Infatti, a seguito dell’estensione dei vincoli di finanza pubblica di cui al Patto di stabilità interno anche alle spese di investimento, numerose Stazioni appaltanti hanno bloccato i pagamenti in conto capitale alle imprese creditrici, creando una situazione di notevole disagio ed incertezza.
Infatti, per aziende che hanno fatto ricorso al credito bancario, dover attendere – nel migliore dei casi – la prima quindicina del mese di gennaio 2009, significa esporsi a pericolose conseguenze di ordine economico e finanziario.
Senza voler entrare nel merito dei singoli sforamenti del tetto di spesa imposto dal Patto di stabilità interno e preso atto che i diversi Enti riconoscono il debito nei confronti delle imprese interessate, Olivieri evidenzia il rischio paradossale che corrono le pubbliche amministrazioni.
Infatti, gli interessi moratori causati dal mancato pagamento degli stati di avanzamento di lavori eseguiti a termini di contratto, oltre al differimento degli appalti e alla sospensione dei lavori, potrebbero pesare sulle Stazioni appaltanti più delle sanzioni inflitte per l’inosservanza del Patto di stabilità.
Per questo motivo il presidente dell’API ha chiesto la disponibilità a verificare se, per le spese di investimento, siano consentiti margini di manovra sulle priorità, al fine di non penalizzare oltre misura le imprese creditrici, oltre che per evitare il blocco di opere pubbliche già appaltate o il rallentamento di servizi pubblici.
Emblematico, in proposito, è l’esempio del Comune di Brescia, che sembra abbia deciso di non rispettare il Patto e di esporsi alle sanzioni previste.