Mentre a Matera l’associazione “Matera Ferrovia Nazionale” inviava alla nostra redazione quanto discusso nell’incontro promosso con l’onorevole materana Maria Antezza, accompagnata dall’onorevole Ludovico Vico e dall’assessore regionale Luca Braia, sul completamento della ferrovia Ferrandina-Matera arrivava un altro secco no dal Governo Renzi, un no che conferma tra l’altro quanto dichiarato nei giorni scorsi dal Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. La ferrovia Ferrandina-Matera non si potrà completare entro il 2019 perchè “tra gli emendamenti alla manovra dichiarati inammissibili in commissione Bilancio alla Camera ci sono anche il 21.67 e il 21.69, che vincolavano una quota del fondo per le infrastrutture (1,9 miliardi per il 2017) “alla realizzazione del programma di interventi per la città designata capitale europea della cultura per l’anno 2019”, cioè Matera, “con particolare riguardo al collegamento ferroviario Ferrandina-Matera”.
La ferrovia Ferrandina-Matera è un’opera incompiuta per la quale sono stati già spesi 500 miliardi delle vecchie lire e per terminare la quale occorrebbero circa 200 milioni di euro. L’emendamento vincolava 80 milioni di euro all’anno, tra il 2017 e il 2019 – da attingere al fondo per le infrastrutture – per completare l’opera. Ma come previsto la ferrovia a Matera non arriverà nemmeno per l’appuntamento storico in cui la città dei Sassi rappresenterà l’Italia nel mondo con il titolo di capitale europea della cultura nel 2019.
Da una parte il Governo prende quindi impegni sul completamento della ferrovia, probabilmente per conquistare la fiducia dell’elettorato in vista del referendum costituzionale, dall’altra invece conferma con i fatti di non voler investire in questa tratta ferroviaria, relegando la città di Matera al triste primato di capoluogo di provincia senza ferrovia dello Stato.
Michele Capolupo
Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale: “Dichiarati inammissibili gli emendamenti di Antezza sulla Matera – Ferrandina. E ancora si promette!”
Pare che il Frecciarossa arriverà anche in Basilicata. Sicuramente i tempi di percorrenza non saranno proprio quelli ottimali, ma il vantaggio per i Lucani sarà comunque notevole. Finalmente non si dovrà più fare tappa a Salerno per poter arrivare a Roma con tutto ciò che ne consegue sia in termini di costi che di disagi.
Lo abbiamo sempre chiesto e finalmente, forse, arriverà. Le infrastrutture strategiche per noi non sono mai stati i pozzi di petrolio ma le strade, la ferrovia, insomma i collegamenti che permettono spostamenti e connessioni veloci con altre realtà.
È partendo da quest’ottica che siamo stati da sempre favorevoli alla Ferrandina – Matera, sia per fornire un servizio ai cittadini e sia per completare un’opera che è già costata alla collettività 500 miliardi delle vecchie lire. A marzo 2015, prima che tutti si svegliassero chiedendone l’ultimazione, noi fummo gli unici a raccogliere le firme dei cittadini per chiedere al Governo nazionale e a quello regionale di impegnarsi a finanziare l’opera.
Sull’argomento, il no di Pittella al completamento è chiaro. Al nostro Governatore proprio non piace l’idea di una Basilicata dinamica. Implementare i collegamenti della nostra Regione significherebbe allargarne idealmente i confini, aumentare lo scambio di idee; significherebbe rendere la Basilicata più aperta agli scambi culturali ed alla economia nazionale e internazionale, significherebbe rendere la nostra Regione un po’ più libera. Libera! E oramai lo hanno capito tutti che Pittella e il Pd hanno intenzione di trattenerci nell’era del mesozoico, abbarbicati sulle nostre montagne, poveri e ignoranti.
E se le intenzioni di Pittella sono chiare, quelle dei suoi compari lo sono molto meno. Il Governo Renzi pronuncia definitivamente il suo no alla Ferrandina – Matera: nella stabilità 2016 non ha incluso il finanziamento dell’opera lucana – infatti, gli emendamenti alla manovra sono stati dichiarati inammissibili in commissione Bilancio alla Camera. Proprio ieri, nella stessa giornata in cui Braia, con la cognata Antezza, a Matera, rassicuravano i Materani che la commissione si era espressa favorevolmente e che il Governo Renzi aveva assunto un impegno preciso attraverso il vice Ministro Morando. Delle due l’una: o l’Antezza ha mentito o, peggio, è andata in giro a millantare un credito che, evidentemente, non aveva. Tutto questo mentre, sempre lo stesso Assessore all’agricoltura, a poche ore di distanza dall’incontro con i sostenitori della tratta Ferrandina – Matera, taceva di fronte al no di Pittella alla ferrovia.
Ci spiace per chi ancora li incontra con la speranza che si occupino realmente della nostra Terra. Il Pd ha sempre un doppio fine. Questa volta era raccattare consensi per il referendum, così mentre Pittella fa il duro e puro e ribadisce il no alla Ferrandina – Matera per ingraziarsi Renzi, Braia e Antezza dicono il contrario per ingraziarsi i Materani. Tuttavia, questo bipolarismo della classe dirigente del Pd ha sempre il fine di non scontentare nessuno. Tanto alla fine decide Renzi per tutti, senza rendersi conto delle pessime figure che mettono in scena e della perdita di credibilità che subiscono.
Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale
l’onestà intellettuale del ministro del Del Rio meriterebbe un SI al referendum del 4 Dicembre. Un quesito mi pongo: sono più sottosviluppati culturalmente gli elettori o gli eletti che dicono cavolate?
16/11/16 Commento a Sassilive
Io sono realista e permissivo, mi sono immediatamente attivato dal giorno dopo della designazione a CEC di Matera a sostenere l’urgenza della riattivazione dei cantieri della Matera-Ferrandina in vista dell’inesorabile arrivo del 2019,inutilmente! Abbiamo data manforte allo sforzo della petizione “untrenoXmatera” della Mirella Liuzzi, ma inutilmente!
Abbiamo assistito al valzer delle girandole Delrio, Verri, Renzi, Berlinguer, Benedetto, Antezza, Latronico , ecc., ecc., ma inutilmente ho continuato a ricordare che ” la cera si consuma e la processione non cammina” e “tempus fugit…”.
Non mi sono perso d’animo ed ho cominciato a dire a me stesso, in primis, ed agli altri che il 2019 non deve essere un traguardo, un punto di arrivo, ma anche una partenza per un futuro migliore, ma ancora inutilmente.
Ora voglio ricordare a tutti che i due ponti , uno sul Bradano (il ponte ferroviario più lungo d’Italia) e l’altro sulla Gravina di Picciano, all’altezza della Cripta del Peccato Originale) sono ponti in ferro e quindi, se non passa il treno, Benedetto o Maledetto che sia, vanno smantellati armandoci di opportune chiavi inglesi, ma questa sarà una mia seconda guerra che sto costringendo e contenendo dentro di me da trent’anni.
Come hanno motivato Del Rio e Renzie questa decisione? E il ponte sul Bradano lo vengono a smontare o aspettano che diventi un eco-mostro?