Un collegamento più adeguato e veloce per Matera e uno sbocco più diretto e sicuro sulla Salerno – Reggio Calabria rimangono oggi per la Val d’Agri l’unica possibilità per uscire dall’isolamento e per scommettere ancora sulle sue potenzialità di sviluppo. Lo sostiene il presidente dell’Associazione Bene Comune Viggiano, Vittorio Prinzi, in una lettera aperta inviata all’assessore alle Infrastrutture e Mobilità Nicola Benedetto.
Nella lettera si propone la realizzazione di un tunnel di pochi chilometri (forse 5 o 6) sotto la montagna, in prossimità dell’abitato di Paterno, collegandola così più rapidamente al Vallo di Diano (Padula) e all’Autostrada del Sole in circa 20 minuti e bypassando l’attuale unico accesso alla A3, non solo più lungo (40 minuti) ma anche impervio, specialmente nella stagione invernale, e inadeguato a garantire la mobilità di persone e il trasporto merci in sicurezza. Tale opera – aggiunge Prinzi – è fondamentale per la Val d’Agri, che ha un’area industriale, oggi sede anche del Centro Olio Val d’Agri, ma non ha una ferrovia, e tante iniziative produttive in passato sono fallite o non hanno avuto alcun interesse a collocarvisi proprio a causa delle difficoltà e degli oneri di trasporto.
Sarebbe, oltretutto una forma di concreta gratificazione per la Val d’Agri, che, a fronte dell’accordo sul petrolio nel 1998– è scritto nella lettera – avrebbe dovuto ottenere la realizzazione di un aeroporto nel sito dell’Aviosuperficie di Grumento Nova, consapevoli già allora, il Governo, la Regione e l’Eni, della necessità di dotarla di un’importante infrastruttura di mobilità, che avrebbe potuto imprimere un in-put alla crescita socio-economica di un territorio, storicamente carente dal punto di vista dei trasporti. Nulla, purtroppo, è accaduto, tranne la ricerca e la coltivazione degli idrocarburi da parte dell’Eni, che grazie agli oleodotti non ha certo problemi di trasporto, e, di conseguenza, da anni non si stabilisce alcun insediamento produttivo nell’area industriale della Val d’Agri se non connesso con l’attività estrattiva. E dopo il petrolio, cosa avverrà?! Non oso nemmeno immaginare….
Prinzi sottolinea inoltre l’improrogabile necessità di collegare meglio la Val d’Agri con Matera, adeguando il tratto stradale che va dalla SS 598 (Bivio Stigliano-Craco Peschiera) allo svincolo di Pisticci e quindi alla Basentana, garantendo così prima di tutto la sicurezza e riducendo i tempi di percorrenza, che attualmente, con partenza da Viggiano, superano abbondantemente le due ore. Se le cose rimarranno così – è scritto nella lettera – possiamo già dirlo senza possibilità di smentita che Matera 2019 alla Val d’Agri non apporterà alcun beneficio dal punto di vista turistico e della valorizzazione del suo notevole patrimonio di risorse naturali, culturali, religiose ed enogastronomiche. Inutile sarà lo sforzo delle istituzioni locali (Parco Nazionale, Comuni, Associazioni…) di promuovere a Matera il territorio con un sportello informativo e una vetrina dei suoi prodotti e delle sue bellezze, se per raggiungere la Val d’Agri il turista deve sudare le famose sette camicie! Oltretutto, dalla realizzazione dell’opera trarrebbe notevole vantaggio anche il neo-aeroporto di Pisticci, poiché buona parte della popolazione della Val d’Agri potrebbe trovare conveniente il suo scalo.
“Conoscendo la sua concretezza – continuaPrinzi – mi corre l’obbligo di suggerire anche le fonti di finanziamento delle opere proposte. E, a tal proposito, non ci dovrebbero essere dubbi o perplessità nell’individuare nelle royalties la fonte finanziaria primaria, royalties che spettano a questo territorio a buon diritto e come compensazione per tutto il danno e il disagio che causa l’attività estrattiva e che, nel rispetto della L.R. 40/95 e delle Leggi dello Stato (L. 11 gennaio 1957, n. 6; D. Lgvo 625/96; L. 23 luglio 2009, n. 99), devono essere investite per lo sviluppo dell’area in cui si estrae il petrolio”.
Finora in Val d’Agri non è stata realizzata con i proventi delle royalties assegnate alla Regione Basilicata, neanche un’opera significativa. Sarebbe ora che finalmente – conclude la lettera – si dia una svolta all’utilizzo virtuoso delle royalties e che a beneficiarne sia prima di tutti questo territorio”.