Si è spento all’età di 90 anni il leader maximo di Cuba, Fidel Castro. La città di Matera è legata a Cuba grazie al progetto Materava, presentato nel 2000 e che ha visto in prima linea tra i professionisti della città dei Sassi anche l’architetto Tonio Acito. Di seguito la nota integrale di Tonio Acito inviata alla nostra redazione.
Quando muore una persona si attivano tutti i ricordi, tutti i fatti riferibili in qualche modo allo scomparso.
Oggi è morto all’età di 90 anni Fidel Castro a Cuba.
E’ da questa mattina che ricevo telefonate di amici che mi hanno ricordato il progetto MaterAvana. Correva l’anno 2000. Sindaco di Matera Angelo Minieri e presidente della Regione Basilicata Filippo Bubbico. Fu a loro che presentammo il progetto di interscambio culturale tra Matera e l’Avana che era articolato in una serie di azioni interdisciplinari mediante scambi di idee e di persone nel campo del restauro e recupero dei centri storici: L’Avana con il grande progetto di Habana Vieca e del Malecon, Matera con il recupero dei Sassi. Due aree di intervento così distanti fisicamente, così vicine umanamente. Il progetto a Cuba era sotto la guida dell’Historiador Eusebio Leal Spengler, riconosciuto riferimento culturale per tutta l’America Latina, ambasciatore culturale per Fidel nel mondo. Con la sua ‘obbligatoria’ approvazione iniziammo a lavorare con la sua Officina, con i suoi collaboratori più stretti, e il suo apprezzamento al progetto e a Matera si concretizzò in una memorabile conferenza nel Palazzo dell’Annunziata a Matera alla presenza dell’Ambasciatrice di Cuba in Italia. La lezione su come si può fare restauro anche con poche risorse e con scarsi mezzi tecnici fu per noi materani un insegnamento stimolante per le nostre giovani azioni nel progetto dei Sassi.
2003 – Erano passati già tre anni di interscambio: architetti cubani a Matera, architetti materani (e italiani) a Cuba, artigiani materani (con la CNA) a raccontare il loro saper fare e a visitare le loro ‘più modeste’ officine, artisti in mostra, giornalisti al seguito.
I viaggi a Cuba in quegli anni sono stati tanti nelle ripetute permanenze si sono tessuti rapporti e relazioni che partendo dal formale/istituzionale diventavano amicali.
Si conoscono modi diversi di vivere le gioie e le difficoltà.
Noi all’Avana vivevamo nelle loro ‘case particular’ (forma latino americana di B&B) con loro abbiamo parlato, mangiato, ballato. Quasi sottovoce parlavamo con i più anziani anche di Fidel, del sogno della rivoluzione, del periodo del sostentamento economico sovietico, dell’embargo americano, della crisi economica gravissima in cui versava l’isola.
Noi registravamo nei loro discorsi rispetto a riconoscenza del leader maximo ma anche timore e delusioni. Fidel era vivo, continuamente sugli schermi delle Tv in bianco e nero con i suoi discorsi di 8/10 ore. Fidel era vivo quando in città si bloccava d’improvviso il traffico per far passare un corteo di auto nere, tutte uguali, in cui su una era seduto il leader.
Vivendo con loro dovevi comprendere la loro voglia di prendersi un sorso di vita da te, italiano benestante, con il passaporto (per loro non c’era libertà di uscire dall’isola) a cui chiedere una serata a cena, andare bere rum ,andare ballare.
Il progetto MaterAvana nato come interscambio tra architetti diventava, avanzando, conoscenza e rispetto tra due popoli che in tempi diversi avevano sofferto la povertà che segna i volti: a fianco alle architetture abbandonate di L’Avana e di Matera in mostra le foto dei volti dei nostri e dei loro contadini: città storiche uguali, abitanti di quei luoghi uguali.
L’esperienza professionale era diventata lezione di vita.
Matera si raccontava nelle sue pagine più crude con infinita tristezza, L’Avana, seppur più povera, cercava ogni piccola occasione per ballare e suonare.
Siamo andati nei capisaldi della propaganda di Fidel ,scuole e ospedali, e abbiamo parlato con medici e insegnanti. E’ vero stipendi piccoli, ma dedizione e cuori grandi. La cosa più bella rimarranno i bambini, tutti uguali nelle loro divise, con i loro cestini con la merenda. Uguali senza cappottini firmati .
E lì, tu che sei straniero, ti fermi a riflettere su cosa è giusto, sulla tua auto che meditavi di cambiare perché graffiata.
Fidel era presente sempre, nel bene e nel male, e noi lo percepivamo stando sull’Isola o ospitando in Italia i nostri colleghi cubani.
Oggi L’Avana sta cambiando con lavori di restauro ovunque tra le solite difficoltà burocratiche ed economiche; Matera sta cambiando adeguandosi ai nuovi traguardi che l’Europa ci ha assegnato.
Sarebbe bello pensare ad un aggiornamento del progetto MaterAvana con i nuovi ruoli e i nuovi protagonisti, continuando il processo vitale di interscambio culturale che, è bene ricordarlo sempre, è stato uno dei semi che hanno alimentato il nostro crederci Città della cultura.