Che cosa è la libertà? La libertà è qui e ora; per alcuni ragazzi in tante parti del mondo, libertà è poter mangiare e poter bere acqua potabile. E poi, si scrive per raccontare o per denunciare? Si legge e si scrive per capire insieme il mondo complesso in cui viviamo. È difficile trovare parole semplici per raccontare drammi e violenze? È difficilissimo ma bello allo stesso tempo.
In modo semplice e diretto, lo scrittore Francesco D’Adamo ha aperto la sua “cassetta degli attrezzi” e ha condiviso con i ragazzi della secondaria Nicola Festa, le gioie e le ansie del “mestiere” dello scrittore. Può il piacere della lettura aiutare i ragazzi preasolescenti ad affrontare tematiche drammatiche quali lo sfruttamento minorile, la condizione femminile, la paura dello straniero e del diverso? Si direbbe proprio di sì a giudicare dall’entusiasmo che trapela negli interventi del “conferenziere” d’eccezione che, nel romanzo “Dalla parte sbagliata”, racconta il dramma attraverso la “voce calda, femminile e innamorata” di due ragazze amiche per la pelle, Maria e Fatima, di due culture e religioni diverse.
Il romanzo Dalla parte sbagliata prende il titolo dalla canzone di Bruce Springsteen “Wrong side of the street” che narra come è difficile la vita di chi nasce dalla parte sbagliata della società, quella dei poveri e dei diseredati, delle vittime dell’oppressione. Ma la strada può essere attraversata e anche chi parte svantaggiato, in qualsiasi parte del mondo si trovi, può cavarsela, grazie all’aiuto degli amici, all’uso dell’intelligenza e delle doti personali e a un pizzico di fortuna.
Ragazzi un po’ strani, questi alunni, talvolta richiamati all’attenzione in classe perché sorpresi a “distrarsi” con un libro in mano. Ragazzi che amano leggere e forse anche scrivere. Ragazzi che chiedono: Qual è il romanzo più bello? Immediata la risposta di D’Adamo: quello tutto da scrivere!
Sinossi del libro
Il 16 aprile 1995 veniva assassinato il tredicenne IqbalMasih operaio, sindacalista e attivista pakistano che aveva portato alla ribalta del mondo la tragedia dello sfruttamento minorile nel suo Paese. La sua lotta aveva sensibilizzato l’opinione pubblica sui diritti negati dei bambini lavoratoripakistani, contribuendo al dibattito sulla schiavitù minorile e sui diritti dell’infanzia.
La tragica ed eroica vicenda di Iqbal è stata raccontata con delicatezza e passione da Francesco D’Adamo nel romanzo best seller tradotto in tutto il mondo “Storia di Iqbal”, nel quale l’autore aveva affiancato al protagonista realmente esistito alcune figure di fantasia, tra cui Fatima e Maria, piccole schiave che lo seguono nella ribellione e nella lotta. A vent’anni da quella morte la piaga dello sfruttamento del lavoro e il dramma dei diritti negati ai bambini non sono sconfitti.
Nel suo nuovo romanzo per ragazzi “Dalla parte sbagliata. La speranza dopo Iqbal” Francesco D’adamo ci porta a seguire, a dieci anni dalla morte di Iqbal, le vite di Fatima e Maria, ormai ventenni. Una, Fatima, emigrata in Italia, lavora come domestica e vive sradicata in una terra che non l’accoglie, l’altra, Maria, rimasta in Pakistan, continua la lotta per i diritti, scontrandosi oltre che con lo sfruttamento economico, con il fondamentalismo.
Entrambe si troveranno ad affrontare in un viaggio parallelo nell’ingiustizia e nello schiavismo, trovandosi a constatare quanto la guerra contro i diseredati e gli sfruttati abbia allargato i propri confini. Questo non impedirà alle due ragazze, ciascuna nel suo Paese, di reagire, ribellarsi e lottare, con lo stesso coraggio e tenacia del giovane sindacalista. Una forza e una tenacia che appartengono, ci dice D’Adamo, alle nuove generazioni, che non si arrendono e continuano a lottare.
Biografia
Francesco D’Adamo è un noto scrittore italiano, nato nel 1949 da profughi istriani arrivati in Italia dopo la seconda Guerra Mondiale. Vive a Milano e scrive romanzi per ragazzi; esperto di pedagogia e problematiche dell’adolescenza, partecipa spesso a corsi d’aggiornamento per insegnanti e genitori, a incontri con le scuole, a convegni sull’adolescenza e la lettura. I suoi libri sono molto apprezzati nelle scuole per il loro valore pedagogico e formativo, soprattutto Iqbal, una storia vera, quella di IqbalMashir, che venne assassinato in Pakistan a tredici anni dalla “mafia dei tappeti” per avere denunciato il suo ex padrone e avere contribuito a far chiudere decine di fabbriche clandestine e a liberare centinaia di bambini schiavi come lui.