Narraziono19: il presidente della Regione Basilicata ha toccato diversi temi: visione futura delle politiche regionali e nazionali, coesione regionale; Matera 2019, Valbasento, migranti e progetto “We are the people”, infrastrutture.
Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, ha chiuso nel pomeriggio di giovedì 17 novembre a Matera, l’edizione 2016 di #Narrazioni19, il secondo dei cinque appuntamenti annuali di riflessione sulla comunicazione e lo storytelling, promosso dal CISST (Centro Internazionale per gli Studi Storici Sociali e dei Territori) di Potenza, facente capo al CGIAM. Intervistato dal giornalista Mario De Pizzo, il governatore lucano ha toccato diversi temi: visione futura delle politiche regionali e nazionali, coesione regionale; Matera 2019, Valbasento, migranti e progetto “We are the people”, infrastrutture.
“Abbiamo bisogno di parlare con sincerità ai cittadini per costruire, su questo rapporto, un orizzonte più stabile e duraturo anche rischiando di perdere consenso”, ha detto Pittella. “E’ facile cadere nell’arrendevolezza – ha aggiunto – ma oggi abbiamo il compito di affrontare i problemi di petto con tenacia, passione e umiltà. Quando si prova ad apportare nuove riforme e a scardinare vecchi paradigmi, inevitabilmente si rischia di confliggere con un pezzo consolidato di vita. Oggi siamo chiamati ad un colpo di reni. Proviamo ad abbandonare la professione di demolitori e a diventare muratori specializzati. Se così fosse stato, oggi, la Basilicata, poteva affermarsi al + 8,5% anzicché al +5,5%”.
Sul tema della perdita della fiducia nelle istituzioni e su come rimettere in marcia la Basilicata partendo dall’idea di una maggiore unità, Pittella ha dichiarato: “Possiamo rimettere in moto la comunità attraverso una maggiore capacità di coesione istituzionale, a tutti i livelli, partendo dal rapporto con i sindaci”. “Abbiamo bisogno poi di ritornare nelle case delle persone, tra la gente, nei luoghi di aggregazione – ha aggiunto – Dobbiamo tornare ad ascoltare i cittadini e provare a persuaderli che solo l’impegno e l’assunzione di responsabilità da parte di ognuno di noi, può contribuire a creare un senso di comunità e a riconoscere le specificità dei vari territori: non tutti possono fare tutto. Ma possiamo costruire una rete che può diventare uno splendido mosaico che svolge funzioni di sistema”, ha sottolineato Pittella. “Dobbiamo mettere l’orecchio a terra per capire come stanno le cose. Per anni la politica ha smesso di ascoltare. Abbiamo il compito di infondere coraggio e fiducia e soprattutto realizzare cose concrete”. “Quando da Roma riceviamo i complimenti per i dati Svimez, la medaglia d’oro per Matera, io sento un sentimento di orgoglio per la nostra regione – ha detto il presidente – Non mi va di far naufragare questi traguardi solo per il gusto di autofustigarci. Proviamo a costruire un sentimento di maggiore autostima e di fiducia nelle nostre capacità. Non dobbiamo demordere. Ecco cosa ci tocca fare: buone pratiche amministrative, fusione, dialogo con i cittadini, anche con chi preferisce usare il fischietto più delle parole”.
Su Matera 2019 Pittella ha detto: “Stiamo andando avanti sul dossier. C’è stato un periodo in cui si è dato sfogo più al litigio che alla sinergia e al lavoro produttivo e costruttivo. Il dossier va avanti. Stiamo creando occasioni propizie sul piano della dotazione finanziaria. Matera assurge ad un ruolo mondiale e va avanti di suo. Abbiamo bisogno solo proseguire sugli investimenti e sulle infrastrutture”. “Ho consigliato all’amministrazione di Matera di rivolgersi ad un soggetto terzo per la gestione delle copiose risorse che sono giunte – ha detto – La Fondazione sta flettendosi verso una governance più partecipata. Non c’è una seconda Matera2019 ragione per cui dobbiamo, per responsabilità, utilizzare questa occasione fino in fondo”. “Se oggi registriamo 2,3 milioni di cittadini temporanei, +16% di arrivi, +7% di presenze nel 2016, vuole dire che questa cosa funziona e che, la crescita del pil di Matera, farà lievitare quello dell’intera Basilicata”.
