Alla conferenza stampa hanno partecipato il presidente Bruno Rizzi e quattro componenti del direttivo dell’associazione: Vincenza Coretti, Gianluca Parente ed Eustachio Coretti.
La poetessa materana Antonella Pagano con il suo poema: “Raccoglierò le lacrime di tutte le donne” ha stigmatizzato poeticamente la Giornata Mondiale della bambina e dei diritti della bambina nel Convegno multidisciplinare organizzato dalla Consulta Femminile Interassociativa milanese che mette insieme 16 associazioni femminili rappresentate a livello nazionale ed internazionale. Di seguito l’intervista ad Antonella Pagano.
Milano ha stigmatizzato con un grande Convegno la Giornata Mondiale della bambina -voluta dalle Nazioni Unite -, Lei era tra le relatrici, ce ne vuole parlare?
Le problematiche e le realtà sociali così come i diritti dell’Uomo attraggono da sempre il mio interesse umano prima e professionale in parallelo. Parlare e occuparsi dei diritti delle bambine, vieppiù. Mi riempie di gioia il fatto che le Nazioni Unite abbiano voluto istituire la Giornata Mondiale della bambina. Mi riempie il cuore di gioia aver potuto portare il mio contributo di sociologa e poeta, come dire: in sintesi di sensibilità professionale e poetica; fa del mio lavoro diuturno una ragione giusta e bella. Per questo ne parlo con gioia e ne ho preso parte con gioia. Il PIL, vorrei tanto invece parlare di PIG: prodotto interno di gioia – non viene ancora misurato metodicamente in Italia; ne sono una forte sostenitrice. Ad ogni buon fine, ho portato la parola di donna del Sud, appulo-lucana-materana-romana-italiana insieme al dono della edizione speciale -editata ad hoc- del mio Poema: “Raccoglierò le lacrime di tutte le donne” insieme al quale ho desiderato vi fossero i pensieri della dott.ssa Laura Caradonna, Presidente della Consulta Femminile Interassociativa milanese e dell’Avv. Stefania de Toma, Coordinatrice del C.P. Club Unesco Matera. Il mio dono tangibile a: “Fin da bambina”, Convegno multidisciplinare dedicato ai diritti della bambina. “Un paese è civile nella misura in cui rispetta i bambini”, diceva qualcuno, io aggiungerei nella misura in cui rispetta, ama e pone in essere azioni che siano concrete ed eque sia rispetto ai bambini, che alle bambine. Ho pensato di utilizzare il registro poetico insieme a quello sociologico nella consapevolezza del fatto che molto più spesso di quanto si pensi, prima di ascoltare il contenuto di quello che si dice, ascoltiamo la musica delle parole. Pertanto, per essere ascoltati veramente, ovvero, per far sì che il messaggio arrivi è importante che ogni cosa sia detta non come si sia in ruolo di teoreti, bensì di innamorati e non perché lo si sappia fare, ma perché lo si è. Io sono innamorata della vita, dell’umanità, dei fiori e dei monti, dei bambini e delle bambine e mi piace dichiararlo con gioioso candore e serena semplicità. Convinzioni e dichiarazioni che vengono da lontano e hanno a che vedere con la mia personale vita. Quanta strada ho, infatti, percorso dalla pancia della mia mamma per le vie del mondo, sino ai più piccoli paeselli in cui ho sostato, da quelli del Mezzogiorno d’Italia sino alle Alpi. E quanti Maestri-Maestre ho avuto la fortuna di incontrare, dal vecchio contadino dietro la mia casa in quel di Montescaglioso, sino alla fornaia Mammacola, alla splendida Adriana, Presidente di associazione in Vittorio Veneto,
2
