Ha preparato un falso testamento spacciandolo per quello del de cuius, nominandosi unico erede dei beni mobili e immobili. Quando gli eredi se ne sono accorti lo hanno denunciato. L’uomo, un infermiere in pensione residente a Matera, è stato inchiodato dalle perizie calligrafiche e condannato a 9 mesi di reclusione e al risarcimento dei danni provocati agli eredi.
Dopo tre anni, si è concluso ieri, presso il Tribunale di Matera, il primo grado di un procedimento penale per falso in testamento olografo, che vede protagonista un uomo di Matera, ai danni degli unici eredi di un anziano signore di Pomarico, ad oggi deceduto, presso il quale l’uomo si recava per fornirgli le bombole di ossigeno
Il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Matera, Annafranca Ventricelli, dopo circa un anno e mezzo di indagini, fissa il decreto di citazione a giudizio nei confronti del materano.
L’istruttoria dibattimentale ha dimostrato ieri la responsabilità penale dell’imputato, che è stato condannato in base agli artt.533 3 535 c.p.p. a 9 mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali; lo stesso é stato inoltre condannato al risarcimento dei danni subiti dalle parti civili, in base agli arti. 538 c.p.p. e seguenti. Le perizie calligrafiche disposte sia dal PM che dalle parti offese, hanno infatti acclarato la non corrispondenza della sottoscrizione sulla scheda testamentaria, con quella autografa apposta sugli atti prodotti in comparazione.
“Per i miei assistiti oggi è stata una grandissima soddisfazione il vedere concretizzarsi la “vera” volontà del loro caro Canio, che non avrebbe mai permesso intromissione di terzi. Anche per me è stata una grande vittoria, riuscire a far riconoscere i diritti dei miei assistiti. L’intero procedimento è stato trattato dal giudice Roberto Scillitani presso il Tribunale di Matera in composizione monocratica, che ha egregiamente seguito l’iter processuale, senza concedere rinvii per mere motivazioni. I miei assistiti, regolarmente costituiti parte civile, hanno avuto finalmente giustizia”, ha commentato l’avvocato Cristiana Rosano (nella foto in basso) del foro di Bari.