Il materano Franco Vespe in una nota esprime alcune riflessioni sugli eventi di capodanno che hanno interessato Matera e Potenza a seguito dello “scippo” da parte del capoluogo di regione dell’evento L’anno che verrà in onda su Rai 1 per Matera 2019. Di seguito il testo integrale inviato alla nostra redazione.
Qualche riflessione circa il capodanno a Potenza. La botta è stata meravigliosamente assorbita da Matera con il “Full Booking” di Natale e Capodanno. Gli interrogativi politici che però hanno portato a perpetrare lo scippo potentino rimangono inevasi! Simona Sciandivasci fa un’ottima analisi di ciò che sta accadendo (clicca qui per visualizzare l’articolo completo). Il mio contributo lo riprende per capire se ci sono soluzioni per invertire la rotta. Tutto dipenderà dal ruolo che l’amministrazione comunale vorrà ritagliarsi… Il ciclistico “surplace” fra Consiglieri Comunali e Sindaco non può continuare oltremodo. Il rischio è quello di raccogliere devastazione e deserto nel 2020…
La polemica riguardante lo scippo del capodanno RAI passato da Matera a Potenza ancora non si placa! Avevamo lasciato gli imprenditori turistici di Matera nel panico quest’estate dopo la notizia dello scippo, combinato al calo estivo delle prenotazioni alberghiere rispetto all’anno precedente. Una polemica che apparentemente si sta rivelandoinsensata dopo che la città ha dimostrato di saper fare il pienone natalizio anche senza la compagnia di Amadeus. Lo scippo perpetrato rimane però un gesto politico gravissimo, in quanto ennesima manifestazione perversa di quella politica assistenzialistica e parassitaria che fa prosperare ancora quella razza esotica Jurassica dei “Clientes Lucani”. Una politica cioè che non ha interesse a risvegliare auto-stima ed auto-determinazione nei cittadini, quanto piuttosto a somministrare l’oppio consolatorio dell’intervento assistenzialista dello stato, a coltivare la mitologia “Quo Vadiana” del posto fisso nel pubblico impiegoper rastrellare, in cambio, consenso politico esudditanza feudale. Chi scrive nella campagna elettorale per le ultime amministrative di Matera, aveva partecipato molto volentieri ad un confronto elettorale fatto a Potenza con gli altri candidati sindaci. Alla domanda dei potentini su come la loro città si potesse attrezzare per inserire nello storico evento di Matera CEC 2019, li scongiurai di smetterla di fare i “clientes” e di dare sfogo alla propria creatività ed alla propria auto-determinazione per fare proposte turistico-culturali in sintonia con Matera CEC. Indicai loro anche le risorse da cui partire: le bellezze naturalistiche intorno al capoluogo (da non far sfregiare dalle trivellazioni petrolifere !) e dalle eccellenze hi-tech, sia accademiche che imprenditoriali, presenti sul loro territorio in tema di Osservazioni della Terra. A quei tempi c’era l’euforia peril compimento di un’impresa impossibile. Vivevamo con l’illusione che l’accensione dei riflettori internazionali su Matera avrebbe costretto noi tutti a cambiare cultura e comportamenti per essere all’altezza del rango assegnatoci sul palcoscenico mondiale. Si era ben consci che si sarebbe dovuto combattere contro l’avvolgente fagocitante buco neroassistenzialistico avente come baricentro la“Quo Vadiana”Potenza capitale,ma si nutrivano fondate speranze che queste catene si potessero alla fine spezzare. Sembrava pure che le raccomandazioni fatte dalla Comunità Europea ci venissero in soccorso e potessero fungere da argine alla ipertrofica pervasività della politica nell’evento. L’entrata a gamba tesa da parte del presidente della regione nelle elezioni comunali della città, l’opprimente presenza della regione nella fondazione Matera 2019, il cambio di dicitura in Matera-Basilicata e, ultimo ma non ultimo,la penosa vicenda della