bradascio – combattendo una burocrazia che non fa sconti e in assenza di condizioni e uomini per le grandi riforme. L’integrazione dell’assistenza primaria con la continuità assistenziale modulata sulla base dello stadio evolutivo della malattia: queste le finalità da raggiungere con il potenziamento delle cure domiciliari e la ferma attenzione ai bisogni globali dei pazienti. Il tutto da inglobare in un Piano di Riordino del Sistema sanitario regionale che deve comportare, al di là di ogni rigore economico, il benessere del paziente attraverso un sistema che si ponga in modo integrato e proattivo e che sappia anche valutarsi, correggendo eventuali errori di percorso”.
Hanno preso parte ai lavori della Commissione, oltre al presidente Luigi Bradascio (Pp), i consiglieri Carmine Miranda Castelgrande, Piero Lacorazza, Achille Spada, Mario Polese (Pd), Giannino Romaniello, Aurelio Pace (Gm), Gianni Rosa (Lb-Fdi), Giovanni Perrino (M5s).