Tra gelato, pane, caffè e pasticceria,coppette e prodotti dolciari c’è un mondo che solo nel Belpaese produce un business artigianale miliardario in cui il made in Italy è il benchmark nel mondo. In Italia ci sono 39mila attività che servono gelato ai clienti, un record anche in termini di occupazione con 150mila addetti. Con questi dati – e soprattutto quelli delle presenze di operatori ( 208.472, più +3,5%), con un’importante crescita estera salita a 41.827 presenze (+29%) da 170 Paesi – è calato il sipario sulla 38esima edizione di Sigep a Rimini.”Sigep – commenta Lorenzo Cagnoni, presidente di Ieg-ItalianExhibition Group (società nata meno di tre mesi fa dall’integrazione tra la Fiera di Rimini e quella di Vicenza) – è la risposta migliore che un salone può dare al mercato e al territorio. E’ stata un’edizione straordinaria, a conferma che la scelta d’investire sui saloni leader è vincente. IEG proseguirà su questa strategia e, in connessione con tutti gli organismi istituzionali che agevolano le relazioni internazionali, fornirà al mercato nuove frontiere di crescita. Un’annotazione sul territorio: è importante che sia così diffusa la soddisfazione degli operatori economici ed è la riprova di quale potente volano siano queste manifestazioni, tanto più in un frangente ancora complicato”. Ma se la parola d’ordine è naturale, in tutto e per tutto e l’altra caratteristica è la fantasia, Rimini è stato l’osservatorio delle nuove tendenze del mangiare fuori casa.Ne sanno qualcosa due coppie di ristoratori innovativi – Enzo e Silvia, Domenico e Federica che a “La nuova Tramontana” di Villa Verrucchio, a due passi dalla capitale romagnola dell’edonismo a tavola, sperimentano cene per ogni target ed esigenza del mangiare bene nel divertimento, dai giovanissimi ai meno giovani della terza età. Due gli ingredienti – dice Enzo Ingrosso – che non possono mancare: genuinità e tipicità di prodotti direttamente scelti dal contadino e piatti gustosi con occhio ai prezzi; eventi musicali di attrazione ed intrattenimento perchè al ristorante non si va più solo per mangiare, piuttosto per socializzare. E la sperimentazione non finisce mai: dal ballo latino-romagnolo, alla musica dei dj, al cabaret passando per piadina e strozzapreti salsiccia e funghi, in un’atmosfera di sano divertimento in famiglia.
Ma è soprattutto il dolce artigianale italiano protagonista delle feste sulle tavole di tutto il mondo. 5,6 miliardi di euro: questa la stima della spesa italiana per i dolci artigianali sviluppata durante le feste natalizie. Quanto al pane artigianale (quello di Matera è un simbolo): 137 miliardi il mercato nell’UE, Italia al quarto posto. L’Italia è in netta controtendenza rispetto all’Europa: il pane fresco artigianale è sempre molto presente sule tavole degli italiani, nonostante la crisi dei consumi, l’attenzione al regime dietetico e le abitudini alimentari sempre più caratterizzate da tempi ristretti e pranzi fuori casa.
«Il 2016 si chiude per noi produttori di ingredienti e semilavorati con tassi di crescita del 6-7% e forse anche oltre – stima Fabrizio Osti, presidente del gruppo Gelato di Aiipa-Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari – e prevediamo un 2017 sugli stessi ordini di grandezza». Merito di un mercato domestico in cui la gelateria continua a rappresentare un attività-rifugio familiare redditizia in epoca di crisi economica e dove il meteo estivo ha aiutato i consumi, peraltro sempre più destagionalizzati. «Ma è merito soprattutto di un forte incremento della domanda estera – spiega Osti – che assorbe i due terzi dei 500 milioni di fatturato del comparto. Il format della gelateria all’italiana, dalle macchine agli ingredienti, sta conquistando non solo il Sud-Est asiatico, ma anche il Centro Africa».
Gen 26