Camicia bianca, cravatta rossa, pantaloni beige scuro. Con il suo ormai classico outfit Matteo Renzi ha fatto visita per la terza volta alla città di Matera dopo quella da candidato per le primarie del PD nel 2012 e l’altra il 2 maggio scorso in veste di Presidente del Consiglio. Questa volta Matteo Renzi dopo l’atterraggio con il suo aereo privato sul prato dello stadio XXI Settembre-Franco Salerno intorno alle 10.15 si è presentato al Cinema Comunale anche in qualità di segretario del Partito Democratico, per convincere i cittadini a votare Si al referendum e cambiare l’Italia attraverso la riforma costituzionale. L’appuntamento è fissato per le 9,30 al cinema Comunale, che si riempie già intorno alle 9 e per tutti gli altri c’è il maxi schermo in piazza Vittorio Veneto, dove scattano anche le manifestazioni spontanee per segnalare le emergenze della città designata capitale europea della cultura. Su tutte l’assenza di un collegamento con le Ferrovie dello Stato e sugli ipogei alcuni ragazzi ricordano a Renzi l’impegno assunto con uno striscione biancoazzurro “Matera Ferrovia Nazionale”. Non mancano i contestatori che provano in silenzio ad esprimere il proprio dissenso sulla riforma con lo striscione “La Costituzione è antifascista, no al potere centralizzato”. Il Centro Sociale Occupato Autogestito (CSOA) di Matera prova a mostrarne un altro con il cane a sei zampe dell’Eni e la frase “Mondo era e mondo sarà” sulla fiamma che esce dalla bocca dell’animale simbolo della compagnia petrolifera. Nella parte inferiore un fumetto attribuito al governatore lucano Marcello Pittella, con tanto di foto del suo volto e la frase eloquente “Basilicata: sfruttamento ed emigrazione grazie al massone padrone”. Stricione che viene allontanato dalle forze dell’ordine perchè la manifestazione non è stata comunicata alla Prefettura di Matera.
Tutti attendono Renzi dall’ingresso principale ma ancora una volta il sistema di sicurezza evita la folla e fa entrare un premier da un ingresso secondario che consente l’accesso direttamene sul palco dell’ex cinema Impero. In prima fila ad attenderlo c’è tutto lo Stato Maggiore del PD Lucano. In sala anche il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri e numerosi consiglieri comunali tra cui l’ex sindaco Adduce.
Renzi comincia il suo comizio partendo da Matera 2019 e ribadisce l’impegno del Governo per la ferrovia: “Una città capitale europea della cultura nel 2019 non può restare senza un collegamento ferroviario con il resto del Paese e quindi dobbiamo impegnarci per questo obiettivo”. Poi affronta il tema caldo dell’Europa e con l’ausilio di una slide importante, quella della Cattedrale di Norcia distrutta dal terremoto. “Vogliamo un’Europa dal volto umano perchè l’Europa siamo noi. Dopo il terremoto nel Centro Italia l’Unione Europea ha preso l’impegno di ricostruire questa Cattedrale. Questa è l’Europa che vogliamo. Servono più fondi per la sicurezza delle nostre scuole, per il terzo settore e per l’accoglienza dei migranti, sul quale voglio essere chiaro. I Paesi dell’Est che fanno parte dell’Europa non possono mettere i muri con i nostri soldi visto che noi diamo 20 miliardi e ne riceviamo 12 dall’Unione Europea”.
