Continua ad avere effetti devastanti la deflazione nelle campagne dove i prezzi riconosciuti agli agricoltori crollano mediamente di circa il 6% nel 2016 ed in alcuni casi come per il grano non coprono neanche i costi di produzione. Il dato emerge da una analisi di Coldiretti divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat sull’andamento dei prezzi che vede per la prima volta dal 1959 l’Italia in deflazione. “Gli agricoltori nel 2016 – evidenzia Piergiorgio Quarto, presidente Coldiretti Basilicata – hanno dovuto vendere piu’ di tre litri di latte per bersi un caffè o quindici chili di grano per comprarsene uno di pane ma la situazione non è migliore per le uova, la carne o per alcuni prodotti orticoli. Nonostante il crollo dei prezzi dei prodotti agricoli in campagna sugli scaffali i prezzi dei beni alimentari – continua Quarto – sono aumentati dello 0,2 % nel 2016 anche per effetto delle speculazioni e delle distorsioni di filiera nel passaggio dal campo alla tavola”. Ad incidere – precisa Coldiretti – è anche il flusso delle importazioni selvagge che fanno concorrenza sleale alla produzione nazionale perché vengono spacciati come Made in Italy per la mancanza di indicazione chiara sull’origine in etichetta per tutti i prodotti, anche se per il 2017 sono in arrivo importanti novità per il latte, i formaggi e la pasta Made in Italy. La deflazione è strettamente collegata con la stagnazione dei consumi con il 2016 che si chiude con il segno meno per la spesa alimentare domestica delle famiglie, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea. “Si stima – sottolinea Francesco Manzari, direttore Coldiretti Basilicata – una riduzione degli acquisti di cibo e bevande dell’1% rispetto al 2015 frutto di dinamiche eterogenee tra i diversi comparti, tra cui si segnalano cali, anche di una certa intensità, per le carni (-6%), i salumi (-5%) il latte e derivati (-4%) e oli e grassi e vegetali (-2%), solo in parte compensati da un incremento degli acquisti di prodotti ittici (+3%) e della frutta (+2%)”.
Gen 04