L’onorevole materano Vincenzo Viti, Consigliere Svimez, commenta le ultime dichiarazioni del Governatore Emiliano che riguardano anche la governance di Matera 2019 e la riforma delle macroregioni che dovrebbe prevedere l’annessione del territorio materano alla Puglia. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
“Le dichiarazioni di Emiliano intorno al destino della Basilicata sembrano evocare suggestioni “versagliesi”.Dalla Reggia vengono parole solenni e definitive, si dispongono gratificazioni e accoglienza per le realta’ satelliti, specie se si presumono Capitali Europee e si serrano i confini amministrativi del Regno perche’ non fuggano I buoi.
Sembra il sogno di una notte di mezza estate recitato in un tempo nebuloso e precario da un attore scespiriano ( provvidenzialmente dotato di essenza e sostanza). Mentre e’ solo l’inizio di un viaggio paradossale nei territori del nulla, nel laboratorio dello scienziato pazzo,una recitazione a soggetto che rivela approssimazione e, va riconosciuto,geniale provocazione. Alla quale, come ovunque accade, seguono le temerarie levate di scudi,le difese farlocche dei territori insidiati,le eroiche impennate di chi e’ abituato a elevare trincee retoriche quando non progetta incursioni nei territori di confine con finalita’ eversive e barricadiere.
E’ una commedia di periferie che macerano ambizioni napoleoniche e furbizie levantine e che esigono il piu’ rapido rientro nei territori della ragion pratica (kantiananente,della politica).
Mi limitero’ a citare alcuni capisaldi orientati a favorire il recupero della Ragione.
– La proposta del Presidente della Puglia nasce dalle viscere di un disegno che intende replicare alle difficolta’ di una regione che si ritiene possa ritrovare una prospettiva allargando il raggio delle sue ambizioni prima di (e invece che) approfondire I motivi di sofferenza interna e di insorgenze territoriali verso un difetto di visione strategica e di effettiva unita’ che appare connotare l’azione dell’Intendenza regionale.
– va aggiunto che provocazioni siffatte, che rispondono anche a urgenze di visibilita’ nello scacchiere politico e istituzionale,trovano nelle debolezze altrui un incentivo ed una opportunita’.
– la Basilicata sta dal suo canto ridefinendo una strategia che fissi ruolo,identita’ (cioe’ significato)e attitudine a servire le ragioni generali del Mezzogiorno continentale. E puo’ individuarla solo consolidando le ragioni di tenuta e di coesione “interne” attraverso il potenziamento della dorsale ferroviaria che da Salerno porta a Taranto e l’inclusione di Matera nella rete nazionale su un versante che,integrandola al cuore della regione, non ne solleciti la tentazione eccentrica. Un “situazionismo” che ha eccitato in passato iscrizioni d’ufficio alla larga periferia barese.
– Un ‘operazione cosi’ concepita puo’ offrire alla Basilicata la base materiale per una strategia espansiva sia verso il Vallo di Diano ( che si sente “dentro” l’orizzonte lucano) sia verso Taranto,che puo’ trovare nella retroportualita’ della Valle del Basento (mediante la piattaforma logistica agroindustriale in via di definizione) una ragione inclusiva e la occasione per il riconoscimento in sede nazionale ed europea di una Zes (Taranto-Matera Capitale) del tutto organica agli interessi e alle risorse di cui il territorio dispone.
– se questo e’ il quadro (cui la Svimez sta offrendo sostanza analitica e progettuale : se ne parlera’ fra qualche giorno ad Ancona) e’ ben evidente che la “Grande Lucania” e’ incompatibile con la Puglia che e’ gia’ grande per se. Si tratta anzi di un disegno che non e’ puramente espansivo, che non autorizza pretese di califfato,ma fonda su una densita’ e una consistenza che possono davvero conferire ad una regione, che e’ nata da una convenzione storica e civile, un fondamento identitario e funzionale capace di coniugare geografia e storia ,alfabeto e lingua parlata. Una ragione piu’ forte di ogni pretesa. Anche quando venga da un Molosso che dispone di protesi fungibili e intercambiabili alla sua corte.
Pensiero finale. Matera e’,a questo punto, la vera incognita.
A meta’ del guado, con un sindaco visionario che appare trincerato in un ristretto recinto consiliare mentre dovrebbe spingere lo sguardo oltre, che si ispira al “localismo magico” , come talismano, diviene arduo pensare che possano supplire,di fronte alle sfide del 2019,le migliori intenzioni. Anche qui sarebbe urgente un supplemento di intelligenza. E di coraggio. Ma sono tempi amari. ”
Vincenzo Viti, Consigliere della Svimez