Proprio ieri Renzi ha presentato attraverso alcune slide i suoi primi 1000 giorni al governo e le stesse slide vengono proposte anche al cinema Comunale di Matera. Sono i dati positivi diffusi dall’Istat che riguardano pil, rapporto debito/pil, debito pubblico, consumi famiglie, occupati totali, occupati dipendenti permanenti, inattivi, tasso disoccupazione, tasso disoccupazione giovanile. E precisa: “Si tratta di dati Istat non li ho inventati io. Qualcuno dice che voglio fare la riforma per me ma la riforma riguarda il futuro del nostro Paese e se vince il Sì l’Italia può giocare un ruolo importante per cambiare l’Europa. Il referendum è decisivo per questi motivi. Se esce un pil stabile e solido abbiamo le carte per contare di più in Europa. Noi siamo per il Sì, dall’altra parte c’è un’accozzaglia di personaggi che votano no. E ci sono coppie che fanno paura. Monti e Salvini. Berlusconi e Travaglio. Grillo e D’Alema”. Ricorda il bonus di 80 euro che ha permesso di far crescere i consumi ma il bonus è andato solo ai lavoratori dipendenti e il signor Francesco Plasmati reclama un sostegno simile visto che è disoccupato. Renzi comprende la protesta ma non annuncia nessun provvedimento in merito. “E’ vero, abbiamo dato 80 euro solo a chi lavora già ma è un primo passo. Gli altri Governi facevano le leggi di stabilità alzando le tasse e togliendo soldi alle famiglie, noi abbiamo cominciato con un bonus”. Sui dati positivi per l’occupazione Renzi però ammette che “purtroppo la crescita degli occupati riguarda sopratutto il nord ma il Sud può scommettere sulle potenzialità dell’export dell’agroalimentare. “Oggi esportiamo 36,8 miliardi di prodotti agroalimentari ma si può arrivare a 90 miliardi. Questo vuol dire che c’è da riempire uno spazio di 50 miliardi e con l’innovazione tecnologica si può aumentare nettamente quel 7,4% registrato per l’export”.
Renzi entra quindi nel merito del referendum e comincia dal bicameralismo perfetto, che la riforma vuole abolire: “Siamo l’unico Paese al mondo che ha Camera e Senato che fanno le stesse cose e non venite a dirmi che questo sistema ce l’hanno anche in America perchè non è così. Da quando abbiamo presentato e approvato questa riforma in Parlamento dicono che ho la deriva autoritaria, Berlusconi ha detto che teme un uomo solo al comando, Berlusconi…” In realtà noi vogliamo combattere Forza Italia, Movimento 5 Stelle e Lega che avevano previsto una riforma in cui si dava il potere al premier di sciogliere le Camere. La nostra riforma non cambia invece il potere del premier. Per chi è nostalgico della Democrazia Cristiana voglio ricordare che Don Luigi Sturzo affermava che il Senato è un doppione, per chi ha simpatia per il Comunismo ricordo che Nilde Iotti era contraria al bicameralismo. Hanno provato a fare una riforma negli ultimi 35 anni Spadolini, De Mita, Berlusconi e D’Alema con la Bicamerale. Poi hanno chiamato me perchè non sapevano dove sbattere la testa nel febbraio 2014. Il Paese era bloccato e non c’era un metodo per discutere su qualsiasi tema: lavoro, scuola, pensioni, legge elettorale. Dicono che l’articolo 70 è complicato per come lo abbiamo scritto, leggetelo e mi direte che non è così. E c’è una classe politica che ha votato prima a favore ma ora vota no perchè ha paura di perdere il potere acquisito. D’Alema dice di fare una riforma nel giro di 6 mesi, poi c’è Grillo che continua secondo me a fare il comico e ci prende in giro. Qualche giorno fa ha chiesto al sindaco di Roma Virginia Raggi di chiedere l’affitto dei Musei Vaticani al Papa. Certo si può fare una nuova breccia di Porta pia ma vi rendete conto che c’è un problema di geografia. Di Maio ha detto che se vince il si rischiamo una dittatura come il Venezuela di Pinochet. Ma non conosce evidentemente il Cile”. E poi mostrando una slide con le persone che hanno perso la vita sotto la dittatura Renzi aggiunge. “Non è giusto offendere la memoria di quelle persone paragonando il referendum alla dittatura di Pinochet”. In una slide Renzi ha inserito tutti i leader che sono contro la riforma costituzionale. “C’è Dini, Monti che prima ha votato si ma ora vota no perchè dice che concedo troppi bonus. E meno male, perchè loro hanno sempre preferito il malus. La riforma, lo voglio ricordare, intene cancellare il bicameralismo per ridurre il numero dei parlamentari e contenere i costi della politica. E poi cancella il Cnel, che nessuno sa cos’è ma per 70 anni grazie all’articolo 99 della Costituzione ha fatto spendere al Governo un miliardo di euro ogni anno. La riforma allarga il quorum richiesto per l’elezione del Presidente della Repubblica e riduce il numero delle firme richieste per un referendum abrogrativo o consultivo. Chi dice no quindi non dice no sul merito ma perchè, e questa è una mia colpa, l’hanno buttata in politica. Ho sbagliato e l’ho ammesso ma ora guardiamo avanti. I sondaggi vedono in testa il no ma io non mi fiderei visto quanto accaduto per il referendum sulla Brexit e per il presidente degli Stati Uniti. Io dico che la maggioranza del PD è per il Sì ma noi dobbiamo prendere i voti della stragrande maggioranza dei cittadini incerti, che non sanno nemmeno che si vota e per cosa si vota”.
