Il materano Franco Vespe ha inviato alla nostra redazione alcune riflessioni in vista del prossimo referendum costituzionale. Di seguito la nota integrale.
Ci stiamo accingendo ad affrontare un referendum confermativo della riforma costituzionale partorita in modo francamente sconcertante, aldilà del merito, sul quale è meglio fra l’altro stendere un velo pietoso. I costituenti previdero la possibilità di cambiarla ma pretesero che in parlamento si raggiungesse una maggioranza qualificata del 67%. Previdero il ricorso al referendum confermativo nel caso esse fossero passate in parlamento con maggioranza semplice. E’ chiaro che la loro volontà comunque fosse quella di giungere ad una convergenza la più ampia possibile e che coinvolgesse anche l’opposizione. La costituzione è la casa di tutti! La costituzione italiana fu approvata il 22 Dicembre 1947 con l’84% dei voti favorevoli! Nelson Mandela quando nel 1993 vinse con largo margine le elezioni in Sud Africa ringraziò il suo popolo che non gli fece superare la soglia dei 2/3 dei suffragi: “Così potremo scrivere la costituzione del nostro Paese con i bianchi” disse. Della Costituzione approvata nel 1947 sono sanciti dei valori chiave che hanno saputo disinnescare le ragioni che originarono i due terribili conflitti mondiali. Forse il principale fra questi è il principio personalista. Il bellissimo art. 2 recita: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.” La tutela dei Diritti dell’uomo sono il fulcro intorno al quale la Costituzione ruota. Le grandi ideologie Hegeliane, di destra come di sinistra, avevano anteposto ad essi valori etici collettivi (la nazione per le dottrine di destra; la lotta di classe ed il comunismo per quelle di sinistra) e modelli di società perfette a cui approdare secondo i quali le violazioni dei diritti della persona erano solo banali danni collaterali necessari. Quando all’art.2 si dice che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti…significa che lalegislazione statuale non li inventa o li crea ma essi sono pre-esistenti e vengono prima di tutto. Questo per sottolinearne il primato assoluto che la nostra costituzione ha dato ai diritti dell’uomo. Ma non basta! Pensa all’uomo non come singolo individuo ma come persona inserita in formazioni sociali, in una rete di relazioni interpersonali e di gruppo, perché si realizzi la sua personalità. Ma la cosa più straordinaria è che attribuisce alla persona ed ai corpi intermedi sociali il dovere di costruire solidarietà politica economica e sociale! Le regole costituzionali sono il telaio ma la tessitura della convivenza civile spetta alle persone ed alla risorsa sociale che riesce a produrre!
Questo concetto ipertrofico della persona è stato il salutare antidoto per scongiurare il pericolo e la tentazione di imporre società perfette. Allora la vera domanda quando ci si accinge a cambiare la costituzione è se si compromette o meno questo poderoso contrafforte.. Oggi non ci sono più ne Fascismi ne Comunismi, ma il pericolo che i diritti della persona siano compressi o violati è tutt’altro che scongiurato. Ci sono due modi per inserirsi e guidare i processi della globalizzazione. Il primo è guidato dalle multinazionali e dalla loro potentissima azione culturale di omogeneizzazione e di uniformità dei bisogni e degli interessi dell’uomo sul globo terrestre per favorire produzioni di massa su scala mondiale. Il secondo invece, quello più sano,è guidato dalla risorsa sociale (gli USA la ricercano; mentre Cina ed India se la tengono ben stretta) : la cultura, la tradizione, la storia, l’arte dei popoli. La prima forma di globalizzazione, come dicevamo, sembra ormai vincente. Ha dalla sua potentissime bocche di fuoco culturali veicolate dalla pubblicità che hanno come obiettivo quello di plasmare bisogni ed interessi effimeri indotti e spacciarli per primari. Essi però, per pervadere meglio i mercati,hanno la necessità di destrutturare la persona e la risorsa sociale che si costruisce attraverso le relazioni interpersonali. E’ più facileplasmare i bisogni di individui isolati, ovvero persone privati di sinapsi relazionali. E’ più facile se si trasformano le persone in “consumatori” universali! Insomma se i crimini contro la persona venivano perpetrate dalle ideologie hegeliane, oggi questo avviene con il pensiero unico Neo-liberista ormai dominante grazie ai potenti mezzi delle multinazionali . Con essa ugualmente si attenta e si sacrificano i diritti della persona così come fecero Fascismo e Comunismo. La cultura neo-liberista come le vuole allora le costituzioni ? Basta leggersi od ascoltare le proposte per la riforma delle costituzioni dell’Europa Meridionale fatta dallaJP Morgan.
http://www.primadanoi.it/video/italia/568709/referendum-costituzionale—la-jp-morgan-dietro-le-modifiche-volute-da-renzi-.html.
Chi scrive non è complottista, ma la proposta di Renzi sembra essere una fotocopia impressionante delle proposte della costituzione targata JP. Così, a parte le numerosissime ingenuità o soluzioni irrealistiche proposte (Un Senato dopo-lavoristico che deve trattare materie gravosissime!) le nuove soluzioni proposte nella riforma vanno nella direzione di destrutturare la tutela dei diritti dell’uomo fino a strapparle il compito di promuovere solidarietà economica, sociale e finanziaria come recita l’art. 2. Bisogna cambiare sì la Costituzione, ma per allargare e rafforzare le tutele dei diritti dell’uomo e creare robusti contrappesi per arginare i guasti della cultura neo-liberistica, di casa oramai in Europa e straripante nel mondo;non certo per arrendersi ad essa. Chi vi scrive per esempio non digerisce la resa definitiva alle politiche imposte dall’Unione Europea che dovranno essere recepite tout cour (art.117) e che fa dell’equilibrio di bilancio (art.97 ) un mantra indiscutibile. Non dispiacerebbe piuttosto che sia scritto nella Costituzione che l’Italia si impegna a far valere i principi dell’art. 2 in ogni trattato internazionale e per ispirare le politiche dell’UE. E che cosa dire del Senato che non sarà votato dal popolo? Non è questa una insopportabile sottrazione di sovranità al popolo italiano ed un danno per la sua risorsa sociale ? Non è andarequesto nella direzione indicata dal JP Morgan ? Il NO secco e forte alla riforma “JP” è d’obbligo; ma il giorno dopo della vittoria occorre recuperare l’autentico spirito costituente e ripartire dalla tutela dei Diritti dell’Uomo oggi!
Francesco Vespe
A furor di popolo voteremo tutti NO.
Pasquale Fontana