Dopo l’annuncio di Natuzzi relativo al licenziamento di 350 lavoratori arriva la nota del sindacato USB che continua il presidio presso lo stabilimento di Jesce 2. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
In merito alla vertenza Natuzzi Spa e nel conseguente “festival” di ipocrisia, lacrime da coccodrillo e scarica barile c’è soltanto una dichiarazione che appare veritiera e non retorica: quella rilasciata dalla direzione aziendale, che afferma che tutto ciò la Natuzzi Spa sta facendo è conforme e non trasgressiva degli accordi stipulati con MiSE, Ministero del Lavoro, Regione Puglia, Regione Basilicata, Provincia di Taranto e CGIL-CISL-UIL. Ha ragione. Infatti, la Natuzzi ha applicato il Contratto di Solidarietà ad una parte dei suoi dipendenti. Mentre la restante parte è stata trasferita a Ginosa, uno stabilimento già chiuso, collocata in Cigs a zero ore per cessazione di attività e in attesa del licenziamento adempiento ad accordi sottoscritti. Ma non solo, a settembre 2015 è stato siglato un Contratto di Sviluppo, in cui si concordava che la Natuzzi avrebbe percepito 38 milioni di euro in cambio del mantenimento di 1918 posti di lavoro nel territorio. L’industria santermana però contava in tale data 2341 dipendenti. Nessuno le ha chiesto ma se ti impegni a mantenere in organico solo 1918 unità, gli altri che fine fanno? Nel protocollo d’intesa non è stata posta una sola clausola che percepire i soldi pubblici l’azienda deve garantire di non procedere a licenziamenti nel prossimo futuro.
Quindi è chiaro che Natuzzi fin’ora ha rispettato gli accordi firmati dai suoi complici, ossia pseudo-sindacalisti e politicanti spregiudicati.
L’Unione Sindacale di Base, non a caso, non ha mai chiesto il rispetto degli accordi, ma la correzione degli stessi, in quanto lesivi degli interessi dei lavoratori e della comunità più in generale.
Tuttavia, ci sono altri accordi che devono essere rispettati. Sono quelli che non sono mai stati sottoscritti formalmente, ma comunque ratificati attraverso strette di mano, pacche sulle spalle, sudore versato sui banchi di lavoro e sguardi negli occhi. Questi accordi sono stati presi direttamente da patron Natuzzi con i lavoratori, quando quest’ultimi si spezzavano la schiena, a volte anche febbricitanti, per consentire all’azienda di affermarsi sui mercati ed in cambio continuare a mantenere la dignità di riuscire a portare onestamente il pane a casa e non di essere cacciati via con l’etichetta di esubero strutturale. Questo è l’unico accordo di cui l’Usb chiede rispetto e su cui non ammette declinazioni padronali. Pertanto, conferma la non smobilitazione del blocco merci a Natuzzi-Jesce2 h24/24, sino a quando i licenziamenti non saranno revocati.