Poi chiude con un video di 30 secondi dedicato alla fiction dei Medici, che esalta la bellezza di Firenze. “Matera è bellissima ma c’è un’altra città in Toscana ed è quella in cui ho fatto il sindaco, Firenze. Quando ero sindaco la mia fissazione era questa: volevo a tutti i costi una storia dela famiglia Medici che raccontava la bellezza della città di Firenze. Grazie a Enrico Bernabei il mio sogno si è realizzato con una fiction di grande successo. Ecco, dico questo perchè se tu hai un sogno devi combattere per realizzarlo. Se saremo in grado di sognare e di non avere rimpianti avremo fatto di tutto per vincere. Non come hanno fatto per la Brexit dove adesso ci sono quelli che si sono pentiti o in America dove si protesta per la vittoria di Trump. Potevano pensarci prima votando la Clinton. Il 4 dicembre si affrontano l’ottimismo contro la sfiducia. A me non fa paura cosa succede sui mercati finanziari se vince il no, a me fa paura cosa succederà nei mercati rionali se vince il no”.
Al termine del comizio riusciamo a strappare solo una battuta a Matteo Renzi e gli chiediamo se c’è davvero un impegno del Governo per la ferrovia a Matera. Risposta: “Lo abbiamo preso”. Sarà la storia a dire se la promessa sarà mantenuta, sempre che Renzi resti al Governo del Paese anche nei prossimi anni.
Michele Capolupo
Renzi a Matera e Potenza, nota senatore Vincenzo Folino (Sinistra Italiana)
In questa campagna referendaria Renzi e il suo governo fanno come il comandante Achille Lauro, promettendo qualcosa prima del voto e qualcosa dopo, da ultimo lo ha fatto la Boschi sul bonus degli 80€.
Avendo visto Renzi, che gira in lungo e in largo l’Italia e in particolare le regioni del Mezzogiorno blandendo le singole categorie, promettendo “a destra e a manca” in ogni territorio, c’eravamo posti ieri la domanda su quali punti avrebbe solleticato i cittadini lucani a cominciare dalle infrastrutture e dal tema del petrolio.
Nulla di tutto questo! Renzi non si è occupato per niente degli interessi della Basilicata, perché ormai la ritiene persa alla sua causa e non ha degnato i cittadini lucani nemmeno delle blandizie usate in altri luoghi. A Matera ha fatto un vago accenno al Piano delle infrastrutture, nel mentre in settimana saranno esaminati dalla Commissione di Bilancio della Camera i vari emendamenti depositati dai deputati lucani, per il completamento della ferrovia Ferrandina-Matera. A Potenza l’iniziativa caratterizzata dalla bella e pacifica protesta degli studenti e dei cittadini, con uno schieramento di forze dell’ordine francamente spropositato, Renzi ha ripetuto lo show teatrale, senza alcun accenno autocritico alle sue battute offensive sui lucani, in relazione alla vicenda petrolifera e men che meno sulle vicende giudiziarie riguardanti le estrazioni, per le quali si è più volte espresso a favore di Eni e contro la magistratura lucana, risultato poi sconfessato dai fatti e dagli atti. Infine, quando il giornalista della Tgr gli ha posto una specifica domanda sul petrolio, il premier si è limitato ad una rassicurazione vacua e generica ed ha preferito parlare di farmaci e sanità in maniera sconclusionata e propagandistica.