adesso a Laura in Milano come a Martina, straordinaria bambina, oggi giovane donna in Mazara del vallo. La mietitura, la lavorazione del grano, il mettere sapientemente insieme tante donne e far fruttificare le loro abilità e le loro sensibilità, far sì che illuminassero anfratti della mia mente e del cuore…portare con me la novantenne nonna che, pur non avendo più l’uso delle gambe, sapesse essere utile ancora e ancora all’economia familiare…in una stalla in campagna a guardare il bestiame, intanto che i giovani facevano rientro a casa dai campi…è imparare la vita. Sapere delle giovani startapp, del giovane italiano che ha messo a punto la più avveniristica stampante 3D è imparare la vita ed esserne anche fieri, gioiosamente orgogliosi. Dunque ho imparato intanto che andavo per fossi e fianchi boscosi, per autostrade e pendii e acquazzoni e pratoline di marzo, mentre le fiabe che la vecchina mi raccontava si facevano storie vissute tra palazzi e vicoli, carte scritte, libri e tomi di psicologia e medicina, sociologia, teologia e tecnologia che imparo e…il sole d’estate scaldava, faceva e fa diventar d’oro le spighe e gli acquazzoni diventavano e diventano fertili diluvii di parole sagge e magistrali, ecco: magistrali! Le ho vestite tutte quelle parole, sono stata prudente a non lasciarne nessuna al vento dell’indifferenza, semmai le ho lasciate cullare al vento dell’amore, al tepore fluttuante della cura. E’ così che il grano s’è fatto pane e le parole son diventate azioni. E’ così che ho generato la mia prima equazione: ”Che la bella parola sappia farsi bell’azione”. Compiti a casa e compiti lungo le strade agiti con tutti gli Altri e tutte le Altre, in quei fertili campi che l’incontro sa fertilizzare. Incontra gli Altri: in, con e tra gli altri. Ecco come la vita, ancora una volta e sempre sa sorprendermi e ancora per tanti versi m’ha sorpresa nella giornata di studio, riflessione, condivisione intorno e dentro alle problematiche che riguardano l’educazione e il rispetto della bambina perché nella vita possa crescere in forma equilibrata e serena.
Ha parlato d’una Consulta interassociativa, può parlarci di questa realtà sociale?
La Consulta Interassociativa Femminile di Milano è un’Associazione di ben 16 Associazioni femminili professionali e di servizio, con missioni diverse sì, ma unite nello spirito e nel lavoro di squadra in campo nazionale ed internazionale. Nata nel 1963 a Milano con un accordo interassociativo che germogliava intorno alla consapevolezza che molti dei problemi della comunità cittadina interessavano le donne, e che l’unione delle forze le avrebbe rese più incisive. L’analisi dei problemi sociali emergenti e cogenti, la collaborazione con le Istituzioni del territorio si sarebbe tradotta, di fatto e ben presto, in efficacia e in elevata qualità della vita. Tutte le pubblicazioni informative presero a diffondersi: Consigli di Zona, Consultori, Istituzioni scolastiche superiori, Università; prese ad interagire con la Consulta regionale e provinciale, con il Consiglio Regionale della Lombardia, i vari Assessori ai Servizi Sociali, Associazioni e privati, un lungo e significante cammino sino alla elezione della dott.ssa Laura Caradonna, attuale Presidente, che già da anni aveva messo a disposizione di istituzioni ed organizzazioni femminili nazionali ed internazionali tutta la propria esperienza corroborata, fra l’altro, dagli innumerevoli ruoli di leadership in organizzazioni internazionali: il Premio ITwin per esempio; l’opinion leader in riviste del campo medico e scientifico, l’organizzazione del Meeting Internazionale BTOB WOMEN IN BUSINESS ETHIC -svoltosi durante l’EXPO 2015- con rilevantissimo successo di pubblico, critica ed esiti concreti. Non ultimo impegno della Caradonna è la guida di: “Tutti più educati”, significativa associazione no profit. A lei si deve il nome del Convegno: ”Fin da bambina” che in via Fabio Filzi, nella Sala Pirelli della Regione Lombardia, in collaborazione con l’Assessorato al Reddito di Autonomia e inclusione Sociale della medesima Regione ha messo insieme ben 28 presidenti di altrettante associazioni e tante sensibilità professionali, a cominciare dalle 16 associazioni che compongono la Consulta.
3
Ha interessato trasversalmente la tematica, e geograficamente?
