Venerdì 2, lunedì 5, mercoledì 14 e giovedì 15 dicembre 2016 presso il cineteatro Comunale in piazaz Vittorio Veneto a Matera la compagnia teatrale Talia Teatro presenta in replica la commedia in vernacolo materano “Salit i m’nacédd’r”. Le replichè in realtà segnano l’esordio di due attori in scena: Nicola Lorusso prende il posto di Mimì Orlandi mentre Elisa Basile sostituisce Margherita Arrè. L’ingresso allo spettacolo è gratuito.
Personaggi e interpreti
Primo monaciello: Chiara Zaccaro;
secondo monaciello: Laura Zaccheo;
terzo monaciello: Nicola Lorusso;
Nicolino: Antonio Montemurro;
Carmela, sua moglie: Anna Cimarrusti;
Signora Pignatelli: Elisa Basile;
Maria, la vedova: Mariella Braia;
Giovanni, un amico: Franco Burgi;
Rosa, moglie di Giovanni: Nicoletta Lionetti;
Pietro, un amico: Saverio Pietracito;
Nannina, una vicina: Giulia Cifarelli;
Concettella, la commara: Lucia Giordano;
Professore: Marco Floridia;
Dottore: Nicola Cardinale.
Selezione musicale ed effetti speciali: Maurizio Cicchetti e Laura Zaccheo.
Regia di Antonio Montemurro.
“Salit i m’nacédd’r”, scritta e diretta da Antonio Montemurro è il titolo in dialetto materano della commedia “Condoglianze e monacelli” che Talia Teatro propone tutti i venerdì, sabati e domeniche di luglio e agosto 2016 a Matera nel contenitore culturale Talia Teatro ubicato nel Sasso Barisano in via Lombardi 35 nell’ambito della rassegna “Teatro e spuntino”.
La storia rappresenta una situazione tipica di un dopo funerale di casa nostra, con le condoglianze (u salit), il consolo (u cunz), le chiacchiere degli amici. Tutto in chiave comica, con situazioni esilaranti che vi faranno morire dal ridere, intramezzate dagli interventi dei monacielli (u m’nacèdd’r) che, sia pure in modo beffardo, proporranno all’attenzione del pubblico profonde verità. I dialoghi finali, tra il serio e il faceto, offrono spunti di riflessione importanti sugli aspetti di sempre della condizione umana.
Un teatro, quello offerto dalla compagnia diretta da Antonio Montemurro, in cui la parola dell’attore fa da ponte fra il pensiero dell’autore e quello dello spettatore. E’ questo il modo di concepire il teatro: un’occasione per emozionarsi, ridere, piangere e pensare.
Il tutto nella splendida cornice di un teatro scavato nel tufo dei nostri Sassi, dove la parola dell’autore rievoca le storie e le voci di quelli che abitarono e vissero in queste grotte, che ancora oggi rimandano un’eco antica della vita di un tempo.