Da un recente studio della Cgia di Mestre apprendiamo che in Italia le banche applicano le commissioni più alte d’Europa. In realtà lo studio conferma quanto le imprese vanno ripetendo da tempo, e cioè che le banche cercano di recuperare la scarsa rimuneratività del denaro con l’applicazione di commissioni bancarie elevate, come ad esempio la commissione disponibilità fondi, che viene mantenuta al massimo consentito per legge.
Sui ricavi totali delle banche, le commissioni incidono per ben il 36,5%, percentuale più elevata in Europa, con un incremento del 20% dal 2008 al 2015 e con un trend in continua crescita.
Il presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo, ha inviato sulla questione una lettera al presidente di Confapi nazionale, Maurizio Casasco, chiedendogli un autorevole intervento a tutela della PMI, volto a ripristinare eque condizioni bancarie in Europa.
“È più che mai evidente – scrive De Salvo – che la riduzione dei tassi di interesse viene compensata da un aumento delle commissioni bancarie su tutte le operazioni creditizie e questo soprattutto nelle banche più grandi, dove il costo del personale è maggiore”.
“Anche la tendenza ad addossare alle banche i costi dei salvataggi degli istituti di credito in crisi – sottolinea il presidente di Confapi Matera – porta all’aumento del costo dei servizi di conto corrente, costo che grava soprattutto sulle imprese di minori dimensioni, sempre più alle prese con un sistema economico troppo bancocentrico che, tuttavia, ha ridotto drasticamente il flusso di denaro verso le imprese”.
“Questa situazione –conclude De Salvo nella nota inviata al presidente Casasco – se da un lato penalizza le piccole imprese, dall’altro è maggiormente gravosa per alcuni territori delle regioni meridionali, come la Basilicata, dove la carenza di infrastrutture materiali e immateriali incide negativamente sui costi di produzione”.