“Fin da bambina” è dedicato a tutte le bambine del mondo. Ragione e importanza del momento di riflessione sono stati raccolti e fatti propri da: Francesca Brianza, Assessore al Reddito di Autonomia e Inclusione sociale; Giulio Gallera, Assessore al Welfare entrambi della Regione Lombardia; Pierfrancesco Majorino, Assessore alle Politiche Sociali, Salute e Diritti del Comune di Milano; Roberto C. Rossi dell’Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri di Milano; Remo Danovi, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano; Cinzia Pecchio, Presidente Consulta Femminile Regionale Piemonte; Milena Romagnoli, Presidente Consulta Interassociativa Genova; Adriana Stramignoni, Presidente Consulta Interassociativa di Torino; Margherita Franzoni, Presidente Delegazione Lombardia AIDDA e Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda; Rosalba Saletti, Presidente Rotary Club Villa Reale Monza; Isabella Bossi Fedrigotti, Presidente Plan Internazionale Italia (Affiliata a Plan International, la più grande ed autorevole ONG al mondo, da 75 anni impegnata per la tutela dei diritti dei bambini e, soprattutto, delle bambine nei Paesi svantaggiati oltre che promotrice, con l’Unicef, della Giornata della bambina con la Campagna: “Bicause I am a girl”. Della Consulta: le Associazioni: ADGI Associazione Italiana Donne Giuriste Milano con l’Avv. Elisabetta Silva; l’AIDIA, Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti con la M.I. Prof. Amalia Ercoli Finzi del Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale del Politecnico di Milano; l’AIDM, Associazione Italiana Donne Medico Milano con le dott.sse Anna Maria Maniezzi, psichiatra-psicoterapeuta e Luisa di Luzio, specialista in ginecologia; l’ANDE, Associazione Italiana Donne Elettrici con la M.I. Prof. Annamaria D’Acierno, pedagogista; il CPD Centro Progetti Donna con M.I. Avv. Francesca Mosciatti; FIDAPA BPW Italy, con la Dott.ssa Adele De Leo; MOICA Lombardia, Movimento Italiano Casalinghe con la Dott.ssa Camilla Occhionorelli, segretario generale; Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori, con la Dott.ssa Pamela Pace, psicologa-psicoanalista, l’UFN Unione femminile Nazionale, con la Dott.ssa Renata Barcella- Consigliera. “E’ una RETE MAGNIFICA”, per dirla con le parole straordinarie, rassicuranti e profondamente significanti della Presidente della Consulta Laura Caradonna. Fa bene a noi tutti pensare che una rete così vasta si occupi e si preoccupi dei diritti dei bambini e, in questa circostanza, esplicitamente di quelli della bambina. E’ stato magnifico per me cogliere le dichiarazioni delle figure istituzionali. L’Assessore Brienza ha salutato l’Evento ritenendolo segnale di evoluzione sociale e culturale che si fa ancora più significante allorchè si pensi che ben 600 milioni di adolescenti, tra i 10 e i 19 anni, non riescono e non possono esprimersi come vorrebbero e come sarebbe giusto. I numeri italiani sono più piccoli, riferisce l’Assessore Brianza, ma non manca tanto altro e tante forme di discriminazione. Occorre che tutte le istituzioni, la scuola e le associazioni si facciano promotori concreti d’un percorso urgente che principii con l’aiutare le famiglie ad essere con i tempi; rispetto a molte cose, infatti, la famiglia è ferma a 50 anni addietro, allorquando si credeva che il 2016 sarebbe stato assai diverso da com’è. Disagi e difficoltà chiedono politiche uniformi e mirate. Per Laura Caradonna, nel ruolo, oltre che di ideatrice, anche di mediatrice e tessitrice dell’evento, il problema più cogente insiste nella insensibilità, ovvero nella sensibilità che le istituzioni debbono nuovamente fare propria e alla quale debbono informare tutte le proprie azioni. Mi ha gratificato sentir fare eco su questo l’Avv. Silvia Bellomi dell’Ordine degli Avvocati che ha stigmatizzato la sensibilità quale ingrediente essenziale dell’azione professionale e del mettersi al servizio. “Noi prestiamo un giuramento importante”, ha detto la Bellomi “quel giuramento deve comportare il mettersi al fianco delle persone in difficoltà; mettersi al fianco anche delle scuole e delle famiglie. Farci tutti più tutelanti, più garanti dei diritti.
