Riceviamo e pubblichiamo una nota inviata da Nicola Pavese, presidente della neonata Associazione “Matera Ferrovia Nazionale” in cui si rilancia il tema del collegamento ferroviario con la città dei Sassi attraverso la tratta Ferrandina-Matera.
Sono passati due anni da quel 17 ottobre del 2014, giorno storico della proclamazione di Matera a Capitale europea della cultura per il 2019 e la città (sempre più visitata ogni giorno da migliaia di turisti italiani e stranieri) appare ancora impantanata e con le idee confuse a proposito dei collegamenti ferroviari con il resto del Paese. Salvo poi reclamare quando il Gruppo Ferrovie dello Stato Italianefa sapere che nel pacchetto dei 94 miliardi stanziati recentemente non sono previsti fino al 2026 investimenti per la Basilicata.
Intanto, l’associazione “Matera Ferrovia Nazionale”, costituita il 6 ottobre scorso nello studio del notaio Brunella Carriero, è appena nata e già fa registrare un gran parlare con tanta gente disposta ad aderire e a sostenerla. Sono 27 i soci fondatori,ecco l’organigramma: prof. Nicola Pavese (presidente); avv. Concetta Rollo (vicepresidente); dott. Nicola Andrisani (segretario-tesoriere) che con i consiglieri prof. Giovanni Caserta, rag. Erminia D’Adamo, avv. Leonardo Pinto, e arch. Lorenzo Rota formano il Consiglio Direttivo, insieme all’avv. Francesco Di Caro, nominato presidente onorario. Gli altri soci fondatori sono l’arch. Biagio Lafratta, gli ingg. Francesco Laurenzana e Antonio Zagaria, gli avv. Michele Porcari e Maria Dilillo, il notaio Michele Casino, i proff. Mario Manfredi e Maria Antonietta Cancellaro, i dott. Vito Latela e Giuseppe Vinciguerra, il medico Carlo Gaudiano, la dott.ssa Paola Saraceno, il dott. Gianni Maragno, il per. agr. Piergiorgio Quarto, il geom. Giacinto Tamburrino e il sig. Francesco De Salvo (imprenditori della città), quindi ilrag. Giocondo Fugaro,il geom. Pasquale Dattoli e il dipendente Asm – Matera Giovanni Aliuzzi.
L’obiettivo primario del sodalizio è il completamento della tratta Ferrandina-Matera al fine di stabilire collegamenti funzionali ed efficienti con la dorsale tirrenica, adriatica e jonica della rete statale. Dunque, un progetto volto a risolvere l’atavico e anacronistico isolamento di Materae della Basilicata capace di creare relazioni dirette su rotaia con il resto d’Italia e con l’Europa.
Ma la tratta Ferrandina-Matera, che rilancerebbe tutta la Basilicata valorizzando anche le incantevoli aree interne a vocazione turistica (collina materana, Dolomiti Lucane, Rifreddo, Sellata e il comprensorio del Marmo-Platano), può rivelarsi particolarmente importante anche per la Valbasento (dove dovrebbe sorgere la piattaforma logistica del porto di Taranto) e per le zone industriali di Jesce e La Martella. È risaputo, infatti, che la spedizione delle merci delle aziende è un problema irrisolto e di lunga data, in quanto si svolge su gomma percorrendo le strade sgangherate e pericolose della Basilicata. E non risulta trascurabile l’impatto negativo circa la sicurezza stradale, l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini lucani. Ecco perché è necessaria una ferrovia capace di raggiungere dalle diverse aree industriali della regione i grandi porti del Sud: Taranto, Bari, Salerno e Gioia Tauro.
Per queste ragioni,oltre ai parlamentari, alle istituzioni politiche regionali e locali, nostri interlocutori saranno anche le organizzazioni imprenditoriali dei diversi settori e i sindacati. Quindi, si farà una serie di incontri con i sindaci e le comunità dei centri dell’asse basentano perché siano informati e coinvolti nel progetto di “Matera Ferrovia Nazionale”. Per questo l’Associazione avrà presto dei coordinatori nei paesi della provincia, chiedendo condivisione, una larga adesione e attivismo. Serve, infatti, una mobilitazione motivata e collettiva soprattutto se si tiene conto che dalla nostra regione negli ultimi due anni sono partiti in cerca di fortuna oltre 6 mila corregionali. E altrettanto allarmanti sono i dati presentati nei giorni scorsi dal Rapporto 2016 della Caritas che ha individuato proprio nelle giovani generazioni “i nuovi poveri”. Tutte questioni che per la loro risoluzione necessitano di adeguati investimenti perrilanciare le imprese e l’economia, rivitalizzando il nostro territorio con il tracciato ferroviario Napoli-Salerno-Potenza-Matera-Bari-Metaponto-Taranto. Collegamenti capaci di migliorare la mobilità e sviluppare anche scambi culturali e turistici con la costiera amalfitana, Pompei, Caserta, il Cilento (in Campania) e con il Salento, la Terra di Bari e il Gargano (in Puglia). Quindi con le aree più privilegiate del Sud.
Con piacere apprendiamo la notizia dell’ultima ora: la commissione Trasporti della Camera ha deciso di ascoltare il parere dell’Amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana per la Ferrandina-Matera. La partita, dunque, è ancora da giocare, non è il caso di arrendersi.
La Ferrandina-Matera (Bari), infatti,deve diventare un volano per consentire un rilancio di aree regionali sempre più depresse e abbandonate. E Matera, in tutto ciò, deve avere un ruolo strategico e determinante per la regione e per il Sud. Caso contrario si andrà lentamente verso lo spopolamento e lo smembramento della Basilicata.
Non ci sembra poco.
Nicola Pavese, Presidente Associazione “Matera Ferrovia Nazionale”