Il Coordinamento Nazionale Docenti Gae ha inviato una lettera alla Ministra e al sottosegretario all’Istruzione per sottolineare i disagi provocati dalla riforma della cosiddetta “Buona scuola” ai 45 mila precari storici delle Gae. Di seguito la nota integrale.
Gentilissimi Ministra e Sottosegretario all’istruzione, il compito che avete assunto è arduo ed impervio ma noi, i 45000 mila precari storici delle Gae, siamo sicuri che saprete dar ascolto e porre la dovuta attenzione e voce a chi come noi si è AFFIDATO alla legge e su questa ha basato LE proprie scelte professionali e familiari.
I 45000 mila docenti storici ancora nelle gae ringraziano e prendono atto della buona volontà di questo governo di rimediare agli errori commessi. Modificando la percentuale da destinare al ruolo, ora il 60 % che a sua volta andrà DIVISO AL 50 % con i gm, il governo ha dimostrato di voler rimediare l’enorme ingiustizia dello scorso anno che vedeva, a favore dei docenti neo immessi, il 100% dei posti oltre le assegnazioni provvisorie attribuite a TUTTI SENZA IL RISPETTO DI ALCUNA REGOLA, impedendo così che avvenissero assunzioni dalle Gae e che ci fossero cattedre annuali.
Chiediamo che la beffa ed il danno, che lo scorso anno hanno colpito i docenti delle Gae, non si ripetano.
CORRETTEZZA VORREBBE che fossero destinati quest’anno ai ruoli il 100% dei posti disponibili così da compensare gli zero ruoli dello scorso anno e del precedente.
Concedere NUOVAMENTE la deroga al vincolo triennale e le assegnazioni provvisorie senza alcun limite comporterebbe, come lo scorso anno, una diminuzione di cattedre annuali e di ruoli per i docenti con decenni di servizio che nella scuola vedono l’unica fonte di reddito per loro e le proprie famiglie.
Docenti affezionati ai loro studenti che hanno preferito non abbandonare in cambio di un ruolo nazionale.
Siamo tutti docenti plurititolati con alle spalle decenni di servizio e ben oltre 45 anni di età, con famiglie, figli piccoli in età scolare, adolescenti in fase di crescita e genitori anziani cui badare e curare….( e non perché a ciò costretti per legge).
Queste sono solo alcune delle motivazioni che hanno spinto noi docenti ancora in gae A NON FARE DOMANDA.
Ognuno di noi ha delle storie personali che hanno avuto un ruolo importante nella scelta di non aderire al PIANO NAZIONALE: ” avendo in corso una causa di divorzio se avessi presentato domanda avrei innescato una causa per l’affidamento di mia figlia con conseguenze deleterie principalmente per lei…” racconta una dei 6000 docenti ancora nelle gae Puglia. Della stessa rilevanza le storie dei circa 2000 docenti precari ancora presenti nella gae Basilicata.
Abbiamo ben LETTO la legge 107 e NON abbiamo reputato la scuola UN MERO BANCOMAT NE’ IL RUOLO UN TRENO SU CUI SALIRE AD OGNI COSTO a discapito di famiglie ed alunni.
I SOTTOSCRITTI HANNO DATO FIDUCIA ALLO STATO che, riconoscendo il nostro diritto acquisito al ruolo, ci riconosceva l’assunzione in provincia nei successivi tre anni se non avessimo fatto domanda.
Non possiamo tuttavia nascondere l’amarezza e l’incredulità nel constatare che subito dopo lo scadere della domanda chi volontariamente ha deciso di andare al Nord, pur di avere il ruolo ed incurante di ogni altro aspetto, non sia partito.
D’improvviso le regole e i presupposti alla base della nostra decisione sono cambiati.
Quasi NESSUNO è partito lasciando le cattedre al nord scoperte, costringendo i dirigenti a ricorrere a supplenze per coprire le cattedre lasciate scoperte da docenti di ruolo che pero’, con l’ausilio di mezzi loro dati postumi, non sono partiti.
Essi, così, hanno occupato i posti in provincia destinati, invece, alle cattedre annuali dei docenti delle gae.