4
Insomma, tutti insieme schierati verso la medesima direzione”. Dall’Ordine dei Medici la denuncia della vastità numerica dei “problemi che investono anche l’Occidente, in forme differenti, è vero, ma incisivamente, per fare un esempio solo, l’uso delle bambine da parte della Pubblicità, i messaggi fuorvianti”. Cinzia Pecchio della Consulta Piemonte è per “l’urgenza d’un lavoro concorde, l’insieme che può favorire la non dispersione e la non sovrapposizione delle energie. Il primo diritto delle bambine”, dirà, “è quello di aver diritto di riconoscersi diverse dai maschi. La parità di diritti, infatti, non è uguale né alla parità di essere, nè alla parità di condizioni; assurdo, pertanto, lottare per essere uguali ai maschi. Pari è diverso da Uguali, ed oggi si sta sbagliando fino ad arrivare al Gender. E’ urgente la medicina per le Donne come l’operare insieme per le differenze specifiche femminili”. Le fa eco il pensiero mitigante di Laura Caradonna:”… è innegabile che vi siano molti uomini che hanno imparato ad amarci e rispettarci”. Margherita Franzoni dell’Aidda mentre principia rammentando “d’essere cresciuta nell’azienda di famiglia, d’essersi sentita ripetere all’infinito che prima di tutto bisognava esser brave e che non bisognava risparmiarsi”, non nega, in tutta onestà intellettuale, che “sin da allora, esisteva ed era praticata la corsia preferenziale per il maschile; che rispetto al genere maschile non si prendeva granchè in considerazione il merito e che, ancora oggi, nella nostra società, il merito non è premiato; che il genere femminile è pari al 50% della popolazione, ragion per cui ha un peso politico né minimo né minore, che lo stesso peso lievita ove si consideri che le donne sono anche le mamme e le sorelle dell’altro 50%”. Conclude affermando accoratamente che “evidentemente, da mamme, non siamo state in grado di incidere nell’educazione del genere maschile”.
Cosa pensa lei delle donne capitane d’azienda?
Non sono imprenditrice nel senso canonico, ma imprenditrice della famiglia si. Peraltro, anche la conduzione della famiglia, negli ultimi anni, s’è fatta sempre più complessa, tra le tante cause, non ultima, è la disattenzione dei governi che si sono succeduti. Per conto personale continuo ad imparare dalle altre donne, ecco Rosalba Saletti del Rotary:“ho dovuto prendere il timone dell’azienda dopo la morte di mio marito” e, con fierezza, ha ammesso d’avercela fatta; con altrettanta fierezza ci ha raccontato di appartenere a quel 1.200.000 rotariani del mondo che rispondono alla mission Rotary che è quella di: servire al di sopra di tutti gli interessi personali, oltre ad essere particolarmente impegnati sul fronte della salute materna ed infantile, sul bisogno di cibo, sul diritto alla salute e alla istruzione”. Isabella Bossi Fedrigotti, di Plan Italia ci documenta e informa rispetto al Plan, l’ONG più antica del Mondo. Plan si occupa di ben 62 milioni di bambine che non frequentano nessuna scuola; di tantissime bambine infette da AIDS, di una bambina/ragazza che ogni 6 secondi è costretta a sposarsi. Prioritaria è la scolarizzazione delle bambine; può essere il deterrente a situazioni del genere che ha visto con i propri occhi: in case in cui c’erano bambini maschi e bambine, i maschi erano ben curati, vestiti, lavati e alimentati bene, le bambine non curate, non vestire, non lavate, malnutrite etc. Perché? Bicause I am a girls. Basterebbero solo 10 euro al mese per sostenere ben due azioni: una in Sierra Leone: volta alla tutela della salute e della riproduzione sessuale; una in Etiopia: per favorire le voci delle bambine. Bambine violentate anche lungo le strade da compagni e/o insegnanti”. Renata Barcella dell’Unione Femminile Nazionale – sorta nel 1899 a Milano – associazione storica, gloriosa, assolutamente trasversale anche per formazione culturale, spende il suo intervento per affermare che le bambine debbono essere soggetti e non oggetti e che nulla deve distogliere dall’esercizio dei -diritti e del loro rispetto: libertà, uguaglianza, diritto alla vita anche per le bambine senza tetto di Calcutta, là e dovunque l’aggravante consista solo nell’essere femmina. Deve essere loro assicurata la tutela giuridica e combattuto l’essere bersaglio della pubblicità. Plauso pieno al 1°
