Le ragioni del no convinto di Conservatori e Riformisti al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre sono state illustrate a Matera da tre esponenti del nuovo movimento politico che prova a rilanciare il centrodestra nel nostro Paese attraverso un nuovo metodo già inaugurato con la “Convenzione Blu” promossa a Roma. Ad accogliere in una gremita sala dell’hotel San Domenico l’ex Presidente della Regione Puglia e oggi eurodeputato Raffaele Fitto i senatori lucani di “Conservatori e Riformisti”, Tito Di Maggio e Cosimo Latronico.
Tito Di Maggio ha sottolineato le scorrettezze del premier Renzi in questa campagna elettorale per il referendum costituzionale. “Renzi sta facendo di tutto pur di vincere il referendum ma gioca sporco. Se Confindustria stipula contratti di lavoro grazie al Governo è chiaro che deve sostenere il suo datore di lavoro. Ci dicono che la riforma costituzionale fa risparmiare soldi al Paese ma sapete quanto si risparmia? Lo 0,0001 della cifra che si spende oggi. E’ come se un operaio che guadagna mille euro al mese mettesse da parte un centesimo. Renzi naturalmente non è l’unico a violare le regole di questa campagna elettorale. Oggi il vice presidente del Senato Calderini ha trasformato un’iniziativa per i giovani in una campagna promozionale a sostegno del Sì al referendum. C’è un livello di parassismo che non ha eguali al mondo ma il presidente della Repubblica Mattarella sta zitto e fa finta di nulla. Renzi è il premier e il segretario del Partito Democratico e non dovrebbe fare campagna elettorale. Invece sta girando tutta l’Italia perchè ha paura di perdere e domani verrà proprio qui a Matera”.
Cosimo Latronico evidenzia tutti gli aspetti negativi della riforma che vorrebbe approvare il Governo Renzi: “E’ Una riforma che riduce gli spazi di democrazia nel nostro paese e complica quello che dice di semplificare. C’è il tentativo di indebolire la democrazia per servire grandi interessi organizzati per i quali il sistema democratico è un fastidio. Si chiede di dire no perché è stato tradito lo spirito costituente, e quello che dovrebbe essere un momento di coesione finisce per diventare un passaggio divisivo che spacca il paese qualunque sarà l’esito della consultazione referendaria . Il presidente Renzi porta per intero la responsabilità di aver trasformato il dibattito costituzionale in un referendum su se stesso, alla ricerca di una leadership che il popolo non gli ha mai dato fino ad oggi.
Nel merito, con la riforma proposta, non si semplifica il procedimento legislativo, non si supera per intero il bicameralismo, non si realizzano grandi risparmi.
Si peggiora di sicuro il tasso della democrazia con l’aggiunta dell’italicum, preparato per assegnare alla minoranza più forte, la maggioranza dei parlamentari dell’unica Camera che da’ la fiducia al Governo.
Senza sottacere che il sistema potrebbe rischiare la paralisi se una Camera espressione del voto popolare avesse un orientamento politico e, quella del senato, frutto del voto dei consigli regionali, un altro di tutt’altro segno .
Non di meno merita conferma la modifica del titolo V che non si limita a definire le competenze tra Stato e regioni, superando le materie concorrenti, ma realizza una svolta centralistica con una clausola di supremazia che rappresenta la cancellazione delle responsabilità territoriali. Si pensi a materie come il petrolio, su cui le regioni potranno dire ancor meno di quanto hanno potuto dire a legislazione vigente.
Il nostro no e’ per impedire che si peggiori la qualità della democrazia e della partecipazione, con l’auspicio che si possa riannodare un dialogo costituente che non trasformi le istituzioni in un duello continuo alla ricerca di un potere senza bilanciamenti”.
Raffaele Fitto spiega le ragioni del no al referendum: “Per quanto ci riguarda è un no coerente perchè noi abbiamo votato contro questo provvedimento fin dall’inizio, in secondo luogo perchè parla di semplificazione e superamento del bicameralismo quando invece non c’è nè una cosa nè l’altra e suggerisco a tutti di andare a leggere l’articolo 70 fatto dal Governo perchè ti viene il mal di testa, in terzo luogo dal Sud per una reazione politica ad un atteggiamento che oserei dire offensivo. Nel senso che il presidente del Consiglio viene nel Sud pensando di distribuire mance e mancette in questi giorni per fare una campagna referendaria e non dice una parola sul fatto che sono passati quasi tre anni dalla programmazione dei fondi europei 2014-2020 e non è stato speso un solo euro. Farebbe bene ad occuparsi di questo piuttosto che andare in giro in campagna elettorale”.
Renzi arriva proprio sabato mattina a Matera, cosa vuol dire al premier? “Sarebbe il caso che rispondesse a questo, perchè ci troviamo di fronte ad una situazione paradossale, nel senso che promette bonus, riduzioni, interventi per il Mezzogiorno quando questo Governo proprio nel Mezzogiorno non ha fatto assolutamente nulla ma addirittura non riesce a dare risposte sull’ordinario, cioè sull’utilizzo delle risorse comunitarie”.
I sondaggi dicono che il No è avanti ma in queste settimane pensa di dover lavorare per intercettare anche il voto degli incerti? “Si noi avanti ma non dobbiamo cullarci perchè siamo in piena campagna elettorale. Siamo convinti che questo percorso possa portarci ad una vittoria del No per riprendere un percorso politico. Per il centrodestra il No vuol dire ridelineare i confini della nostra alleanza e chiarire che siamo alternativi a questo governo e alla sinistra, che siamo per il No al referendum e che siamo all’opposizione ieri, oggi e sopratutto dopo il 5 dicembre quando temo che qualcuno potrà modificare i propri atteggiamenti”.
Michele Capolupo
La fotogallery dell’incontro a Matera con Fitto, Di Maggio e Latronico (foto www.SassiLive.it)