Il Piano regionale dei trasporti proposto dalla Giunta regionale è stato l’oggetto delle audizioni svoltesi oggi in terza Commissione (Attività produttive, Territorio, Ambiente),presieduta da Vincenzo Robortella (Pd). Ascoltati i segretari regionali della Filt-Cgil (Bruno Bevilacqua), della Fit-Cisl (Carlo Costa), della Uilt-Uil (Michele Carone) ed il presidente del Comitato “Pro ferrovia Sicignano – Lagonegro” Rocco Panetta.
Quest’ultimo ha ricordato di essere stato ascoltato da Trenitalia nel 2013 e in quell’occasione fu prospettata l’ipotesi di riaprire la tratta ferroviaria Sicignano – Lagonegro, attualmente sospesa. “Da quella data – ha detto – sono state fatte due delibere dall’amministrazione di Sicignano e dall’Ente parco nazionale del Cilento per chiedere con forza di riaprire il primo tratto di 25 chilometri tra Sicignano e Polla. Nelle stesse delibere è evidenziato come il treno Etr 1000, previsto nel piano regionale trasporti per l’alta velocità, non consente ai viaggiatori di scendere e salire dalla stazione di Taranto perché i marciapiedi sono bassi. Anche a Potenza – ha continuato – ci saranno problemi in quanto l’elevatore per portatori di handicap è posizionato al binario 1 dove non ferma l’Etr”.
Panetta ha sottolineato come “la scelta di utilizzare questo tipo di treno sia illogica e solamente uno sperpero di denaro ed inoltre ha lamentato l’assenza quasi totale nel Piano trasporti del tratto Sicignano – Lagonegro. Chiediamo – ha concluso – una fermata dell’alta velocità anche a Sicignano per poter servire i tanti utenti che in caso contrario verrebbero seriamente penalizzati”.
Il segretario generale della Fit-Cisl Carlo Costa ha evidenziato come “il piano regionale trasporti deve garantire i circa 1400 lavoratori, tra gomma, Fal e ferrovie, che sono impegnati nel servizio. Individuato l’ambito regionale come unico ed ottimale – ha detto – è necessario che sia prevista una unica gara di assegnazione per i 30 milioni di chilometri che vengono percorsi in regione, 25 milioni di chilometri (extraurbani) e 5 milioni (urbani, 9 ambiti)”.
“Con i consorzi – ha aggiunto – ci sono tante aziende ed ognuna opera in maniera autonoma con disparità di trattamento per i lavoratori. Per questo chiediamo una unica società a cui attestare tutti i lavoratori. Il nostro dubbio – ha concluso – riguarda poi la stesura di questo Piano dei trasporti per la totale mancanza di dati a disposizione per quantificare le reali esigenze del trasporto in regione”.
Per Bruno Bevilacqua della Filt Cgil “è difficile pensare di fare un’azienda unica per la gara. Solo per il Comune di Matera la gara supera il 31 dicembre 2017, per gli altri casi gli affidamenti scadono il 31 dicembre 2017. Il piano dei trasporti deve avere l’obiettivo di razionalizzare e rendere efficiente il sistema, perché il bando del 2009 ha fotografato l’esistente, con sovrapposizioni di linee e mancanza di efficienza che sono rimaste negli anni e rendono il servizio diseconomico”.
Nella discussione che è seguita alle audizioni sono intervenuti i consiglieri Rosa, Romaniello e Santarsiero. Rosa ha evidenziato la difficoltà, anche per le regole dei bandi pubblici, di pensare ad un unico gestore, anche se – si è osservato da più parti – sarebbe forse la soluzione migliore dal momento che i lavoratori attualmente sono assunti da tante aziende diverse nell’ambito del Consorzio e con differenze di trattamento come nel caso delle varie ditte del Cotrab. A riguardo, Romaniello ha chiesto di acquisire lo statuto del Cotrab, mentre Santarsiero ha evidenziato che con un unico ambito si potrebbero integrare meglio i servizi urbani ed extraurbani con risparmio di chilometri. Nel caso di Potenza – ha aggiunto – sarebbe opportuno conoscere il costo unitario chilometrico del trasporto pubblico e del sistema delle scale mobili.
Oltre al presidente Robortella (Pd) hanno partecipato alla riunione i consiglieri Giuzio, Castelgrande e Santarsiero (Pd), Romaniello (Gm), Perrino (M5s), Rosa (Lb-Fdi) e Castelluccio (Pdl-Fi).
Linee guida fonti rinnovabili, terza Ccp chiede modifiche
Il provvedimento licenziato con parere sfavorevole
Condivisione, “in linea generale”, del provvedimento della Giunta sulle “Linee guida per il corretto inserimento nel paesaggio degli impianti alimentati da fonti rinnovabili con potenza non superiore a 1 Mw”, con la richiesta di modificarne alcune parti “su temi rilevanti, per recepire le osservazioni raccolte durante le audizioni dei soggetti istituzionali e associativi interessati”. E’ quanto emerge da un documento che la terza Commissione consiliare (Attività produttive, Territorio, Ambiente), presieduta da Vincenzo Robortella (Pd), ha inviato al governo regionale.
In particolare, la Commissione, considerato che “con le linee guida vengono disciplinati “esclusivamente gli impianti alimentati da fonti rinnovabili con potenza superiore alla tabella A del decreto legislativo 387/2003”, chiede alla Giunta di adottare “una distinta disciplina per il corretto inserimento nel paesaggio degli impianti alimentati da fonti rinnovabili con potenza inferiore alla tabella A”. La Commissione chiede inoltre, tra l’altro, che “venga riconsiderata la congruità della distanza minima dei generatori, anche in relazione a quanto già prescritto per gli impianti di grande generazione dal Piear all’appendice A (requisiti tecnici minimi per gli impianti di potenza superiore a 200 Kw)”, e che si preveda “una distanza minima di 300 metri dalle proprietà ed in particolare dai fabbricati”. “Occorre valutare – osserva inoltre la Commissione – la previsione di una disposizione che disciplini la distanza minima dal confine di proprietà dell’immobile dal punto più estremo di sorvolo degli elementi rotanti del generatore”.
Il provvedimento, licenziato con parere sfavorevole dalla Commissione, è stato restituito con queste osservazioni alla Giunta regionale, che assumerà la decisione definitiva.