Il manuale per l’autorizzazione dei servizi e delle strutture pubbliche e private che svolgono attività socio assistenziali e socio educative è stato l’argomento trattato nel corso della quarta Commissione consiliare (Politica sociale) presieduta da Luigi Bradascio (Pp). Sul provvedimento sono stati ascoltati il presidente dell’associazione cooperative italiane Antonio Bruno, Caterina Salvia e Lina Bonomo di Federsolidarietà Confcooperative e il sindaco di Stigliano Antonio Barisano.
Il manuale definisce i requisiti strutturali, organizzativi e funzionali minimi che le strutture ed i servizi sociali, socio educativi e socio assistenziali devono possedere per essere autorizzati al funzionamento. Costituisce inoltre un atto di esecuzione e di ulteriore specificazione rispetto a quanto previsto nel nomenclatore interregionale degli interventi e dei servizi sociali e nella delibera di giunta avente ad oggetto l’attuazione delle linee guida per la formazione dei nuovi piani intercomunali dei servizi sociali e socio sanitari.
Le norme si applicano alle strutture ed ai servizi sociali, socio educativi e socio assistenziali a gestione pubblica e a gestione privata che, indipendentemente dalla denominazione dichiarata, siano rivolti a minori, per interventi socio educativi e socio assistenziali, nonché integrativi o sostitutivi della famiglia; anziani, per interventi socio assistenziali finalizzati al mantenimento ed al recupero delle residue capacità di autonomia della persona e al sostegno della famiglia; disabili, per interventi finalizzati al mantenimento ed al recupero dell’autonomia della persona, al sostegno della famiglia, all’integrazione scolastica, sociale e lavorativa.
Ancora, riguardano i servizi rivolti alle persone con problemi che necessitano di assistenza continua e che risultano prive del necessario supporto familiare o per le quali la permanenza nel nucleo familiare sia temporaneamente o definitivamente impossibile o contrastante con il progetto individuale; adulti con problemi sociali per i quali la permanenza nel nucleo familiare sia temporaneamente o permanentemente impossibile o contrastante con il progetto individuale; adulti e nuclei familiari che si trovino in specifiche situazioni di difficoltà economica, connesse a forme di povertà, anche temporanee, difficoltà abitative, anche per provvedimenti privativi o limitativi della libertà personale attraverso regimi detentivi; cittadini stranieri immigrati e loro nuclei familiari.
“Sono portavoce –ha detto il sindaco di Stigliano Antonio Barisano – dell’interesse collettivo della mia comunità per la casa di riposo esistente e che si trova nelle difficoltà di accogliere tutte le richieste di ospitalità che arrivano in quanto la norma regionale prevede un massimo di 40 ospiti. Chiedo che venga modificata la legge regionale rispetto ai parametri di sicurezza in base ai quali le stanze doppie non devono essere inferiori a 16 metri quadrati. Nei territori come i nostri – ha aggiunto – che vivono l’isolamento geografico, non è pensabile di sradicare in altri territori queste persone anziane che spesso non hanno neanche più familiari”.
“Il nuovo manuale – ha detto Pino Bruno – contestualizza ciò che si è voluto in questi 15 anni nel socio assistenziale. Potranno essere ammodernati e implementati, lì dove c’è bisogno, i servizi per le comunità. Vengono considerate le macro aree e si parla di immigrati con standard strutturali e del personale. Quando si parla però di esternalizzazione da parte dei Comuni dei servizi – ha aggiunto – bisogna descrivere meglio ciò che le amministrazioni pubbliche possono fare e con quali procedure esternalizzare e ciò anche per meglio favorire l’inserimento lavorativo. Sul versante della disabilità – ha continuato – per noi elemento centrale, bisogna meglio comprendere quali sono le risorse economiche che si mettono a disposizione. Andrebbe fatta poi una riflessione sulle aree interne e sulla formazione professionale dei lavoratori già occupati. Serve infine una omogeneizzazione delle tariffe relative al costo standard dei servizi erogati dalle strutture”.
Per Caterina Salvia e Lina Bonomo rappresentanti di Federsolidarietà Confcooperative “è indispensabile tracciare un percorso tenendo conto delle caratteristiche dell’utenza, considerando uguali tutte le aree, e dare omogeneità al manuale. Le cooperative sociali sono molto avanti rispetto alle figure professionali e si fanno carico di erogare servizi di qualità”.
Sull’argomento sono intervenuti i consiglieri Romaniello, Napoli, Perrino e Lacorazza.
Erano presenti ai lavori oltre al presidente Bradascio (Pp), i consiglieri Lacorazza, Santarsiero, Polese e Miranda Castelgrande (Pd), Perrino (M5s), Romaniello (Gm), Napoli (Pdl-Fi) e Rosa (Lb-Fdi).
Delegazione dell’Alleanza Cooperative Italiane di Basilicata in audizione in quarta commissione consigliare.
Il manuale per l’autorizzazione dei servizi e delle strutture pubbliche e private che svolgono attività socio assistenziali e socio educative è stato l’argomento trattato, ieri 12 gennaio, nel corso della quarta Commissione consiliare (Politica sociale) presieduta da Luigi Bradascio (Pp). Sul provvedimento sono stati ascoltati il presidente dell’Alleanza cooperative sociali italiane (Aci Sociale) Pino Bruno, Caterina Salvia di Legacoop e Lina Bonomo di Federsolidarietà Confcooperative Il manuale definisce i requisiti strutturali, organizzativi e funzionali minimi che le strutture ed i servizi sociali, socio educativi e socio assistenziali devono possedere per essere autorizzati al funzionamento. Costituisce inoltre un atto di esecuzione e di ulteriore specificazione rispetto a quanto previsto nel nomenclatore interregionale degli interventi e dei servizi sociali e nella delibera di giunta avente ad oggetto l’attuazione delle linee guida per la formazione dei nuovi piani intercomunali dei servizi sociali e socio sanitari. La delegazione Aci sociale ha definito positivo l’incontro e ha sottolineato la necessità e l’urgenza dell’istituzione operativa dell’ufficio di piano regionale, senza il quale l’intero sistema di welfare sociale rischia ulteriori indebolimenti. E’ necessario – ribadisce l’Aci – governare la fase transitoria fino all’applicazione del manuale, predisponendo bandi di gara tipo, per evitare disparità e confusioni sul territorio. I rappresentanti dell’Alleanza cooperative sociali di Basilicata, hanno anche sollecitato provvedimenti per l’adeguamento e l’armonizzazione delle tariffe applicate sui servizi di welfare sociale, nonché di definizione delle modalità di affidamento dei servizi da parte della pubblica amministrazione, tenendo conto delle circolari Anac. Modalità – hanno aggiunto i delegati – che devono favorire percorsi di inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. L’Aci sociale, infine, sollecita di velocizzare il percorso per l’accreditamento dei servizi di welfare sociale.