Estensione del bonus degli 80 euro ai pensionati con redditi bassi; Introduzione di un nuovo paniere ISTAT per la rivalutazione delle pensioni, modificato in modo da tenere meglio in considerazione i consumi dei pensionati; Ulteriore aumento della “No Tax Area” per i pensionati, rispetto alle misure prevista nell’ultima Legge di Stabilità; Adeguamento gli standard europei degli importi minimi di pensione. Sono le quattro proposte presentate dal CUPLA, Comitato Unitario Pensionati Lavoro Autonomo (Anp Cia, Anpa Confagricoltura, Federpensionati Coldiretti, Anap-Confartigianato, 50ePiù Confcommercio, Cna Pensionati, Fipac Confesercenti, FnpaCasartigiani), al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti.
Se in Italia quasi un pensionato su due vive con meno di 1.000 euro al mese, nelle aree rurali – sottolineano Anp e Cia – la media percepita si abbassa notevolmente, ed è proprio qui che si registra la massima concentrazione di pensioni minime, inferiori alla soglia di 500 euro mensili. In Basilicata ben il 78 per cento dei pensionati della regione (circa 135 mila) percepisce un’indennità che è inferiore di un terzo alla minima.
Nelle aree di campagna gli effetti della crisi sono amplificati, soprattutto per gli “over 65”, perché agli assegni pensionistici mediamente più bassi si unisce la carenza a volte strutturale dei servizi sociali -sottolinea l’Anp- aggravata dai continui tagli alla sanità e in particolare al Fondo per la non autosufficienza. La conseguenza è che oggi sono 7 su 10 i pensionati delle aree rurali a rischio di povertà o esclusione sociale: un rapporto ancora più allarmante di quello relativo alla popolazione italiana, che tocca il 30 per cento.
Gli ultrasessantenni -evidenzia ancora l’Anp-Cia Basilicata- sono circa il 20 per cento della popolazione ed entro 15 anni raggiungeranno il 25 per cento. Attualmente oltre l´80 per cento (in pratica 8 su 10) degli anziani chiede servizi sociali, sanitari e assistenziali pronti ed efficienti.
In base ai calcoli del Cer – sottolinea la nota – un pensionato con un imponibile annuo di 15 mila euro viene gravato da un’imposta personale maggiore di circa 100 euro al mese rispetto a un dipendente di pari reddito.Ma non solo. Lo studio dimostra come, per le pensioni medio-basse, al netto del prelievo fiscale, negli ultimi cinque anni ci sia stato un calo del reddito reale di 70 euro al mese. Il potere d’acquisto sarebbe infatti calato del 3% per le pensioni di mille euro al mese e del 4% per quelle di 1.500 euro a causa del drenaggio fiscale. Per le pensioni superiori la perdita raggiungerebbe l’8-9% a causa della parziale indicizzazione che si va a sommare al prelievo fiscale.
Secondo lo studio l’invecchiamento della popolazione è una conquista fondamentale per le società moderne ed avanzate, ma per preservare tale conquista sono necessarie alcune fondamentali condizioni: redditi pensionistici adeguati, servizi socio-assistenziali compatibili con le nuove esigenze degli anziani e delle famiglie, coesione socio economica e solido patto fra generazioni.
Dignità e giustizia sociale – afferma l’Anp-Cia – sono state le ragioni che ci hanno spinto ad aprire un contenzioso con il governo per chiedere un intervento migliorativo sulle pensioni basse. Lo abbiamo fatto con la raccolta di firme a sostegno di una petizione che chiede un intervento di giustizia sociale per restituire dignità alle persone, ai pensionati appunto, in particolare per quella parte che riceve un trattamento pensionistico sotto i mille euro”.
“E’ una piattaforma di rivendicazione aperta ed equilibrata, precisa e responsabile. Chiede un intervento immediato per recuperare la perdita del potere d’acquisto delle pensioni basse perduto in questi anni; chiede di adeguare il trattamento minimo a 650 euro come stabilisce la Carta Sociale Europea; chiede di dotare il paese di un sistema socio-sanitario efficiente e moderno per tutti i cittadini, una sanità pubblica e universalista organizzata sul territorio con servizi adeguati nelle aree rurali e montane, chiede una politica strategica verso la non-autosufficienza per il sostegno economico e organizzativo alle persone e alle famiglie colpite da questi problemi”.
Set 15