Il suo passaggio necessitato e rituale dalla Basilicata forse spingerà tanti altri cittadini ad andare a votare il 4 dicembre un NO convinto, per non far scomparire questa regione e per difendere una Costituzione buona in un Paese malato, nel quale i rimedi proposti dalla riforma di Renzi hanno forti controindicazioni e spesso sono peggiori del male.
Renzi a Matera, Castelluccio (Forza Italia): a Matera il boy scout di Firenze non ha spiegato il centralismo a danno delle Regioni.
“Da Matera il boy scout di Firenze non ha detto che la riforma centralizza molte materie che il vigente Titolo V aveva devoluto alle Regioni e che quindi le regioni, come la nostra, non potrebbero più contrapporsi in alcun modo alle trivellazioni, in quanto materia di esclusiva responsabilità dello Stato centrale”. E’ il commento del consigliere regionale Paolo Castelluccio (Fi) aggiungendo: “se dovesse vincere il Si, il settore energetico dovrebbe fare i conti con la legislazione nazionale.Sappiamo bene cosa significherebbe per la nostra Regione dove è forte il sentimento anti-trivelle in terra ferma come in mare.La mobilitazione di Comuni e popolazioni della costa metapontina contro ricerche ed estrazioni nel Golfo di Taranto e quindi a poche miglia dalle spiagge subirebbe un colpo durissimo.
Da consigliere regionale – continua Castelluccio – rifiuto l’idea di un nuovo Senato che è una sorta di doppio lavoro dei consiglieri regionali, per altro solo uno in rappresentanza della Basilicata, riducendone fortemente il peso politico e il rischio del ritorno alla sciagurata idea delle macroregioni con lo smembramento della nostra “piccola”. Inoltre, il Senato “riformato” non è una camera di compensazione tra legislatori regionali e legislatori nazionali: non ha competenza sulla materia regionale e sarà composto di consiglieri regionali che una volta eletti senatori non rappresenteranno le rispettive Regioni bensì i partiti che li hanno eletti. Ancora: l’esistenza di due tavoli – il Senato e la Conferenza StatoRegioni – è inevitabilmente foriera di complicazioni e conflitti, la materia concorrente resta confusa , il sistema delle autonomie non viene riordinato. Le competenze che erano delle Provincie non sono assegnate con chiarezza, le Regioni sono ancor più sospinte nel limbo: non più istituzioni “irresponsabili”, ma non certo dotate di una loro autonoma responsabilità come si sarebbe voluto fare attraverso il federalismo fiscale.Pensare ad un Senato in cui siano centrali le Regioni, senza peraltro definire in che modo si realizza questa rappresentanza, mentre al tempo stesso delle Regioni è depotenziato il significato a prescindere, appare schizofrenico. Ed è proprio ai nostri figli – conclude Castelluccio – che bisogna pensare se abbiamo a cuore il loro futuro. E a chi dice che la sanità è pessima perché è gestita dalle Regioni ed occorre cambiare il titolo V poiché “oggi non c’è lo stesso diritto per ciascun cittadino, in qualunque regione, di accedere allo stesso tipo di cure, ad esempio, per malattie molto gravi come il tumore o di vaccini”, rispondiamo che si scaricano sulla Costituzione le indecenze del sistema sanitario nazionale”.
Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale: “Renzi anche in Basilicata non si smentisce e racconta balle sul petrolio”.
L’uomo dei selfie è sbarcato in Basilicata. Potenza e Matera blindate per l’arrivo di Renzi. Commentare gli interventi del premier è come sparare sulla croce rossa, lo sappiamo ma ci sembra doveroso tanto per non fargli pensare che qui ci sono solo i suoi galoppini e quattro pecore.
Innanzitutto la questione petrolio o, nel gergo renziano, l’energia. Diciamocelo chiaro: quella è proprio una norma contro la Basilicata. Qual è la Regione che contribuisce di più al fabbisogno energetico nazionale? Noi! E chi sarà più a rischio se passa la riforma? Noi!
Ma Renzi nei 40 minuti di discorso a Potenza non ne parla affatto.
