Francesca Messina, responsabile regionale Dipartimento Immigrazione FDI AN Basilicata interviene sulle vicende che in questi giorni coinvolgono i migranti presenti in Basilicata: “I Pittellas per la loro Lauria fanno scelte chiare in barba ai sacrifici che chiedono al resto dei lucani”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Il dramma degli immigrati in Basilicata inizia ad assumere i toni della farsa. È di pochi giorni fa la notizia che il sindaco di Lauria, Angelo Lamboglia rappresentante locale del Pittellismo, si è andato a prendere direttamente in aeroporto degli immigrati da portare nel suo paese. Ma questa volta non si tratta di immigrati qualunque, no. Pare che il sindaco abbia scelto un particolare tipo di immigrati: quelli Siriani. Non è una discriminazione, questa?
Ora, volendo anche tralasciare il fatto che i Siriani, tra i pochissimi che si possono considerare vere vittime di guerra, sono stati ridotti nello stato in cui si trovano proprio dalla politica estera criminale di cui il governo Renzi è complice (il governo Renzi e il PD appoggiano in numerosi modi i terroristi che assediano le città siriane), a noi fa impressione una cosa: che mentre la Lucania viene letteralmente saturata di immigrati dell’Africa sub-sahariana, assolutamente non gestibili in termini di integrazione (nonostante qualche isolata iniziativa mediatica per far sembrare il contrario, tipo partite di pallone “interculturali”), alle zone elettorali della banda Pittella spettano, invece, gli immigrati di lusso, quelli col titolo di studio e una storia veramente drammatica da raccontare (…magari nell’ambito di un bel progetto finanziato con soldi pubblici, no?), quelli che non vivono chiedendo l’elemosina, non spacciano e non fanno prostituire le loro donne. Del resto questo approccio, molto contraddittorio per chi dice che “i migranti sono tutti uguali”, non è nuovo al mondo del PD: già a Capalbio, luogo simbolo dei raduni estivi degli amministratori di centrosinistra, hanno rifiutato di ospitare immigrati africani, osservando che non sarebbero compatibili con l’immagine elegante e sofisticata della “piccola Atene” (come i radical-chic chiamano la “loro” località per le vacanze estive).
Ed è strano che i Pittellas facciano di queste discriminazioni tra immigrati di serie A e B, visto che solo pochi giorni fa il Presidente ha presentato il suo progetto per una mega-baraccopoli (immaginiamo una nuova “giungla”, come quella appena smantellata a Calais in Francia) nel cuore della Lucania, per ospitare – così sembra – praticamente tutti gli immigrati che nessuno in Italia vuole più. E allora ci chiediamo: come funziona questa storia? A Lauria vanno gli immigrati meno problematici, quelli che non fanno barricate e non sequestrano le persone (come accaduto a Sasso di Castalda e Potenza), e altrove vanno tutti gli altri?
Anche Pittella, ci sembra, ha finito per darci ragione: il 90% degli immigrati non sono una risorsa, ma un problema, e dobbiamo pensare prima alla nostra comunità che a tutto il resto. L’unica differenza tra noi e i Pittellas, non di poco conto, è che la “sua” comunità, quella di cui i Pittellas fanno gli interessi, è la banda di nani e ballerine che lo sostiene alle elezioni, mentre la “nostra” è la Lucania intera.
Francesca Messina, responsabile regionale Dipartimento Immigrazione FDI AN Basilicata