“E’ di 2 milioni e 70000 euro la nuova perdita fatta registrare dalla Regione Basilicata nell’ultimo semestre dell’anno scorso per effetto dei contratti in derivati stipulati dall’ente di Via Verrastro nel 2006, con un saldo negativo per la Regione, al 31 dicembre 2016, di ben 40 milioni e 472mila euro”.
A dichiararlo Michele Napoli, Presidente del Gruppo Consiliare “ Forza Italia che sottolinea come “ i derivati sono in molti casi delle autentiche fregature ammantati con nomi inglesi quali swaps, interest rate o bullet, che, guarda caso, vuol dire proiettile e che colpiscono le casse già di per se disastrate degli enti locali”.
Esattamente quello che è successo alla Basilicata che nonostante le ingenti perdite finanziarie subite e nonostante le osservazioni e i rilievi puntualmente formulati della Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti di Basilicata non è riuscita a mettere in campo alcuna azione in grado di farci uscire da una gabbia che ha finito per incastrare e dissanguare sempre e solo la nostra regione.
Se la Giunta Regionale, prosegue Napoli, avesse dato corso agli impegni assunti in Consiglio successivamente alla proposizione di una nostra mozione nel maggio del 2015,ultima tappa di una battaglia sui derivati che conduciamo sin dal 2010, avremmo potuto risparmiare qualcosa come 4 milioni e 256 mila euro, che è la perdita fatta registrare dal massimo ente lucano nell’annualità 2016.
Eppure quella mozione fu approvata in Consiglio Regionale all’unanimità.
Quindi, per usare una espressione in voga ai tempi della cosiddetta “Prima Repubblica”, le forze politiche dell’intero arco costituzionale avevano chiesto al governo regionale di agire quanto prima per risolvere il nodo derivati.
Completamente diverso il comportamento di altri enti locali: Emilia Romagna, Puglia, Calabria, Lazio, Friuli Venezia Giulia e Toscana hanno sfruttato ogni possibilità per liberarsi dei derivati, il Comune di Prato ha intentato il contenzioso proprio con DexiaCrediop, lo stesso contraente della Regione Basilicata, presso l’Alta Corte di giustizia inglese, che ha dichiarato la nullità dei contratti in derivati sottoscritti da Prato, consentendo a quel Comune di evitare il dissesto finanziario e di presentare alla banca DexiaCrediop un conto di interessi e danni di quasi 5 milioni di euro.
Recentemente il Tribunale di Milano, con sentenza del 25 ottobre 2016, ha dichiarato nullo il contratto stipulato dal comune di Jesi nel 2005 con la banca Unicredit ed ha condannato l’istituto di credito a restituire le somme percepite,comprensive degli interessi e a risarcire 1,2 milioni di euro indebitamente ricevuti dal Comune marchigiano.
Mirabili esempi di come una amministrazione riesca a porre rimedio a decisioni, la stipula dei derivati, prese alla cieca, o quasi.
Gen 27