“Una aggressione ai volontari della croce rossa italiana è stata attuata ieri nel campo di accoglienza di Venosa per migranti stagionali”. Lo riferisce, in un comunicato stampa, Pietro Simonetti, coordinamento politiche migranti della Regione Basilicata. La struttura di Venosa, in fase di chiusura per il termine della campagna di raccolta di pomodoro e uva e olive, unitamente a quella di Palazzo, ha vissuto, come negli ultimi tempi momenti di tensioni organizzati e gestiti da caporali e sodali. Dopo la bonifica di Boreano i campi di Venosa e Palazzo hanno ospitato circa 400 migranti a partire da maggio. Il campo di Venosa è stato aperto su richiesta dell’amministrazione comunale e della Prefettura, due mesi prima dell’inizio della campagna di raccolta a seguito dell’incendio del sito abusivo di Boreano. Il nucleo dei caporali di Boreano e altri siti hanno cercato di gestire il processo di accoglienza in vari modi. Sono iniziate le attività diffamatorie contro la Cri per svalutarne le attività. Durante ed alla fine della gestione dei campi, in particolare di Venosa, sono state ripetute le intimidazioni, compreso un incendio organizzato nei pressi del dormitorio. Nonostante vari tentativi di intimidire e condizionare per ottenere il riconoscimento di presenze e domicilio di irregolari si è arrivati al termine della stagione. Caporali e sodali, come testimoniano atti e materiali, hanno continuato ad intimidire. Alla data dell’annuncio della chiusura del dormitorio di Venosa erano presenti circa 45 migranti. La Cri ha accompagnato oltre 20migranti alle stazioni di Candela e Foggia per altre destinazioni di lavoro. Successivamente 18 migranti hanno trovato soluzioni abitative nell’area del Bradano. Sono rimaste nel campo 7 unità. Ieri sono state danneggiate anche docce e bagni. Nel pomeriggio l’ultima aggressione alla Cri. Gli attori neri o indigeni “dell’industria del caporalato”, in parte individuati, irregolari o espulsi dall’Italia dovranno rispondere di quanto accaduto. I caporali agiscono in ambienti dove si confondono i vari gruppi che sostengono i ghetti e il circuito sottostante. La nuova legge sul caporalato, i protocolli, la presa di coscienza delle comunità e l’impegno delle prefetture, de comuni, degli ispettori del lavoro, forze dell’ordine, che ringraziamo per il forte lavoro – conclude Simonetti – saranno molto utili a partire da oggi e per la campagna 2017”.
Ott 31