Felice Dileo, coordinamento USB-LP Natuzzi Spa rivolge sette domande a coloro che giudicano positivamente l’epilogo della vertenza Natuzzi SpA. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
1) Scusandomi per la solita irriverenza verso illustri esponenti politici e sindacali, ma apprendendo la soddisfazione con cui è stato accolto l’Accordo sottoscritto il 15 novembre scorso al MiSE in merito alla vertenza Natuzzi Spa, viene subito spontanea una domanda. Ma coloro i quali giudicano positivamente l’intesa raggiunta, il testo dell’accordo lo hanno letto?
2) Dal primo comma delle premesse emerge che in Natuzzi Spa ci sono 1918 lavoratori in Contratto di Solidarietà. Da qui verrebbe subito da chiedersi come è possibile che un’azienda ricorra al Contratto di Solidarietà e allo stesso tempo licenzi 355 dipendenti. Che solidarietà è quindi? Pertanto, i “positivisti” dell’Accordo si sono accorti che i soggetti che hanno sottoscritto il Verbale del 15 novembre 2016 sono gli stessi che il 5 marzo 2015 discriminarono volutamente questi 355 lavoratori, disponendo che non meritassero il Contratto di Solidarietà e fossero invece collocati in Cigs per cessazione attività? Se, viceversa, si fosse sottoscritto il Contratto di Solidarietà secondo i suoi fini e principi, i 355 licenziati adesso sarebbero in produzione in Natuzzi Spa.
3) Al punto a) delle premesse si legge che sarà costituita una New co. Qual è l’esigenza di costituire una New co per riaprire lo stabilimento di Ginosa. Per caso è vietato riaprire Ginosa come Natuzzi Spa? Vi siete chiesti che forse questo espediente serva ad attingere ai finanziamenti pubblici previsti per le nuove assunzioni (una bella somma di questi sono già impegnati dallo stesso Accordo) quando queste, di fatto, non sono nuove assunzioni?
4) Successivamente al punto b) si specifica che la New co svolgerà attività di lavorazione e trasformazione del Poliuretano. Ma attualmente i divani che produce la Natuzzi Spa non sono privi di poliuretano, tutt’altro, la lavorazione e trasformazione del poliuretano è commissionata ad altre aziende dell’indotto. La domanda è allora vi è sorto il dubbio che probabilmente le 215 nuove assunzioni presso la New co provocherà 215 licenziamenti da parte delle imprese contoterziste di Natuzzi Spa?
5) Adesso si arriva alla perla dell’Accordo Quadro del 15 novembre 2016. Alla lettera e) si concorda che le assunzioni avverranno entro il 31 dicembre 2016. Fino qua ci siamo, ma leggendo un po’ più attentamente si evince che per assumere entro tale data la New co necessita della Cassa integrazione in deroga, in quanto non è ancora pronto l’impianto produttivo. Dunque, perché si ha l’impellenza di assumere entro il 31 dicembre se la produzione non può essere avviata e si collocheranno i lavoratori dal primo giorno di assunzione in Cigd? Non sarebbe più logico procedere alle assunzioni quando l’impianto sarà attivabile? Non mi si venga a dire che è per garantire un sussidio ai lavoratori perché già ce l’hanno ed è l’indennità di mobilità, che copre tutti perlomeno sino a novembre 2017. Questa è però una domanda puramente retorica, giacché la risposta è contenuta al punto f) ove è scritto che potranno essere assunti dalla New co solo coloro che avranno risolto ogni contenzioso con Natuzzi Spa. In pratica si è disposto questo vero e proprio pastrocchio per costringere le diverse centinaia di maestranze che avevano contenziosi legali con Natuzzi Spa a ritirarle prima che si giunga a sentenza.
6) I “positivisti” dell’accordo sanno che il livello d’inquadramento con cui saranno assunti i lavoratori è l’AE1, ossia il meno retributivo del CCNL Legno Industria, annullando così in un sol colpo tutti gli avanzamenti professionali che negli anni si sono guadagnati in Natuzzi Spa?
7) In ultimo una domanda che deriva dai 6 interrogativi aperti sopra. I “positivisti” si sono chiesti se non sia un chiaro sovvertimento del fenomeno causa-effetto? Mi spiego meglio, è peregrino credere che probabilmente non si tratta di aver fatto un cattivo accordo per salvare 215 posti di lavoro, ma è più verosimile che si è volutamente licenziato (perché il Contratto di Solidarietà non ha coinvolto tutti i dipendenti Natuzzi Spa è ancora un autentico mistero) per poi sfruttare tutti i vantaggi derivanti dalla successiva riassunzione dei licenziati?
Per l’Unione Sindacale di Base, ovviamente, la vertenza Natuzzi Spa non è ancora chiusa e continuerà a lottare affinché si adotti l’unica soluzione possibile per tutelare i lavoratori licenziati, senza recare danni ad altri lavoratori non ancora licenziati. Ossia: il reintegro dei lavoratori espulsi in Natuzzi Spa, attraverso l’estensione del Contratto di Solidarietà a tutti i dipendenti, dato che le vigenti disposizioni di Legge in materia lo consentono. Poi l’USB è disposta a valutare tutte le possibili soluzioni per il rilancio della produzione in Natuzzi Spa. Nella consapevolezza che non si è mai creato neanche un posto di lavoro reale con gli stratagemmi dei finanziamenti statali a pioggia o altre furberie del genere. Dispiace constatare che una volta questi espedienti erano i Governi democristiani a farne largo uso, adesso invece sono fatti propri dalle Giunte della Sinistra gattopardesca del “tutto deve cambiare per far restare tutto com’era” e a quanto pare sono spalleggiati anche dalle Amministrazioni comunali rivoluzionar-grilline.
In ultimo, faccio un appello a tutti i mass media, affinché assicurino agli utenti una corretta informazione, in modo che possano apprendere, anche, le ragioni di chi esprime un giudizio fermamente negativo del Verbale di accordo quadro del 15 novembre 2016, riguardante la vertenza Natuzzi Spa.
Felice Dileo, coordinamento USB-LP Natuzzi Spa