A Firenze un incontro per presentare la candidatura di Aliano a capitale italiana della cultura per il 2018 ed anche per porre le basi di un gemellaggio nel nome di Carlo Levi, lo scrittore e artista confinato dal Fascismo nel paese lucano tra gli anni 1935-36.
La tappa nella città toscana della delegazione alianese formata dal sindaco Luigi De Lorenzo, don Pierino Dilenge, Antonio Colaiacovo, Patrizia Minardi (per la Regione Basilicata), è il naturale sbocco del giro per l’Italia a sostegno della candidatura. A Firenze, infatti, tra dicembre del 1943 e agosto del 1945, nella casa di Annamaria Ichino, in Piazza de’ Pitti, Levi scrisse il celebre “Cristo si è fermato a Eboli”, oltre che dipingere alcuni dei suoi quadri più belli.
“Di qui l’idea di avviare un legame diretto tra Firenze ed Aliano – ha detto il sindaco De Lorenzo nel corso dell’evento tenutosi a Palazzo Vecchio di Firenze – . Il gemellaggio a cui stiamo pensando sarebbe il terzo dopo quello con Torino, città natale di Levi, e Alassio, in Liguria, luogo di soggiorno dello scrittore e pittore.
Per la nostra delegazione essere qui è particolarmente emozionante. Oltre che l’occasione per illustrare il dossier di candidatura per il titolo di capitale italiana della cultura per il 2018, è un tributo a Don Carlo per la notorietà che il suo libro, scritto qui a Firenze, ha dato ad Aliano. Il suo regalo ad Aliano che noi, ora, intendiamo mettere a frutto sia con le iniziative culturali ormai consolidate che proponiamo in paese e sia con l’avventura che ci porta a concorrere per l’attribuzione della nomina a capitale italiana della cultura”.
All’iniziativa a Palazzo Vecchio, simbolo cittadino del potere civile, ha partecipato anche il consigliere comunale di Firenze Nicola Armentano.
Tra il 15 e il 30 novembre sarà stilata la lista ristretta delle 10 candidature ( su 21 totali) per il titolo di capitale della cultura 2018, tra cui sarà poi individuata la città vincitrice. Tra i passaggi del dossier di candidatura proposti a Firenze dalla delegazione alianese, quello che ricorda come Aliano sia “un museo itinerante aperto alla modernità, ma che ricorda quella primordiale esigenza di rimanere luogo vissuto dagli uomini che l’appartengono. Un luogo che parla di storie vissute, un libro da leggere passeggiando, un film in cui sembra di rimanere fermi pur muovendosi perché è il luogo che diventa il regista dei nostri comportamenti. Ad Aliano si ritorna alla intima semplicità dell’essere, ed è forse questo il vero progetto culturale, trasmettere un’idea di essenziale che potrebbe costituire la risposta alle crisi non solo economiche che attanagliano la società del nostro tempo”.
Nov 10