Approvare subito e rendere immediatamente operative le “Linee guida per il corretto inserimento nel paesaggio degli impianti alimentati da fonti rinnovabili con potenza non superiore a 1 Mw” contenute in una delibera della Giunta regionale. E’ la richiesta che i sindaci di Balvano e Tricarico, Costantino Di Carlo ed Angela Marchisella, hanno ribadito ieri nelle audizioni tenute in terza Commissione consiliare. Sullo stesso argomento l’organismo presieduto da Vincenzo Robortella (Pd), ha ascoltato anche Antonio Genovese, in rappresentanza del sindacato delle imprese edili, ed Enza Di Bello del comitato di cittadini della contrada “Piani del Mattino – Costa della Gaveta”, alla periferia di Potenza.
Lo stesso presidente Robortella, nell’avviare la discussione, ha sottolineato la volontà dell’organismo presieduto di deliberare le Linee guida al fine di rispondere in tempi celeri alla necessità di razionalizzare il procedimento autorizzativo su scala regionale.
Con le Linee guida, in attuazione della legge regionale n. 54/2015, si intende sostenere la riduzione dei consumi di energia, promuovere lo sviluppo delle energie rinnovabili sul territorio e definire standard di qualità ambientale e paesaggistica nello sviluppo delle energie rinnovabili. Il dispositivo, nelle more della redazione del Piano paesaggistico regionale, risponde alla necessità di razionalizzare il procedimento autorizzativo in riferimento alle tematiche relative alla tutela dei valori ambientali, paesaggistici e culturali che ogni territorio esprime in modo distintivo e identitario.
Le aree sottoposte a tutela del paesaggio, del patrimonio storico, artistico e archeologico e quelle comprese nel Sistema ecologico funzionale territoriale sono le macro aree tematiche considerate non idonee all’installazione di questi impianti. In particolare, per gli impianti eolici, fotovoltaici e solari fotovoltaici non sono ritenuti idonei: i siti del patrimonio Unesco (I Sassi e il parco delle chiese rupestri di Matera); i beni monumentali esterni al perimetro dei centri urbani; i beni di interesse archeologico; i tratturi vincolati; le zone di interesse archeologico; i beni paesaggistici ope legis; i territori costieri; i laghi ed invasi artificiali; i fiumi, torrenti e corsi d’acqua; i rilievi oltre i 1200 metri; i boschi; gli usi civici; le aree sottoposte a modalità di tutela A1 e A2 nei Piani territoriali paesistici di area vasta (Ptpav); le aree soggette a verifica di ammissibilità nei Ptpav; i centri urbani; i centri storici. Per gli impianti idroelettrici non sono idonei: i beni paesaggistici ope legis; le aree sottoposte a modalità di tutela A1 e A2 nei Ptpav; le aree soggette a verifica di ammissibilità nei Ptpav; i centri urbani; i centri storici; i siti Rete Natura 2000.
Le Linee guida stabiliscono, inoltre, i parametri e le prescrizioni per il corretto inserimento nel territorio e nel paesaggio degli impianti alimentati da fonti rinnovabili. Determinante il minimo impatto sul territorio attraverso il ricorso alle migliori tecnologie disponibili per assicurare la compatibilità con la continuità delle attività agricole e la tutela del paesaggio agrario ed urbano.
Nelle audizioni tenute ieri in Commissione il sindaco di Balvano Di Carlo ha sottolineato in particolare che le linee guida, oltre a prevedere la distanza fra le pale eoliche e le strade comunali dovrebbero stabilire la distanza minima delle pale eoliche dalle abitazioni e dalle abitazioni rurali in particolare. Le fideiussioni dovrebbero inoltre servire anche per coprire i costi di eventuali danni determinati dall’installazione degli impianti alle strade comunali. “Non siamo contro il mini eolico, ma contro gli insediamenti senza regole”, ha aggiunto Di Carlo. Posizione analoga è stata espressa dal sindaco di Tricarico Marchisella, che ha lamentato in particolare la difficile situazione che si è determinata in una zona rurale del suo Comune fortemente urbanizzata, dove sono state installate diverse pale eoliche. A suo parere le linee guida dovrebbero essere applicate in maniera retroattiva perché si è già determinato un impatto forte sulla vita dei cittadini. Su una esplicita domanda del consigliere Santarsiero, Marchisella ha detto che a suo parere le pale eoliche andrebbero installate a una distanza minima di almeno 300 metri dalle abitazioni.
Enza Di Bello ha denunciato la difficile situazione che si trovano a vivere gli abitanti della contrada “Piani del Mattino – Costa della Gaveta”, dove in un perimetro di 500 metri saranno installate 51 pale eoliche, a una distanza di 30 metri dalle abitazioni, una decina delle quali già in funzione. “Non possiamo tenere le finestre aperte per il rumore e non si può vivere – ha detto – siamo favorevoli alle energie alternative ma non all’eolico selvaggio. Vogliamo essere tutelati dalle amministrazioni, nella nostra zona abbiamo anche dovuto chiudere un maneggio, con investimenti privati gettati al vento”. Pasquale Cialdella ha sottolineato invece le difficoltà delle imprese edili, che in un periodo di forte crisi economica hanno trovato occasioni di lavoro in questo settore, sottolineando in particolare l’alto costo delle tasse (diritti di superficie e ammortamento in 21 anni) che a suo parere non fa che allontanare gli imprenditori da queste attività.
Nel dibattito sono intervenuti brevemente Santarsiero, che ritiene condivisibile la necessità di introdurre una distanza minima degli impianti eolici dalle abitazioni, e Perrino, che si è dichiarato favorevole alle energie alternative, ma con un criterio legato alla distribuzione della produzione energetica diffusa. A suo parere inoltre le linee guida della legge n. 54/2015 devono servire per rendere funzionali le fonti rinnovabili. Dell’argomento si tornerà a parlare nella prossima riunione della Commissione.
Oltre al presidente Robortella (Pd) hanno partecipato alla riunione i consiglieri Cifarelli, Giuzio, Lacorazza e Santarsiero (Pd), Bradascio (Pp), Pace e Romaniello (Gm), Perrino (M5s), Rosa (Lb-Fdi) e Castelluccio (Pdl-Fi).