Il 19 ottobre scorso il consigliere regionale Gianni Leggieri, consigliere regionale M5S, ha presentato una mozione con cui sollecita la Giunta Regionale a ricorrere alla Corte Costituzionale contro il famigerato Decreto Legislativo N. 177 del 19 Agosto 2016, denominato “Madia”, in materia di razionalizzazione delle funzioni di Polizia e assorbimento del Corpo forestale dello Stato, che avvia il processo di smembramento del CFS.
Il Corpo forestale dello Stato, giunto al compimento del 194°anno di età, espleta attività istituzionali di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza finalizzate alla tutela dell’ambiente e della filiera agroalimentare svolte per conto dello Stato. Ma molteplici ed importanti attività di polizia amministrativa e di protezione civile vengono garantiti dai reparti del CFS, dislocati sul territorio lucano, per conto della Regione Basilicata. Infatti, rimanendo fedeli al loro principio di tutela delle foreste e della natura, l’Amministrazione forestale sottoscrive, da molteplici anni, apposita convenzione con l’istituzione regionale al fine di effettuare attività quali “lotta attiva agli incendi boschivi e allo spegnimento con mezzi aerei degli stessi; controllo del manto nevoso e previsione del rischio valanghe; controllo delle acque interne, la tutela delle foreste nonchè una serie di attività consultive e statistiche connesse” .
Le attuali capacità di intervento nei vari e diversi settori di cui il Corpo Forestale dello Stato si occupa, inclusi quelli di pertinenza regionale, discendono da una specifica formazione e dall’esperienza maturata nel corso di decenni dal suo personale, nei vari settori di attività, tra cui non ultimo i controlli nella filiera agroalimentare.
Il D.Lgs. n. 177 /2016 disciplina l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato da parte dell’Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Ministero delle Politiche Agricole ma, di fatto, ne sancisce la definitiva soppressione con il pericolo, concreto, che si possano perdere le professionalità “costruite” negli anni.
La norma statale in argomento è illegittima perché invade la sfera di competenza assegnata dalla Costituzione alla Regione Basilicata; ma ciò che rende il tutto un grave nocumento per il nostro territorio è la previsione che il personale attuale che raggiungerà i requisiti pensionistici non sarà sostituito da soggetti in possesso della stessa formazione specifica e le attuali funzioni del Corpo Forestale dello Stato saranno dislocate tra Amministrazioni non coordinate tra loro.
Se ciò accadesse lo scadimento dell’efficacia del servizio attualmente svolto dal Corpo Forestale dello Stato costituirebbe pericolo di grave ed irreparabile danno in tutti gli ambiti nei quali il Corpo opera.
Pertanto si è chiesto alla Regione Basilicata, in persona del Presidente della Giunta, un’azione forte e decisa con un unico intento, ossia quello di tutelarsi rispetto a tale unilaterale ed illegittima decisione del Governo nazionale promuovendo ricorso per conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato e delle Regioni avanti alla Corte Costituzionale entro il termine di 60 giorni dalla pubblicazione avvenuta il 12 settembre 2016 ossia entro il 11 novembre 2016 (art. 39 L. n. 87/1953);
Inoltre, atteso il pericolo di danno grave e irreparabile che l’assorbimento – rectius soppressione del Corpo Forestale dello stato comporta, è necessario, ex art. 40 L. n. 87/1953, che nel predetto ricorso sia formulata istanza di sospensione dell’esecuzione del D.Lgs. 177/2016.
Speriamo in un atto di coscienza da parte di tutte le forze politiche, riteniamo che oggi debba esserci una condivisione di fini che potrebbe, altrimenti, costare caro al nostro territorio.
Ott 23