5
Documento di genere: La Carta dei diritti della bambina che deve, a suo parere, riguardare in primis i genitori, spesso trasmettitori inconsapevoli di stereotipi di genere. Ha piacere di comunicare che Milano ha numerose istituzioni che si occupano delle bambine povere e prostitute. Fra le tante, rammenta l’Asilo Mariuccia, nato nel 1901 allorchè la Mariuccia di cui reca il nome morì”. Il Centro Donna è impegnato nel far si che sia assicurata equità di Diritti, nel sollecitare gli Stati, tutti gli Stati, perché promuovano diritti specifici per la donna, in ispecie per le bambine; che offrano opportunità alle più povere e trascurate. Barbarie è il solo pensare alle bambine mai nate, quelle che non nascono perché viene praticato l’aborto selettivo. Aborto selettivo, tratta delle spose, madri prima del compimento dei 18 anni (che spesso perdono la vita al parto quando non muoiono anche i figli partoriti, per scarsità di cibo…), mancata preparazione ad una maternità consapevole, lavoro in condizioni di schiavitù, violenza, emergenza sanitaria che ne discende, sono indiscutibilmente tutte violazioni dei Diritti umani. E l’Occidente non ne è indenne; registra in misura sempre crescente il fenomeno del bullismo e dell’identificazione nella pubblicità. Plaude, quindi, alla Carta di Milano che prevede esplicitamente la tutela dell’immagine della bambina e l’impegno nell’evitare stereotipi, sempre difficili da sconfiggere. Laura Caradonna, a tal punto, sottolinea come vi siano Paesi del mondo e culture per le quali sussistono pratiche “religiose” per nulla accettabili, men che meno eticamente; uomini che fanno alle donne cose per le quali non sentono alcun senso di colpa; cose che vengono fatte ricadere nell’alveo della tradizione. Per tutto questo la Caradonna si augura l’avvento, a livello planetario, della Coscienza Collettiva del 3° Millennio, che si consolidi e diventi operativa in tutte le latitudini.
Una “Coscienza collettiva planetaria” nel 3° millennio, ma sul piano giuridico?
E’ poetico pensare ad una “Coscienza collettiva planetaria”, come ha detto la dottoressa Laura Caradona, ma è anche assai pragmatico, forte come pensiero e come azione conseguente; Elisabetta Silva, dell’Associazione Giuriste, trova “fondamentali i documenti: Carta di Milano e Carta dei Diritti dell’Unione Europea, tanto quanto è fondamentale occuparsi della parte della vita in cui le donne sono bambine. Del resto” dice “noi donne siamo il prodotto dell’educazione che abbiamo ricevuto e poichè il Genere è anche apprendimento, è importante ci si occupi di quello stadio della vita rispetto al quale si registra l’aumento delle vittime dell’abuso, della pedofilia, del cyberbullismo. La nostra società non è ancora pronta nè abile a gestire il cyberspazio, spazio artificiale che nasconde moltissime insidie e ancor più pericoli; spazio che offre molte opportunità a chi sa ben profittare delle giovani vite femminili; bambine violate nel web e finite nella tana dell’orco; orchi che conoscono tutte le metodologie per entrare in contatto con le bambine e le ragazze. Una fan page che sembrava occuparsi innocentemente di Orsi, in verità, nascondeva un adulto che riusciva a guadagnarsi la fiducia delle bambine sino ad arrivare all’incontro fisico. Occorre educare i genitori a controllare. E’ fondamentale che i genitori non abbiano paura di fare i genitori; che controllino i molti gruppi di bulli che sanno e riescono ad annientare la personalità delle bambine e che sanno anche profittare della facilità con cui le ragazzine inscenano spettacoli di se stesse spesso assai imbarazzanti, a volte anche solo per ottenere una ricarica telefonica. A salvaguardia dei rischi cui sono esposte le bambine è intervenuta la legge che contrasta proprio il cyberbullismo e che prevede: l’identikit del bullo, l’oscuramento del web – prima impossibile, la creazione di un docente anti-bullo per ogni scuola (personale che sarà formato ad hoc), una forte stretta sullo stolking telematico, l’ammonimento da parte del Questore etc…le nostre bambine hanno bisogno dell’aiuto di tutti noi. Dai bulli nessuna è protetta”.
