A conclusione delle iniziative che si sono svolte anche in Basilicata per la “Giornata Nazionale del Dialetto”, grazie all’insostituibile impegno delle Pro Loco, lanciamo la proposta di tenere manifestazioni ed eventi simili soprattutto tra le nostre comunità di lucani nel mondo tra le quali il dialetto è più radicato come strumento di identità culturale e di salvaguardia delle radici. Lo sostiene Giovanni Baldantoni da Palazzo Italia Bucarest, quartier generale dell’Associazione Lucani nel Mondo, riferendo che Palazzo Italia ospita durante l’anno numerosi eventi di cultura e di musica popolare che del dialetto è l’espressione più diretta. Come avviene sulla tematica del dialogo religioso e della tolleranza che per Palazzo Italia sarà argomentata dal prof.Pierluigi Vignola responsabile della Missione Cattolica di Amburgo e della Delegazione di Palazzo Italia per la Germania ad Amburgo.
Il dialetto per i lucani come per tutte le comunità che hanno alimentato l’ondata migratoria – continua Baldantoni – è “la lingua del cuore” e, rappresenta un autentico “patrimonio” da rivalutare. L’Italia è la nazione europea più ricca di dialetti. Addirittura, fino a pochi decenni fa gran parte della popolazione parlava solo il dialetto e conosceva poco e male l’italiano. Perciò il nostro dialetto è un patrimonio culturale di straordinario valore. Tuttavia durante i secoli i nostri compaesani o corregionali emigrati al nord oppure all’estero hanno spesso avuto una considerazione negativa dai centri ospitanti, poiché considerati inferiori (nei casi di apprezzamenti gentili) in quanto ritenuti addirittura ignoranti. Per ogni civiltà il dialetto era la lingua materna, cioè la prima lingua: la lingua parlata prima di andare a scuola e fuori della scuola. Grazie a una notevole crescita economica e sociale, a un impegno più incisivo nell’istruzione e alla diffusione della radio e della televisione, oggi quasi tutti (oltre il 95% della popolazione) conoscono e usano l’italiano. Tuttavia questo non vuol dire che il dialetto è scomparso, poiché circa il 50% continua a usarlo. In altre parole circa trenta milioni di Italiani conoscono e usano sia l’italiano sia il dialetto: in relazione alle circostanze o a chi ci si rivolge molti scelgono se usare l’uno o l’altro. Anzi, perfino nella stessa frase spesso ci sono parole o espressioni sia italiane sia dialettali.
Per le comunità dei lucani all’estero inoltre – conclude Baldantoni – il dialetto è il modo per trasmettere il patrimonio di tradizioni alle nuove generazioni che altrimenti con l’omologazione della cultura del Paese ospitante rischiano di andare perdute.
Gen 19