Dopo che per oltre 30 anni il Servizio sanitario regionale, al pari di quello nazionale, con il suo indirizzo ospedalocentrico e burocratico, ha ‘dimenticato’ il territorio, con il ddl sulla riforma sanitaria c’è il rischio, sempre più concreto, che la situazione si ripeta in Basilicata per i prossimi 30 anni: è il commento dell’Anisap Basilicata contenuto in una nota a firma del presidente Antonio Flovilla.
Flovilla sottolinea che “in tutti questi anni mancando adeguate prestazioni sanitarie pubbliche sul vasto territorio regionale, il privato accreditato ha occupato questo spazio e nel tempo sono sorte una sessantina di strutture collocate strategicamente che si sono guadagnati la fiducia dei cittadini soddisfacendo i bisogni primari dell’utenza lucana ed extraregionale che riconosce la qualità dei servizi erogati e si rivolge a centri e poliambulatori cosiddetti di confine, possibilità questa che la Regione introducendo i tetti sulla mobilità sanitaria extraregionale ha inteso, purtroppo, precludere. Ebbene – si aggiunge nella nota – questa realtà non trova alcun riscontro nel ddl della Giunta Regionale in discussione da settimane tra l’altro attraverso un metodo di confronto che di fatto ci esclude da ogni possibile valutazione e proposta. Noi – dice Flovilla – continuiamo invece ad essere tenaci assertori di un miglioramento della qualità e delle performance della sanità, oltre che della sua sostenibilità, attraverso una azione di rafforzamento della cosiddetta medicina del territorio, dalla medicina di base, alla assistenza domiciliare, alla prevenzione, alla diagnostica, alla riabilitazione.
L’Anisap sollecita dunque nuovamente il Governo Regionale non solo a istituire la regia della nuova fase di confronto, questa volta di merito, ma ad essere conseguenziale agli impegni assunti da tempo con le associazioni di categoria della specialistica ambulatoriale innanzitutto per evitare quel rituale di convocazioni-audizioni che sinora non ha dato alcun risultato.
Scrivere la nuova riforma sanitaria e a ridisegnare il sistema pubblico-privato sono tanto più necessari – afferma Flovilla – per individuare dove tagliare sprechi e spese superflue che si annidano nel pubblico, tenuto conto che il privato da noi assorbe solo il 2% della spesa complessiva e tenuto conto dello stato di crisi di un comparto che, pur disponendo di risorse consistenti (due terzi del bilancio della Regione), non riesce a programmare ed a realizzare una adeguata risposta ai bisogni di salute della comunità territoriale. E non si sottovaluti che con i nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) le risorse finanziarie nazionali saranno ancora minori costringendo tutte le Regioni a decidere nuovi tagli che si ripercuoteranno sui cittadini.
La sanità di Basilicata – conclude Flovilla- si trova ad affrontare due importanti sfide: l’innovazione e la sostenibilità finanziaria e strutturale del sistema. Solo una visione ampia che superi confini ristretti può considerare correttamente i benefici del settore della sanità e della salute dei cittadini anche in altri ambiti (economico, produttivo e sociale). L’evoluzione del nostro SSN non può prescindere da un approccio nuovo, più integrato, che va da una ri-definizione delle prestazioni e dei servizi offerti dal sistema e una riallocazione delle risorse disponibili in funzione delle priorità individuate, alla digitalizzazione delle attività e l’utilizzo delle informazioni per offrire ai pazienti servizi ad alto valore aggiunto”.
E’ tempo di assumere decisioni che abbiano una strategia univoca sia per i reparti e le prestazioni di ospedali da riconvertire sia per la riabilitazione che per tutte le altre strutture di prevenzione, diagnosi e cura.