Violenze, mutilazioni, infibulazioni, in Italia come in altri Paesi, cosa ne pensa?
6
Barbarie! Visioni che feriscono la mia anima, che non mi fanno dormire! E’ vita strappata alla vita, è futuro femminile fatto a pezzi, è oscurantismo, regresso, è poesia incendiata. Parlerò con le parole della dottoressa Anna Maria Maniezzi delle Donne Medico, storica Associazione fondata nel 1921 nel mondo, nel 1923 a Milano, è da sempre impegnata nella tutela delle donne nella professione e nella vita. Sostiene “sia ancora lungo il percorso prima che si dicano conquistati tutti i diritti”. Le immagini che ha portato e che scorrono sullo schermo sono sconvolgenti; “mutilazioni genitali nelle molteplici forme che tagliano la vita al 5% delle donne, che provocano danni irreversibili sia da casi di mutilazioni totali che parziali. Sono ben 125 milioni le bambine che vivono tra Egitto, Indonesia, Etiopia; presto saranno 200 milioni; numeri che spaventano ancora di più allorchè si immaginino le percentuali di abuso, violenze e mutilazioni. In Italia il fenomeno è sommerso, se ne parla sottovoce, dovremmo essere al 4° posto in Europa. Ben 193 Paesi ONU, rispetto alla Gender equality, sono coinvolti dal fenomeno dell’abuso – spesso irreparabile e irreversibile; per questo, nel 2003, l’ONU ha istituito, il 6 febbraio di ogni anno, la Giornata della Tolleranza Zero. Tocca alle società multietniche iniziare a non tollerare e fermare questa barbarie. Ledere i diritti umani è ledere i diritti della Persona, la dignità, la parità, la libertà”. E mentre scorrono immagini che la memoria vorrebbe immediatamente cancellare e che, invece, si conficcano come lame nel cuore e nell’anima, la dott.ssa Di Luzio, della stessa Associazione, “continuerà a mostrarci la clitoridectomia, l’escissione del prepuzio e del clitoride con sutura, l’infibulazione, la circoncisione faraonica, tutte praticate con pezzi di vetro e coltelli rituali, suturate con spine di acacia e filo di crine poi cicatrizzate con sterco. In Iemen, addirittura, la si pratica già a pochi giorni di vita come pratica iniziatica e che, in breve, porta a complicanze, emorragie, finanche alla frattura delle braccia e delle clavicole per via dell’ immobilizzazione forzosa. Faranno seguito: impossibilità ad urinare, emorragie post-partum, tagli cesarei incredibili, riapertura delle infibulazioni, eliminazione di quelle parti dei genitali che somigliano alle maschili; questa la si rinviene anche in Islam, oltre che tra cattolici protestanti; lo scopo? Rendere le donne più docili. In verità, il più delle volte il risultato è opposto: le donne divengono più aggressive. Non meno rilevante è sapere che molte donne chiedono e aspettano ansiose queste pratiche poiché lo esige la tradizione, perché questo apre loro -di diritto- le porte del gruppo, “di diritto” in quanto sono divenute: pulite. E’ terribile pensare che tali pratiche risalgano già a 4.000 anni fa, Erodoto ne parla nel 400 a.C. avendole riscontrate tra gli Egizi, Fenici, Ittiti, Etiopi. Il Corpo della donna: questo mistero benefico e pericoloso, contaminato e contaminante cui va vietato l’orgasmo, l’eccitazione, il piacere. Una Barbarie! Oggi si registra la “Lievissima sunna”, un intervento più piccolo, minimo, comunque utile a mantenere la tradizione. La dott.ssa Di Luzio invoca: l’universalismo dei diritti contro il particolarismo delle culture. Va abbattuta la circoncisione e il rinchiudere le donne per educarle. Sostiene che le leggi da sole non bastano e che, pertanto, va promosso l’empowerment”. Comunque la Cultura, sostiene Laura Caradonna, “è in fertile movimento. Dobbiamo impegnarci acchè la barbarie abbia termine”. Amalia Ercoli Finzi, del Politecnico di Milano esordisce col pensiero di “gratitudine