In tal modo i docenti storici delle gae, in particolare quelli delle regioni meridionali, sono stati privati della possibilita’ di lavorare.
A QUESTE CONDIZIONI ANCHE NOI 45000 MILA AVREMMO ADERITO AL PIANO NAZIONALE E MOLTI DOCENTI PRIVI DI ESPERIENZA O CHE FINO AD ALLORA AVEVANO SVOLTO UN’ALTRA PROFESSIONE, sarebbero rimasti ancora in gae invece di avere oggi uno stipendio fisso.
NOI LA LEGGE L’ABBIAMO LETTA E STUDIATA.
Sul nostro piatto della bilancia ha prevalso la nostra impossibilità a partire a causa di validissime motivazioni, le STESSE ACCAMPATE OGGI DA CHI DOPO AVER PRESO IL RUOLO le usa come scusa per non partire…coerenti fino in fondo!
ANCHE a noi da più parti fu consigliato di fare domanda, ci consigliarono di “salire su questo treno” perché il futuro appariva troppo incerto.
Noi invece abbiamo dato FIDUCIA ALLO STATO e alla sua volontà di smaltire le gae provinciali entro tre anni, senza pericolo alcuno nè che le gae fossero cancellate nè che fossero riaperte.
Avendo bisogno di lavorare e con famiglie al seguito non potevamo affidare la sorte delle nostre famiglie ad un algoritmo che ci avrebbe mandato sicuramente al nord visto lo scopo della l.107 di coprire lì le cattedre scoperte.
Chi non è rimasto in gae ed ha accettato il piano nazionale indicando una ad una le possibili province in cui poter lavorare ha dimostrato, invece:
1) di non avere esigenze familiari o di salute;
2) di potersi permettere di attendere qualche anno fuori casa;
3) di essere nelle condizioni di poter correre il rischio di andare al nord
4) di poter sostenere gli oneri derivanti dal mantenere due abitazioni
5) di non avere la preoccupazione di lasciare da soli genitori o figli bisognosi di cure.
Noi riteniamo che i colleghi debbano tornare ma che per coerenza di scelta lo debbano fare SOLO dopo che TUTTI I DOCENTI ANCORA IN GAE SIANO STATI ASSUNTI IN PROVINCIA, COME PER LEGGE.
Perche’ ciò avvenga, occorre che tutte le Vostre attenzioni siano rivolte a noi.
Ad oggi moltissini di noi non lavorano né con le supplenze né con diritti a scuola mentre molti colleghi con neanche un giorno di servizio stanno fremendo, dopo aver preso il ruolo al nord, perché l’ ingiustizia dello scorso anno si ripeta….ZERO RUOLI,
POCHISSIME SUPPLENZE, DIRITTI A SCUOLA SOLO per alcune materie.
Le immissioni in ruolo vanno fatte ACCANTONANDO quanti più posti possibili, altro che 30%, solo così lo Stato terrà fede all’impegno preso.
Compito dello Stato è tutelare le proprie leggi e farle applicare, compito dei sindacati è tutelare tutti i lavoratori SENZA PRIVILEGI PER ALCUNI.
TUTTI DEVONO TUTELARE LA PARTE PIU’ DEBOLE: i docenti storici delle Gae.
La presunzione di chi ha fatto una scelta e che da un anno sta calpestando i diritti di altri colleghi è DISARMANTE OLTRE CHE DISEDUCATIVA ed aggiungeremmo INDEGNA di chi dovrebbe insegnare il rispetto della legge e del prossimo!
Chi ha DETTO “SI”, lo ha fatto consapevolmente e scientemente. Con minuzia ha studiato l’ordine delle cento province da indicare ed ora con il ruolo in tasca pretende di non voler partire, ricordandosi di avere figli e famiglia.
Occorre coerenza in tutto.
Alcuni pur di non partire vorrebbero utilizzare persino il sostegno come ancora di salvezza: credo che la cosa si commenti da sé!
Confidiamo nella Vostra grande umanità e nella sensibilità che da sempre avere dimostrato nei confronti dei lavoratori e dei cittadini in generale.
Buon anno e buon lavoro.
Coordinamento Nazionale Docenti Gae