Giovanna Stefania Cagliostro, ora prefetto a Lucca, è stata destinata dal Consiglio dei ministri a svolgere le funzioni di prefetto di Potenza. Prende il posto di Marilisa Magno, nominata prefetto di Bari.
Nel quadro del movimento dei prefetti deciso dal Consiglio dei ministri, cambiano anche quelli di Napoli e Bari. A Napoli arriva Carmela Pagano, ora prefetto a Bari, al posto di Gerarda Pantalone, nominata capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. Nel capoluogo pugliese, in sostituzione di Pagano, si insedierà Marilisa Magno, già prefetto a Potenza.
“La dottoressa Marilisa Magno, prefetto di Potenza, lascia l’incarico per la nuova sede di Bari. Desideriamo ringraziare il prefetto per il l’impegno concreto e il lavoro svolto con le istituzioni locali, a partire da Regione, Anci, Upi e le parti sociali, sul terreno dell’accoglienza dei richiedenti asilo, in generale dei migranti ed in particolare della lotta al caporalato. Assieme al prefetto di Matera Antonia Bellomo, impegnata con la stessa passione e professionalità, sono stati centrati alcuni obiettivi relativi all’accoglienza diffusa e alla lotta al caporalato prima con la stipula delle intese sui flussi, i parametri comunali, i lavori utili e le attività programmate per l’inclusione ed il primo protocollo anticaporalato in italia”. Lo dichiara Pietro Simonetti, coordinamento Politiche migranti e rifugiati Regione Basilicata.
“La Basilicata, che ora ospita 2800 richiedenti asilo, minori non accompagnati compresi, è la regione italiana che con 65 comuni, la metà dei municipi lucani, con la più estesa accoglienza diffusa. Anche sul terreno dei livelli occupazionali dei migranti si sono colti dei risultati: nel 2016 sono risultati residenti oltre 21 mila stranieri mentre hanno lavorato circa 44 mila migranti, in gran parte in agricoltura e nel ciclo delle costruzioni, il resto nel lavoro di cura. Nel 2016 è stato bonificato e smantellato il ghetto di Boreano e programmati gli interventi contenuti nel protocollo attuativo anticaporalato.
Anche l’occupazione nel comparto dell’accoglienza è cresciuta fino 550 operatori mentre sono in corso le attività organizzazione delle misure formative per i mediatori, lavori utili e tirocini anche per velocizzare le richieste di riconoscimento della protezione internazionale dei migranti richiedenti che non sono affatto ‘clandestini’”.