Senza nulla togliere alla qualità delle merendine prodotte dalla Ferrero nello stabilimento di Balvano, la merenda della nonna in tutti i nostri paesi rurali è tutt’altra cosa. Lo sostiene una nota dell’Anp (Associazione Nazionale Pensionati) aderente alla Cia della Basilicata. Vorremmo incontrare le quattro nonne prescelte per lo spot pubblicitario, magari ospiti di una delle tante feste per gli anziani che organizziamo – è scritto nella nota – per uno scambio di esperienza e di ricetta sui biscotti fatti in casa, il pane del forno a legna da spalmare con le confetture del giardino, la pizza rustica, tutte quelle merende che abbiamo sempre fatto e continuiamo a fare per i nostri nipoti con l’obiettivo di tenerli lontani dai bar e soprattutto dai fast food. Il gusto, la bontà e la genuinità italiana si possono anche salvaguardare in attività industriali ma lo strumento migliore sono le mani delle nonne. E di questo siamo orgogliose e sempre disponibili a tramandare alle giovani generazioni, come abbiamo fatto per le nostre figlie, l’arte della merenda o della prima colazione.
La nostra missione che condividiamo con Donne in Campo-Cia – continuano le pensionate contadine – non si può condensare in uno spot ed è sintetizzabile nell’impegno a far riemergere isaperidella tradizione rurale che significa rivitalizzare le culture di un territorio per riappropriarsene e riattualizzarle, per innovare e ideare il futuro.
Non a caso la sapienza delle donne, il loro prendersi cura della terra, della fertilità dei suoli, della salute dell’ambiente, dell’acqua e dell’aria è stato lo slogan di Expo 2015: Nutrire il Pianeta, energia per la vita. E i nostri prodotti tradizionali, per qualità nutrizionali, facilità di produzione e per il legame identitario con il territorio e l’ambiente di appartenenza li rende testimonianza del passato ma anche speranza e indicazione per il futuro.
Due – dicono le donne dell’Anp-Cia – sono gli oggetti che evocano per noi il mondo rurale: la grattugia, che porta con sé anche un aspetto rievocativo in quanto, da alcuni antichi manoscritti, risulta che veniva data in dote alle spose delle famiglie benestanti, e la madia, dove si faceva e si conservava il pane, espressione del legame del contadino con la tradizione e incontro tra la produttività della terra e la capacità contadina di trasformare.
E’ impossibile che tutto questo si possa evocare in una catena industriale di produzione, pur utilizzando, ne siamo certe, prodotti di qualità e ci auguriamo provenienti dalle nostre aziende agricole lucane.
Ott 20