trasmissione RAI spostata da Matera a Potenza, ci hanno invece inflitto un duro risveglio. Nonostante il riconoscimento internazionale, nulla è cambiato o può cambiare! L’editoriale di fine d’anno sul Foglio scritto dalla nostra bravissima Simonetta ha spietatamente, quanto acutamente, messo a nudo questa triste realtà! Allora che cosa ci rimane da fare? Ormai questa dipendenza dai fondi regionali di Matera CEC.2019, per la quale la Comunità Europea ha dato credito alla proposta fatta, sembra che non possaessere più evitata! Però varrebbe la pena, per liberarsi dall’asfissiante giogo“Quo-Vadiano”, di esperire il tentativo di coinvolgere nella partnership della fondazione altri soggetti, pubblici o privati che siano. Per esempio la Puglia che gravita intorno a Matera sta manifestando, al contrario degli “svogliati” territori lucani, un grande interesse imprenditoriale e culturale per l’evento. Le stesse città di Altamura e Gravina, senza dipendere da alcun finanziamento pubblico, si definiscono città di Matera CEC 2019 e, di fatto, stanno svolgendo un formidabile ruolo complementare, in termini di ricettività turistica e di proposta culturale (basti pensare alle celebrazioni di Federico II di Altamura o all’avvio dell’istruttoria per Gravina da inserire nel Patrimonio culturale dell’UNESCO) alla nostra Matera. Si potrebbe chiedere a quella regione di entrare nell’assetto societario della fondazione con propri fondi. Perché poi non andare alla ricerca di grossi finanziatori privati? (qualche idea ce l’ho ….ma non ve lo scrivo!). Infine lo scrivente proponeva di affidare nelle mani dei nostri “giovani” più dinamici, creativi ed attivi (non ai figli di Poletti!) la gestione della nostra città, lanciando bandi di idee per aprire le tante porte chiuse di beni demaniali e comunali nei Sassi per far posto a funzioni ed attività creative capaci di catturare finanziamenti “sani”, sia nazionali che internazionali. Solo in questo modo sipotrebbe tentare di arginare l’arroganza cavernicolo-clientelare della Regione Lucana. Ma per fare tutto questo ci vorrebbe una forte amministrazione comunale che si sappia imporre politicamente e con proprie forti strategie culturali, sugli attuali partners, ri-guadagnandouna propriareale autonomia e la necessaria spregiudicatezza. Così ahimè non è! Pare che i nostri ineffabili consiglieri comunali (dei miserabili nani, politicamente parlando, ossequiosi, docilmente proni ai propri capi-bastone), preferiscano azzuffarsi su come e chi debba gestire la monnezza di Matera! Non me ne voglia l’attuale sindaco per il quale nutro profonda stima, ma francamente così non si può più andare avanti!Sarebbe stato fortemente auspicabile che avesse realizzato i propositi che aveva prospettato nel suo ormai leggendario comizio dello scorso 6 Novembre (ci era tanto piaciuto!). Non so se fa ancora in tempo, ma provasse a presentarsi alla città ed in consiglio comunale, con una squadra scelta da Lui (la legge gliene dà facoltà, quasi un obbligo!) forte competente, determinata e funzionale ad un programma informato da quello spirito sopra auspicato. L’impressione che dà invece, è quella di voler continuare a galleggiare ectoplasmaticamente, strattonato dai tanti capi-bastone di quella improbabile accozzaglia babelica che lo ha portato al governo della città! Sappia che di questo passo la nostra città nel 2020 sarà ridottaad una landa clientelare desolata, spolpata da fameliche iene come la rupe dei Re governata dal cattivissimo Scar (fratello di Mufasa e zio di Simba. Un’aulica citazione tratta dal cartone Il Re Leone!)
Franco Vespe
Vespe sei una persona brava e nel tuo ambito scientifico anche capace e stimato, però quando parli di turismo mostri di non capirci nulla. Se chiedessi agli esercenti turistici sapresti che va male, quindi taci