verso l’invocazione dei Diritti della bambina….tanto di doveri ne abbiamo tantissimi”, prosegue utilizzando l’ironia! “Viviamo in una società in cui scienza e tecnologia sono recenti. La 1^ locomotiva l’abbiamo avuta a Ragusa nel 1896. Nel 1938 abbiamo avuto la Napoli-Portici. Oggi abbiamo in Cina il treno Harmony express che fa 487,3 km./h. e abbiamo i treni a levitazione magnetica che fanno 517 km. all’ora a Shangai. La 1^ TV è del 1936, aveva 23 valvole, la produceva la Safar, che poi fallì. Costava 40.000 lire – quando un operaio guadagnava solo 7 lire al giorno. Gli elettrodomestici sono usati dalle donne, ma fatti dagli uomini, mentr’è convinta che sarebbero migliori se fatti dalle
7
donne. Solo del 1908 è la 1^ lavatrice; il 16 giugno 1963 la Valentina Tereshkova va nello spazio; nel 1982 ci va Svetlana Savickaja di cui avremo un’unica sola foto nello spazio. Solo nel 2007-008 con la Soyuz ci andranno due donne, 50 anni dopo; due donne che sono state capaci di aggiustare i pannelli solari guasti – invece di dare energia ne aspiravano. Recente è la storia della Cristoforetti e della stampante 3D che consentirà, anche nello spazio, di realizzare qualunque cosa, strumenti che dovessero andare in avarìa; oggi possiamo verificare, con il semplice prelievo della saliva, la condizione del nostro apparato osteoarticolare, mentre, d’altro canto, la retribuzione delle donne è ancora oggi più bassa di quella degli uomini e si registra un numero superiore di maschi nei percorsi di studio scientifici e tecnologici”. Con l’ironia brillante che la caratterizza, dice….”eppure se ben guardate troverete più intelligente lo sguardo della cagnolina Laika (mandata nello spazio e condannata a morte nello spazio) di quanto non lo sia lo sguardo dell’astronauta. Laika fu scelta, infatti, per la sua intelligenza, perché era femmina e pure bastarda pertanto, quando vi si presenterà un problema molto difficile datelo da risolvere ad una donna, possibilmente anche un po’ bastarda!”
Lei ha pubblicato già nel 2013 il Poema “Raccoglierò le lacrime di tutte le donne” con la pagina dedicata alla Carta dei diritti della bambina, adesso?
Si, la prima edizione del Poema è del 2013 con annessa Carta dei diritti della bambina. Quella di oggi è una edizione speciale. La carta dei diritti della bambina, nella nuova stesura, ha espanso la sua efficacia alle bambine di tutto il pianeta, ma ve ne parlo con le parole di Adele De Leo della Fidapa BPW. “Già anni fa la Carta è stata patrocinata dalla Consulta; nella nuova scrittura il testo è stato rivisitato ed integrato; rappresenta la sintesi di quanto detto sin’ora; era deficitaria rispetto alle bambine di là dal territorio europeo, carente sul piano della medicina di genere e della tutela dell’immagine della bambina. La BPW Europe le ha conferito ufficialità, purtroppo però non ha ancora valenza giuridica, è ancora enunciazione di principi, per questo necessita del sostegno di tutte le istituzioni; attualmente gode del Patrocinio del Garante Internazionale, d’un Protocollo d’Intesa con il Consiglio regionale di Basilicata e d’ un altro Protocollo d’Intesa stipulato nel 2014 con Plan Italia”. Ne enuncia l’articolato e conclude con l’affermare che “lo sviluppo della Civiltà si fa con l’affidamento delle Coscienze. Alla bambina, donna in fieri, va conferita parità, parità da non intendersi quale: eccezionalità, bensì condizione abituale”. Camilla Occhionorelli del Moica ritiene sia l’educazione l’ingrediente decisivo per il cambiamento femminile; le bambine un tempo avevano quale unico compito quello di prepararsi al matrimonio e trovare l’uomo giusto, oggi la libertà l’abbiamo e siamo in grado di mandare avanti l’azienda famiglia che è azienda multiforme: implica il saper