Antonio Di Matteo, Presidente del Gruppo consiliare di MuoviAmo Tursi: “Il dissesto finanziario di Tursi è il fallimento di Cosma e Caldararo”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Sono passati sei anni e mezzo da quando, nel 2010, l’ex sindaco Labriola divenne primo cittadino, ed insieme a lui, Caldararo divenne assessore al bilancio e Cosma vice sindaco. Nel 2015 i cittadini di Tursi hanno avuto l’occasione di scegliere una nuova amministrazione,
una migliore, tra le quattro liste contendenti, e hanno fatto il loro più grande errore. Noi di MuoviAmo Tursi parliamo di errore perché gli effetti dell’amministrazione Labriola sui conti comunali era già evidente dal 2012, quando numerose partite contabili straordinarie
mostravano un’ampiezza tale da essere insostenibili nel breve periodo.
Cattiva gestione della riscossione delle multe, residui attivi fumosi utilizzati per giustificare spesa corrente fino all’anno scorso, centinaia di migliaia di euro di straordinari ai dipendenti comunali, spese elevatissime per le parcelle degli avvocati di “fiducia”, quasi
due milioni di euro di debiti fuori bilancio accumulati in pochi anni, fiacca lotta all’evasione fiscale che ha sfiorato il 50% per alcuni tributi locali, un utilizzo anomalo dell’anticipazione di tesoreria per una media annua di 1,5 milioni di euro, amministratori che si sono
fatti pagare retroattivamente l’indennità di carica, oltre agli oneri previdenziali su cui sta indagando l’autorità giudiziaria, e tanto altro ancora, che hanno portato il Comune di Tursi alla bancarotta. Alla luce di questo, le responsabilità sono chiare ed inequivocabili.
Con l’approvazione del piano di riequilibrio pluriennale, il Comune di Tursi è destinato ad un futuro ancora più magro. Il predissesto è stato raggiunto nel peggiore dei modi e solo perché unica àncora di salvezza per un’amministrazione comunale, in continuità con la
precedente, che ha pensato soltanto a evitare responsabilità personali piuttosto che lavorare per un vero risanamento dell’ente. Il predissesto, come più volte sottolineato da MuoviAmo Tursi e da illustri costituzionalisti, è un meccanismo che consente a chi ha creato il buco di bilancio di sanarlo, attingendo ad ulteriori risorse nazionali e regionali, versate dai Comuni virtuosi. Quindi viene affidato l’agnello al lupo. La soluzione era alla portata di tutti,
forse anche di Cosma e Caldararo, che invece hanno immediatamente rifiutato questa ipotesi: appena insediati, bisognava provvedere ad una revisione della spesa pubblica e alla stipola di un accordo con i creditori che consentisse all’ente di non essere messo forzosamente in
dissesto. Così facendo, il fabbisogno dell’ente si riduceva considerevolmente fino ad eliminare il disavanzo strutturale. Una volta eliminata la causa principale dell’aumento del debito, si
provvedeva alla ricerca delle fonti di finanziamento per coprire, dilazionando, i debiti. Solo in quel caso, se ci fosse stato bisogno, si poteva revisionare il sistema tributario comunale, chiedendo ai cittadini una maggiore partecipazione. Ridurre le indennità di carica
degli amministratori, rappresenta soltanto fumo negli occhi, l’ennesima presa in giro di un’amministrazione comunale che fonda la propria stabilità politica sul contentino di parte. Come tutti si ricordano, MuoviAmo Tursi al primo comizio delle campagna elettorale
2015 ha affermato l’insostenibilità del debito e la necessità di intervento immediato.
Cosma e Caldararo hanno invece chiesto prima un sacrificio, e che sacrificio, ai tursitani, pari a 500 mila euro di nuovi tributi ogni anno, oltre ad una riduzione della spesa che si ripercuoterà
sull’intera collettività come minori servizi e, quindi, indirettamente, come una maggiore spesa per le famiglie che dovranno provvedere di tasca propria. Si veda la declassificazione delle strade comunali che ha delegato agli agricoltori la gestione onerosa di centinaia di chilometri di strade in precedenza comunali.
Ricapitolando: circa 400 mila euro di maggiore gettito IMU e TASI, che inciderà maggiormente sulle categorie catastali di basso valore (case popolari ed ultrapopolari), con un leggerissimo impatto sulle ville e le case di pregio; circa 100 mila euro di aumento dell’IRPEF su
pensionati, operai e impiegati, coloro che maggiormente sopportano il peso di questa imposta; circa 20 mila euro di aumento della TOSAP che incide sulle attività commerciali e sul settore edile. Concludiamo ricordando quelle che sono le principali voci eccezionali che Cosma e
Caldararo hanno inserito nel loro piano di rientro: prepensionamento di 11 dipendenti comunali per circa 300 mila euro, senza che l’INPS abbia espresso parere in merito; incasso di 100 mila euro di IMU sul parco eolico, senza che ci sia alcun riferimento normativo che lo
consenta; la promessa di 600 mila euro da parte della Regione Basilicata, più dissestata di Tursi, certificata con una lettera di intendi da parte di Pittella qualche giorno prima che si votasse il predissesto comunale e che non ha alcun valore legale; piano di riduzione di circa il 50% del totale debito fuori bilancio dell’ente, che non è stato firmato dai creditori, come previsto dalla legge.
Se il futuro della nostra Comunità si fonda su quattro voci contabili aleatorie, per non dire irrealistiche, soprattutto nella tempistica, vuol dire per l’ennesima volta che Cosma e Caldararo hanno messo in secondo piano il futuro di Tursi, pensando solo a salvare la propria
posizione. Noi di MuoviAmo Tursi attendiamo tra qualche settimana la sentenza della Corte dei Conti e poi ci mobiliteremo per rendere partecipi i cittadini di un’azione di riscatto contro coloro che sono stati inequivocabilmente responsabili del fallimento economico,
politico e morale della nostra Città.