L’impiego di manodopera estera che “scavalca” quella locale e lucana in generale per i lavori del Centro Olio Total a Corleto è una questione che sta tornando di attualità in questi giorni, una questione che il Csail ha da sempre sollevato con una proposta chiara e semplice: affidare ai Centri per l’Impiego specie quelli comprensoriali con sede a Villa d’Agri e Laurenzana, rafforzati di organici e mezzi, ogni compito di assunzione a tempo determinato e indeterminato per la Total come per ogni impresa appaltatrice e subappaltatrice. Lo afferma una nota del Csail a firma del portavoce Filippo Massaro per il quale nel Sauro si ripete la stessa situazione che abbiamo registrato e contestato, con ogni mezzo, in Val d’Agri con l’arrivo di operai siciliani ma anche di Paesi dell’Est Europa ed extracomunitari. Troppo facile adesso per la Total – si aggiunge nella nota – scaricare responsabilità su un’impresa subappaltatrice perché è evidente che nelle procedure di appalto non ci sono norme stringenti in materia di impiego della manodopera locale. Il Csail – dice ancora Massaro – si sottrae al “teatrino” della protesta verbale che vede sindacati, amministratori locali e magari regionali prendere posizione salvo poi a non far nulla di concreto per scongiurare la discriminazione e la penalizzazione della manodopera locale. Perché di questo si tratta: nessuno pensa di introdurre barriere a lavoratori stranieri o magari extracomunitari ma è intollerabile che i lucani siano messi da parte, nonostante qualifiche professionali e specializzazioni ed esperienze specifiche. Tra l’altro con un doppio danno economico perché i lavoratori e i giovani sono stati formati con corsi pagati dalla Regione (con fondi Fse). Come è intollerabile che un centinaio di operai locali (e comunque italiani) ad oggi non sanno se i loro contratti in scadenza a fine mese saranno prorogati mentre ,vergognosamente , arrivano a rimpiazzarli operai bulgari, polacchi, ungheresi e lituani. Anche in questo caso la responsabilità della Total c’è tutta perché si deve necessariamente vigilare sulla pratica dei subappalti in troppi casi praticati a prezzi di ribasso che si ripercuotono sui salari della manodopera. E in questo organi di controllo ed istituzionali latitano se è vero che almeno un quarto della forza lavoro impegnata per Tempa Rossa proviene dall’Est Europa. Il Csail pertanto lancerà una campagna di mobilitazione con lo slogan “petrolio: da danno a lavoro”.
Set 14