Tommaso Dubla, gerontologo materano, in una nota si inserisce nel dibattito avviato in questi giorni per contrastare il rischio di spopolamento dei piccoli paesi, fenomeno che interessa ovviamente anche la Basilicata. Dubla in proposito ha elaborato un progetto che sottopone all’attenzione degli amministratori. Lo riportiamo integralmente di seguito.
“La Basilicata perde 4 mila lucani all’anno”
Si, è vero: si nasce di meno e si emigra sempre più. Per i giovani nei piccoli paesi della Lucania non c’è alcun futuro: non c’è lavoro e non esiste alcuna possibilità di mettere su famiglia. Il tasso di natalità nel 2015 nella nostra regione è stato uno tra i più bassi d’Italia (7,2 per mille). Come creare opportunità attrattive verso i piccoli paesi lucani in via di spopolamento?
L’ANCI propone l’accoglienza dei profughi, Pittella vuole chiedere al Governo un’altra SATA, Bubbico guarda ad un Mezzogiorno che deve pensare ad una crescita unitaria per produzione di beni, servizi e consumi.
E se, invece, cominciassimo a pensare ad una progettualità concreta per questi paesi creando infrastrutture in grado di ospitare pensionati provenienti dalle metropoli italiane diventate di fatto frenetiche e caotiche e non certo adatte a permettere una vita dignitosa a persone che, dopo aver lavorato tutta una vita, avendo un calo fisiologico delle loro performances, pensano di vivere una vita tranquilla in un posto dove si conoscono tutti e dove ognuno può essere utile all’altro? Di seguito il business plan
Progetto “dare vita agli anni”
Analisi del contesto:
– Gli ultimi dati sulla condizione sociale ed economica degli anziani in Italia ci raccontano di una realtà di disagio e di solitudine per una fetta sempre più consistente di cittadini over 65. Siamo il paese europeo dove si vive più a lungo ma di contro la qualità della vita non sembra migliorare. Sopra tutto nelle città metropolitane gli anziani si sentono soli e non riescono ad essere delle identità ma solo dei numeri , non riescono ad arrivare alla fine del mese perché le loro pensioni non sono sufficienti a coprire le spese e, in molti ormai, si trasferiscono in Paesi (Canarie, Romania, Bulgaria, ecc.) dove la vita costa meno e non c’è il carico fiscale presente in Italia.
– Bisogna quindi partire dai bisogni e dalle esigenze dei cittadini che vivono queste realtà. Immaginiamo di farli vivere in piccoli paesi dando loro un’abitazione (mini appartamenti da 50-60 mq. o appartamenti da ristrutturare) e un fazzoletto di terra da coltivare; la loro dimensione cambierebbe e si sentirebbero parte attiva della comunità e integrati nella stessa.
– N.B. Invecchiare non deve essere considerato un destino da subire passivamente;
Si può imparare ad invecchiare; noi dobbiamo fornire i mezzi perché
l’invecchiamento vada inteso come un’esperienza di vita positiva ed orientata verso il futuro;
abbandoniamo un’immagine limitata e deficitaria dell’invecchiamento
La Basilicata ha due grandi problemi da risolvere: l’alto tasso di disoccupazione e la progressiva riduzione del numero degli abitanti.
– Studio sulla popolazione dei comuni più piccoli della provincia di Matera come Aliano, Accettura, Cirigliano, Calciano, Colobraro, Craco, Garaguso, Grottole, Gorgoglione, Oliveto Lucano, Valsinni e della provincia di Potenza come San Paolo Albanese, Carbone, Ginestra, Fardella, Calvera, ecc.
– Motivo della scelta: spopolamento dei piccoli paesi della Basilicata, riduzione delle nascite, emigrazione giovanile, invecchiamento della popolazione, non c’è ricambio generazionale.
– Obiettivo generale: far crescere i piccoli paesi della Basilicata (che, purtroppo, sono destinati alla estinzione) attirando con un lancio pubblicitario i pensionati delle grandi città per farli vivere in Basilicata in un contesto completamente diverso (ricordate lo spot “basilicata bella scoperta!) anche sulla scia di Matera 2019.
– Obiettivo specifico: creare occupazione: dando lavoro alle imprese per costruire piccole abitazioni (offerte in comodato d’uso gratuito o con un fitto simbolico) e veri e propri quartieri, richiamando i giovani che qui troverebbero lavoro con l’indotto che gira attorno alle persone anziane ( servizi sanitari e sociali per es.)
– Risorse: Royalties del petrolio, che andrebbero usate per un fine utile invece del bonus benzina che serve solo a fare della spicciola propaganda elettorale.
Risultati attesi:
1. Dare vita agli anni – invecchiamento inteso come un’esperienza di vita positiva ed orientata verso il futuro
2. Dare occupazione creando posti di lavoro
3. Incrementare la popolazione di questi paesi facendo ritornare i giovani che a loro volta creeranno le famiglie
L’ANCI la vuole smettere di sponsorizzare l’accoglienza di clandestini che per la maggior parte risultano essere avanzi di galera dell’Africa e quindi solo costi per la collettività e seri problemi per la sicurezza della gente perbene? La vuole smettere di investire e quindi fare business con le cooperative? La proposta del Sig. Dubla non vi sembra interessante?