“Secondo una ricerca Cescat-Centro Studi Casa Ambiente e Territorio di Assoedilizia, in Italia esistono oltre 2 milioni di case abbandonate e disabitate, prevalentemente ubicate nelle nei piccoli comuni, nelle campagne ed in montagna. Si tratta di abitazioni abbandonate dagli emigranti, che hanno lasciato l’Italia sin quasi alla soglia degli anni ’80 del secolo scorso, di casolari, casupole, baite, ville rustiche, antiche magioni, casali, rocche, cascinali, case cantoniere; non infrequenti gli immobili del demanio civile e militare. Molte sono diroccate o cadenti; comunque disabitate e inutilizzate. Tuttavia moltissime sono presenti nel catasto e, in caso di permanenza dell’ abbandono, dovrebbero essere stralciate dal Catasto. Anche questo è motivo della discrepanza tra il numero delle abitazioni risultanti al Catasto in Italia ( 31,5 milioni) e quello viceversa rilevato dall’Istat in relazione al censimento ( 28,5 milioni). Per avere un quadro completo, va tenuto conto anche delle abitazioni rurali ed ex rurali (queste ultime oltre 870mila) che erano/sono iscritte al Catasto terreni e non in quello fabbricati. Gli immobili abbandonati e disabitati, sono dunque una realtà significativa nel nostro Paese”. E’ quanto dichiara l’on. Cosimo Latronico (Cor) che assieme ad altri parlamentari ha depositato alla Camera una proposta di legge in materia di acquisizione ai Comuni e recupero degli immobili, anche di interesse culturale, lasciati in stato di degrado o abbandono . “ La nostra proposta introduce una procedura volta a stimolare il recupero di questi immobili, – continua Latronico – nonché, nei comuni ad elevato rischio antisismico, oltre il recupero, anche l’adeguamento antisismico. In questa procedura si stabilisce un termine di adeguamento a carico dei proprietari, decorso il quale gli immobili vengono acquisiti al patrimonio dei comuni ove sono ubicati e da questi riutilizzati o immessi sul mercato, previo ripristino o nello stato in cui si trovano”.
Set 23