Per Coldiretti Basilicata è necessario che all’approvazione della legge sul caporalato faccia seguito una stretta della legislazione sulle frodi con la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900. “Anche in Basilicata, che è stata vittima di fenomeni di caporalato proveniente da aree limitrofe e da comprarti sociali che non appartengono alle imprese agricole del posto che perseguono sicurezza sui posti di lavoro e dignità umana e lavorativa, sono necessarie pene e controlli rigorosi – ha evidenziato il presidente regionale di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto – che colpiscano il vero lavoro nero e lo sfruttamento, portando alla luce quelle sacche di sommerso che peraltro fanno concorrenza sleale alle imprese regolari che hanno già intrapreso un percorso di trasparenza e sulle quali finiscono per concentrarsi esclusivamente oggi le azioni di verifica. E’ necessaria però anche una grande azione di responsabilizzazione di tutta filiera, dal campo alla tavola, per garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore che non è possibile se le arance nei campi sono sottopagate a 7 centesimi al chilo e i pomodori poco di più”. Per Coldiretti Basilicata si tratta di una legge essenziale per depotenziare il fenomeno dello sfruttamento in agricoltura, ma certamente non sufficiente per eliminarlo in maniera definitiva. “Il problema del rispetto della dignità dei lavoratori – ha aggiunto il direttore regionale di Coldiretti Basilicata, Francesco Manzari – deve valere anche per i prodotti importati che arrivano in Italia spesso sottocosto per effetto dello sfruttamento del lavoro, anche minorile, e dell’ambiente. Se i prodotti agroalimentari italiani sono ora garantiti, sono molti i prodotti importati sui quali pesa addirittura l’ombra dello sfruttamento minorile. Nonostante tutto, c’è da sottolineare che con questa legge il cibo da ora in poi non è solo tracciato all’origine e dal territorio, ma anche dall’etica e dal rispetto umano, e le imprese che aderiscono a Coldiretti da sempre hanno preso la strada della formazione, della sicurezza sui posti di lavoro, avvalendosi di professionisti che periodicamente si recano sulle aziende agricole per il rispetto delle leggi in materia lavoristica”. Ad ogni modo la legge riconosce un fenomeno di dimensioni troppo estese per poter essere ignorato. “E’ importante – ha concluso Quarto – la volontà di procedere ad attraverso un’articolata operazione di riordino degli strumenti esistenti e di adeguamento degli stessi ad un contesto caratterizzato da forme diffuse di criminalità organizzata che alterano la leale concorrenza tra le imprese ed espongono a continui pericoli la salute dei cittadini”.
Ott 26