Un’iniziativa istituzionale congiunta tra le Giunte e gli Uffici di Presidenza dei Consigli Regionali di Basilicata e Puglia per favorire una soluzione alla vertenza del Gruppo Natuzzi e dare maggiore peso istituzionale alla “cabina di regia” insediata dal Mise: è la proposta del vice presidente del Consiglio Regionale della Basilicata Paolo Castelluccio (Forza Italia) che ricorda come la rottura della trattativa tra sindacati ed azienda è avvenuta dopo che Natuzzi ha rifiutato la proposta delle Regioni Basilicata e Puglia di attivare la cassa integrazione in deroga fino al 30/12/2016 per i 330 lavoratori per i quali, dal 15 ottobre prossimo, non ci sarà più alcun ammortizzatore sociale. E’ evidente – precisa Castelluccio – che la priorità è scongiurare i licenziamenti e al tempo stesso verificare quali azioni possono ulteriormente mettere in campole due Regioni, di intesa con il Mise, su cui comunque ricadono maggiori responsabilità di intervento.
Nel sottolineare che secondo i dati dell’Ice al primo trimestre 2016 la Basilicata ha realizzato esportazioni nel settore complessivo dei mobili per 18 milioni di euro facendo registrare un incremento del più 19,5% in raffronto allo stesso periodo del 2015, il vice presidente del Consiglio Regionale afferma che è necessario approfondire quali sono i reali problemi aziendali che portano alla proposta di una newco “destinata alla lavorazione del taglio del poliuretano per le imbottiture, da svolgersi nello stabilimento di Ginosa, che in base al piano industriale presentato potrà riassorbire circa 104 collaboratori”. Come è altrettanto necessario comprendere in che modo il Gruppo intenda attuare l’impegno annunciato nell’ultima riunione al Mise rivolto a consolidare e mettere in sicurezza gli attuali 1.918 collaboratori che oggi lavorano in regime di Solidarietà, per i quali negli ultimi due anni l’azienda ha già trasferito la produzione di oltre 200.000 sedute dagli stabilimenti esteri in Italia. Sul rientro di produzioni e commesse dall’estero – continua Castelluccio – non si può più essere generici tenuto conto che si tratta di una questione fondamentale intorno alla quale si basa la tenuta occupazionale e la difesa del “made in Italy” che continua a crescere nel mondo. Un vero e proprio successo delle nostre specializzazioni produttive nel mondo, costituite soprattutto da quattro grandi aree merceologiche: l’automazione meccanica, l’abbigliamento-moda, l’arredo-casa e l’alimentare-bevande. Solo i mobili italiani hanno raggiunto quota 10 miliardi di euro di export segnando un incremento di più 2% in un anno. Non si sottovaluti – aggiunge – che il nostro made in Italy è prodotto prevalentemente dalle Pmi che grazie alla flessibilità, all’elevata specializzazione produttiva, alla cultura del buon gusto e del saper fare hanno conquistato il mondo in settori, come quello delle macchine, dove la ricerca, l’innovazione e la qualità del ciclo produttivo sono requisiti indispensabili per competere sul mercato. Natuzzi è un caso importante a cominciare dallo sviluppo dei prodotti, passando per la ricerca dei luoghi più fruibili – per il target di clientela a cui si rivolge Natuzzi – in cui aprire nuovi punti vendita, fino alle attività di marketing per attrarre i clienti nel negozio. E allora ci vogliono finanziamenti adeguati e non le scarse risorse contenute nel Patto per il Sud-Patto Basilicata per favorire l’internazionalizzazione dei prodotti lucani e l’export delle nostre imprese. Dal Fesr 2014-2020 ci aspettiamo – conclude Castelluccio – anche misure adeguate al sostegno delle pmi lucane proiettate ai mercati esteri”.
Ott 06