“Memorie & memoriali: pace fatta tra Arno, cielo e terra”, è questo il titolo dell’opera con la quale il maestro Vincenzo D’Acunzo è stato premiato e parteciperà alla rassegna: Mostra nel caffè storico “Giubbe Rosse” di Firenze, per la XXXIV Edizione del “Premio Firenze” 2016.
Il premio è organizzato dal Centro Culturale Firenze-Europa “Mario Conti” e l’artista D’Acunzo, nato a Padula ma tursitano d’adozione, è stato premiato per il secondo anno consecutivo nella sezione Pittura (Arti Visive). L’anno scorso, infatti, la sua opera “Natura morta: composizione di scatole abitate” (in cinque parti), ispirato al centro urbano di Policoro, è stata esposta a Palazzo Bastogi.
Dopo l’opera dedicata al comune lucano del 2015, l’artista tursitano ha partecipato con un progetto in otto parti di dimensione 40×70 cm e composta con tecnica mista in acrilico su tavole e plexiglas. L’opera sarà esposta nello storico caffè fiorentino “Giubbe Rosse”, in piazza della Repubblica n°13, dal 14 al 27 gennaio 2017. Il locale è noto per le mostre d’arte e i caffè letterari internazionali e la mostra resterà aperta tutti i giorni dalle ore 9,00 alle ore 23,00.
Promosso ed organizzato dal Centro Culturale Firenze-Europa “Mario Conti, l’importante premio è patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Comune di Firenze, Automobile Club Firenze. Quest’anno, per ricordare il cinquantesimo anniversario dell’alluvione del capoluogo toscano, il Premio aveva come tema proprio “Firenze e l’alluvione”.
Per il maestro D’Acunzo: “L’opera rientra nella nuova avventura tecnica in cui l’uso del plexiglas è riapparso nella struttura e nel contenuto dopo circa 14 anni di assenza, in questo caso costituiscono l’Arno e il cielo, elementi apparentemente estranei e freddi ma pronti ad intervenire quando l’uomo pensa di aver dominato la natura ingabbiandola”. E dato che quest’anno si è aperta una voragine sul Lungarno che ha provocato danni per diversi milioni di euro, l’opera si intitola “Pace fatta tra Arno cielo e terra”. Ma la cosa che colpisce della nuova opera dell’artista è la ripresa del solco dell’arte “sperimentale”, con una nuova e continua ricerca che ritorna ad essere parte importante del suo percorso creativo, in evoluzione ma coerente con le sue origini degli anni ’70.
Note biografiche del maestro Vincenzo D’Acunzo
Nato a Padula, in provincia di Salerno, nel 1950, vive e lavora a Tursi, in provincia di Matera. Ha allestito dal 1973 mostre personali e partecipato a manifestazioni artistiche, ricevendo lusinghieri riconoscimenti nazionali ed internazionali. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private. Dopo circa trent’anni dedicati alla ricerca, approda all’arte sacra e nel 2008, per la cattedrale diocesana dell’Annunziata di Tursi esegue gli ovali dei quattro “Evangelisti” (utilizzati anche da mons. Belfio di Udine, per la copertina dei quattro testi di riflessioni evangeliche). Per il soffitto della stessa chiesa, nel dicembre 2010, ha dipinto “L’Incoronazione della Beata Vergine” (mt 4,05×2,53), e nello stesso anno ha svolto il Tour d’arte “Equilibrio sopra la follia” (durato circa sei mesi). Dal 2011 ha avviato collaborazioni con scrittori, saggisti e storici per illustrazioni e copertine di libri, operando con gli stessi autori un confronto tra letteratura e pittura. Nel 2013, con il polittico realizzato a forma di croce “Il Battesimo di Gesù” (cm 110 x cm 200), completa il lavoro artistico nella Cattedrale di Tursi. Sempre nel 2013 ha realizzato “Padula è Gerusalemme”, tre pannelli acrilico su tavola, per la chiesa dell’Annunziata di Padula. Nel 2014, altre due grandi opere per la chiesa Buon Pastore di Policoro: “La Pentecoste” (pala d’altare cm 350 x 180) e “Giovanni l’Evangelista” (cm 160 x 110). Nel 2015 è tra i 15 finalisti del “XXXIII Premio Firenze 2015”, con “Natura morta: composizione di scatole abitate” (in cinque parti), un soggetto nato da un lavoro di ricerca su Policoro. Nel 2016 completa l’arricchimento artistico della chiesa Buon Pastore con i tre Evangelisti Luca, Marco e Matteo.