“L’approvazione definitiva della legge anticaporalato da parte della Camera potrà avere importanti ricadute per estirpare nel nostro Paese la pratica della illegalità e dello sfruttamento di circa 400 mila lavoratori agricoli in gran parte migranti”. Lo afferma, in un comunicato stampa, Pietro Simonetti, Coordinamento politiche migranti della Regione Basilicata.
“Si tratta – aggiunge Simonetti – di una bella giornata per il lavoro e la democrazia. La sostanziale parificazione dei reati di caporalato a quelli di mafia per caporali e datori di lavoro che operano nella illegalità rappresenta un salto di qualità nell’azione di riconquista dello Stato del territorio. Ora bisognerà applicare le nuove norme, anche per migliorare e valorizzare le esperienze maturate negli ultimi anni in Basilicata nel contrasto al caporalato in agricoltura come le liste di prenotazione, mediante Basil e i centri di accoglienza. Si ricordano le iniziative della regione, delle prefetture, delle forze dell’ordine e delle parti sociali per tutelare la dignità del lavoro, l’applicazione delle norme di legge e dei contratti di lavoro.
La Basilicata è la regione che, assieme alle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro e della Caritas nazionale e locali, per prima ha proposto norme che troviamo nella nuova legge. La Basilicata è stata infatti la prima regione che con la concreta partecipazione delle parti sociali e degli organismi istituzionali preposti, ha definito un accordo quadro regionale attuativo del protocollo nazionale, salutato positivamente dal ministro dell’Interno ed ora dal tavolo di coordinamento. L’intesa ha previsto misure e iniziative concrete, decise con le parti interessate, volte a costruire una svolta nella lotta al caporalato e alla attuazione dei contratti di lavoro e al miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori oltre al sostegno alle imprese regolari che non vogliono sottostare alla pressione della criminalità variamente organizzata.
Nel 2015 nelle campagne lucane sono stati assunti regolarmente circa 22 mila lavoratori migranti comunitari ed extra: una forza importante che rappresenta un anello fondamentale della economia regionale. Estirpare il caporalato – continua Simonetti – è un aspetto decisivo di civiltà. Dopo la bonifica di Boreano, unica misura adotta nel mezzogiorno dal sindaco di Venosa e dalla Prefettura di Potenza, occorre eliminare il sito abusivo di Mulini -Mattinelle e altri nelle aree circostanti dove sono stati gestiti (secondo le informazioni provenienti da molte organizzazioni e illustrate anche nelle riunioni in prefettura) alcune centinaia di migranti, comprese alcune decine di donne. La magistratura avrebbe già in corso inchieste. Tocca ora intervenire con urgenza a partire anche dalla grave situazione igienico sanitaria delle strutture abusive, dalla condizione dei migranti ancora presenti mentre la campagna di raccolta del pomodoro si avvia al termine. Il tutto è già stato segnalato dall’Asp di Potenza, alle amministrazioni comunali competenti. La nuova legge c’è: va applicata. Intanto nel piano regionale per il trasporto sono stati inseriti gli interventi per i lavoratori agricoli a partire dal 2017”.