Alla domanda di un giornalista sull’esproprio delle competenze in materia energetica risponde: ‘la gestione rimane alle Regioni’. Attenzione: la gestione, ovvero ‘vi prendete quei quattro spiccioli di royalties e vi state zitti’. Ma chi decide su chi, dove, quando e quanto estrarre? Lo Stato. Lo Stato guidato da un signore che si è permesso di dire che la Basilicata non ha il diritto di farsi pubblicità negli aeroporti internazionali, con i propri soldi, perché: chi viene in Basilicata? E, per non dimenticarlo, anche la materia turismo sarà competenza esclusiva statale. Lo avrà detto a Matera e ai Materani?
E noi dovremmo cedere il nostro potere decisionale in tema di petrolio e turismo ad un signore che della Basilicata sa meno di niente? Siamo disposti a non avere più voce in capitolo sulla gestione del nostro territorio?
Renzi sorvola su questo e parla, parla per quaranta minuti, tentando di strappare una risata o un applauso, sapendo però che c’erano solo i suoi fedelissimi. Poteva risparmiarsi lo sforzo. Lo avrebbero applaudito lo stesso.
Tutto lo spettacolo, chè di questo si è trattato, Renzi lo ha passato a parlare di chi si è schierato per il no. Ci dice che non è per un Governo di scopo, non è per gli inciuci; lui che era stato nominato Presidente del Consiglio solo per fare la legge elettorale e invece si è seduto sulla poltrona e non si è più alzato. Lui che sta in piedi per l’incestuoso inciucio con Alfano e Verdini.
Il dissenso a Renzi non piace. E si vede: dal palco mostra un nuovo volantino che verrà distribuito nei prossimi giorni, un altro, pagato con i nostri soldi; un signore, al Don Bosco, alza la lettera che Renzi ha inviato agli italiani all’estero e gli dice “anche questo l’ho pagato io!”, e lui fa spallucce.
Ma di cosa parliamo? Del vuoto pneumatico.
Vorremmo chiedere a Renzi se la riforma dell’elezione del Presidente della Repubblica al settimo scrutinio a maggioranza dei votanti è garanzia della più ampia adesione o un modo per scegliersi anche quella carica nelle segrete stanze della segreteria di un unico partito. Vorremmo chiedere a Renzi se crede realmente che concedere l’immunità ai consiglieri regionale ed ai sindaci che comporranno Il nuovo Senato possa accelerare l’iter legislativo. Vorremmo chiedere a Renzi se pensa davvero che rendere una delle Camere totalmente dipendente dalle elezioni amministrative e quindi da risultati elettorali difformi dalle elezioni politiche sia garanzia di governi stabili. Di questo ci avrebbe dovuto parlare. Invece nulla.
Abbiate pietà della nostra intelligenza. Renzi forse pensa di averci fatto un favore venendo in Basilicata. Probabilmente, vista la sua arroganza e la ben nota avversione nei nostri confronti (ricordiamoci dei ‘quattro comitatini’) pensa che nella nostra Regione ci siano persone che non sanno leggere e scrivere, che si fanno turlupinare da quattro battute messe insieme, da giri di parole che nascondono ben altre intenzioni.
La visita di oggi in Basilicata si conferma l’ennesima prova di quanto questo Governo sia debole. Se fossero così convinti del consenso del paese perché buttare tutti questi soldi che potrebbero essere spesi per le emergenze che stiamo vivendo, zone terremotate in primis?
Renzi ha speso inutilmente i ‘nostri’ soldi per questo viaggio. Gli ennesimi soldi buttati.
I Lucani sono stanchi degli imbonitori di folle, di giullari, di demagoghi arroganti. Ne abbiamo già tanti di nostrani, che, ovviamente, erano tutti lì a battere le mani.
Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale
La fotogallery del comizio di Matteo Renzi a Matera (foto www.SassiLive.it – foto aereo nello stadio XXI Settembre-Franco Salerno di Emanuele Taccardi)
da “La Ferrovia “incompiuta” e beffarda”…omissis…
E Matteo Renzi, del Consiglio dei Ministri, Presidente
Lascia a Matera, con la Ferrovia, il segno più evidente;
cosi sia
Porta tu l’Europa… in treno a… Matera
Così, dopo un secolo, inizia una nuova Era;
cosi sia
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