Si chiama Naspi l’ammortizzatore sociale che, secondo l’Inps, registra in Basilicata ad ottobre 2016 ben 16.392 domande (a dicembre 2015 erano state 21.765). Un nuovo-vecchio sussidio di disoccupazione che amplia la platea di quanti in Basilicata usufruiscono di ammortizzatori che sono il 27,9% del totale dell’occupazione dipendente privata. A sostenerlo è la Uil lucana secondo cui continua ad emergere la forte criticità sia del quadro economico, con molte/troppe imprese che manifestano forti segnali di crisi, sia della debolezza dell’impianto normativo degli ammortizzatori sociali. Basti pensare che quasi 3 lavoratori su 10 del settore privato “beneficiano” o, meglio, conoscono l’amara esperienza di dover usufruire di un ammortizzatore sociale.
Il nuovo strumento risulta ancor più penalizzante, ricorda la Uil, per quelle centinaia di migliaia di persone che potevano essere protette dalla ”indennità di mobilità”, che invece, terminerà alla fine del 2016 e che la NASPI potrà bilanciare solo in parte. Inoltre, commenta la Uil, con la NASPI viene introdotto un tetto alla contribuzione figurativa (1.820 euro lordi mensili imponibile previdenziale) che corrisponde a uno stipendio netto di 1.300 euro mensili. Il risultato è una nuova penalizzazione sui futuri importi pensionistici. Decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori, che lavorano stagionalmente in importanti settori produttivi ed economici, turismo e alimentare in primis, saranno le prime vittime delle innovazioni del governo in tema di lavoro e ammortizzatori sociali. Sono settori, con fortissima presenza femminile, che svolgono attività funzionali a produrre una parte importante del PIL in aree all’avanguardia in termini di produzione della ricchezza nazionale. Se a questo danno si aggiunge la progressiva diminuzione di altri strumenti di protezione sociale (come la cassa integrazione in deroga) emerge con chiarezza che siamo lontani dall’annunciata volontà del Governo Renzi prima e del nuovo Gentiloni nelle dichiarazioni programmatiche di allargare le tutele ai lavoratori e alle lavoratrici più deboli del paese.
Non abbiamo ancora superato il “tunnel” della crisi più profonda e siamo sempre impegnati a difendere a denti stretti da manovre di tagli – commenta il segretario regionale Carmine Vaccaro – gli ammortizzatori sociali, mentre il primo “tagliando ” al jobsact non sembra produrre provvedimenti efficaci. L’intervento sui voucher, che continuano a cresce di oltre il 30% ogni anno, si limitano a un intervento che, se va bene, limita l’uso fraudolento dello strumento, ma non ne limita l’utilizzo alle piccole e brevi attività , come dovrebbe essere. Inoltre, la modifica dei requisiti per ottenere la NASPI , oltre ad escludere centinaia di migliaia di persone da una completa ed efficace tutela, allunga di un solo mese la copertura per alcuni lavoratori stagionali del turismo e delle terme. Troppo poco e, quindi, la partita si riapre. Le ricette applicate sino ad ora, purtroppo, non hanno dato i risultati sperati: insieme possiamo migliorare la rotta e accelerare il cammino verso lo sviluppo, unica strada per restituire speranze occupazionali ai giovani e raggiungere il traguardo dei 25mila nuovi posti di lavoro entro il 2020. Ecco perché’ la UIL – continua Vaccaro – sosterrà, ai tavoli con il Governo, la necessità di interventi rapidi tesi a modificare norme che, con una troppo bassa crescita, penalizzano le lavoratrici ed i lavoratori.Per la Uil “la febbre nei territori è ancora alta e il piano del governo serve solo ad abbassarla ma non cura la malattia. E’ un tampone e ora serve un provvedimento più approfondito che salvaguardi anche i lavoratori al di fuori delle aree di crisi anche se apprezziamo che il governo abbia avviato una riflessione sul Jobs Act e che prenda atto della necessità di modificare la riforma degli ammortizzatori sociali”.
Dic 15