Per quanto riguarda il tema Valbasento e la possibilità di far diventare l’area industriale un hub per l’industria 4.0, Pittella ha dichiarato: “Sta andando avanti la bonifica dell’intera area. Abbiamo raggiunto l’accordo con Syndial che si farà carico dell’80% dei costi mentre il 20% resterà alla Regione. E’ una storia lunga più di 20 anni che oggi portiamo a casa”. “Grazie ai 120 milioni dell’ultimo fondo Pia, che con il co-investimento privato diventano 400 – ha aggiunto il governatore – riusciremo auspicabilmente a creare 1800 nuove assunzioni, di cui una parte provenienti dalle liste di mobilità. Questo per dire che c’è la volontà di investire nelle aree di maggiore appeal per le aziende, e proponiamo di fare della Valbasento il luogo ideale per lo sviluppo di tutte quelle attività presentate dal nascente cluster sulla bioeconomia”. “C’è una visione ma non c’è molto tempo – ha sottolineato poi Pittella – oggi, dopo oltre 20 anni di immobilismo, siamo chiamati a decidere in tre secondi, a pensare in due, a socializzare in uno. Non sempre le scelte che prendi in tre secondi sono quelle giuste. Però se ne impieghi quattro di secondi, succede la catastrofe sul piano mediatico”.
Sul progetto “We are the people” e sulla gestione migranti Pittella ha dichiarato: “Sono stato uno dei pochissimi presidenti in Italia a dire che siamo pronti a raddoppiare il numero dei migranti. Un’affermazione che è frutto di una profonda riflessione e di poco consenso. Chi sostiene, però che questa mia scelta sia mirata ad un’azione di sostituzione etnica, fa solo del terrorismo psicologico”. “Parto dalla premessa che il fenomeno della migrazione, oggi, interessa 60 milioni di cittadini e che il 3% di questi giunge in Italia. Nei prossimi 20 anni si immaginano ulteriori 100 milioni di persone in cammino. Non possiamo pensare, dunque, di fermare questo flusso semplicemente con le mani. Non possiamo trovarci, domani, senza regole. Proviamo quindi a regolamentare e a trasformare in opportunità quella che, oggettivamente, oggi, rappresenta una criticità”. “Questo è proprio l’obiettivo dello studio We are the people – ha poi aggiunto Pittella – costruire attraverso l’investimento del magnate egiziano, Naguib Sawiris, un progetto di accoglienza e integrazione che possa creare sia occupazione per i lucani sia, per tipologia di manzioni, per i migranti, provando a modulare un fenomeno che altrimenti impazzirà anche in Basilicata”. “Proviamo quindi a non subire il fenomeno ma a guidarlo – ha detto il presidente – possiamo scrivere una cifra avanzata di civiltà senza fare terrorismo psicologico. Anche io penso alla sicurezza dei miei e dei nostri figli, ma mi persuade l’idea che non saranno sicuri se non ci impegniamo ad affrontare il problema senza provare a correggere il tiro”.
“Sono assolutamente favorevole alla Matera-Ferrandina”, ha detto poi Pittella parlando del tema delle infrastrutture. “Quando abbiamo scelto le quattro priorità al tavolo con il Governo, ci è stato dato un budget oltre il quale non potevamo andare. Abbiamo quindi deciso la Potenza-Ferrandina-Matera, strada; i lavori di manutenzione della Basentana, che non vengono fatti da oltre 40 anni; la Potenza-Melfi; la Murgia-Pollino. Per la Ferrandina -Matera servirebbero ulteriori 250 milioni di euro più le risorse per la gestione che in questo momento il Governo ha dichiarato di non poter sostenere sul piano economico anche se, l’investimento, rientra immediatamente dopo le quattro priorità”, ha concluso Pittella.