coordinare, saper gestire le relazioni, educare, saper fare il bilancio, curare gli anziani e via ancora, cose non certo familiari al maschile. Le bambine di oggi pensano in modo molto diverso e debbo ammettere che hanno fatto propri molti modi di fare maschili; fanno addirittura arrossire per quello che dicono e fanno. Non avremo dimenticato di educarle alla libertà?” Si chiede! “Non avremo gettato via la poesia dei sentimenti? Non avremo dimenticato che il primo progetto educativo è in famiglia? Che sono i genitori a doverlo stilare e metterlo in pratica?” Per Anna Maria D’Acierno, Past Presidente della Consulta, Presidente anche dell’ANDE (Associazione fondata nel 1946 perché le donne potessero formarsi anche politicamente, nongià partiticamente) “il percorso di consapevolezza ha da cominciare sin da quando si è bambini. La consapevolezza non è dato acquisito; occorre esplicitamente un percorso lungo il quale è importante lavorare insieme. Quanto a noi Occidentali, pensiamo di essere perfetti e invece abbiamo tutta una serie di altri tabù, si veda la cura eccessiva, quando non estrema, dell’ esteriorità – accessorio non fondamentale. E’ quel correre dietro
8
al mito dell’eterna giovinezza e dell’essere scandalose leggendo in questo una sorta di nota di merito. Occorre una genitorialità consapevole e valoriale, i modelli precostituiti non sono utili, né auspicabili. Fondamentale è lo sviluppo dell’empatia, il sapersi mettere in relazione che fa la differenza nei rapporti umani. Empatia dono naturale, ma anche da potersi costruire. Preoccuparsi di maturare la coscienza critica e rammentarsi che genitori si rimane per tutta la vita, anche aldilà dei divorzi. Essere cittadini consapevoli significa anche vivere il proprio tempo nella pienezza”. Per Pamela Pace, dell’Associazione Pollicino che si occupa della prevenzione dei disordini alimentari da 0 a 16 anni è fondamentale far comprendere che è importante nutrire il cuore. Che da zero a sei anni l’anoressia e l’iperfagia è trasversale, il 60% dei maschi e il 40% delle femmine. Dai sette anni in su’, purtroppo, si triplicano i casi al femminile. Una delle cause fondamentali sta nella precocità puberale, quindi nel rapporto corpo/cibo, quest’ultimo dai 7/8 anni, allorchè si sta riconoscendo la propria specificità soggettiva. Da 0 a 100 anni: 3 femmine a fronte di 1 maschio soffrono di disturbi alimentari. Allora che cos’è il disturbo alimentare se non un appello d’amore? Ragion per cui lo sguardo deve sapersi fare democratico e valorizzare la differenza nell’eguaglianza; occorre usare bene le Parole, poiché la Parola consente di potersi far ascoltare. La Parola consente di proteggere. Laura Caradonna torna a dire: “Siamo una rete magnifica. A tal punto, dopo le considerazioni di cui le ho detto prima, ho dato lettura del Poema: “Raccoglierò le lacrime di tutte le donne” di cui riporto solo due frammenti: “Raccoglierò le lacrime di tutte le donne/ne farò stelle per i firmamenti delle nostre città e dei paesi/calotte dicielo benevolo/coltri bellissime/suggerimenti di vita/ abbracci./Raccoglierò le lacrime di tutte le bambine/campanule, anemoni, iris e giaggioli/margherite e pratoline d’amba e smeraldo/ne farò per i giorni fioriti delle contrade della nostra vita./Raccoglierò le lacrime di tutti gli uomini/ che han smarrito il senso del genere generante genere/ma/il cesto colmerò di tutti i sorrisi degli uomini e delle donne/ che s’incontreranno, certo che s’incontreranno/per stringersi le mani ed edificare insieme la casa/la strada, il giardino, la città a misura d’uomo e di donna/di bambina e di bambino/di nonno e di nonna/mentre il poeta sta lì/a dipingere l’arcobaleno più bello/e la pittrice scrive le parole per illustrarci l’alleanza”.