“Abbiamo la necessità di affrontare argomenti, come la bonifica dei siti inquinati, probabilmente con strumenti più efficaci, perché qui stiamo parlando di un’area che dal 2003, tredici anni or sono, è stata individuata come zona da inserire nel perimetro dei siti a grave rischio ambientale da caratterizzare e da bonificare, e in questi tredici anni siamo ancora agli impegni giuridicamente vincolanti, ma le questioni gravi di un sito chimico inquinato per migliaia di ettari, dove ci sono falde acquifere e ci sono ancora resti di attività industriale, ci sono attività agricole, ci sono insediamenti umani, non sono state ancora risolte”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (Cor) in merito alla risposta ricevuta dal sottosegretario all’Ambiente, Silvia Velo, all’interrogazione presentata per sapere le iniziative del Governo volte al risanamento ambientale della Val Basento, in provincia di Matera. “Non è possibile che lo Stato si arrenda di fronte a un clamore di questa portata. Oltre che il racconto degli atti fatti, resta, quindi, la delusione. Se ci sono queste gravi lentezze e queste incapacità di raggiungere gli obiettivi, il Governo ha gli strumenti per intervenire, per sostituirsi, perché non siamo in presenza di una questione burocratica, che si può chiudere un anno prima o un anno dopo. Siamo in presenza di fonti di inquinamento che continuano a danneggiare le matrici e le persone che gravitano attorno a queste matrici. Peraltro, oltre al danno ambientale, tuttora presente, perché lì ci sono delle matrici che sono stati inquinate e che continuano a rilasciare nel tempo i loro problemi, c’è una crisi che si manifesta anche sul piano produttivo. Questa è un’area a declino produttivo, perché era un polo chimico. Se non vengono disinquinate queste aree e rilasciate, nessun progetto di reindustrializzazione potrà mai realizzarsi; quindi, c’è un danno ambientale e c’è un danno sociale, economico e produttivo su un’area che pure è stata inserita in tutte le carte della programmazione per essere un’area a rilancio e a ripresa produttiva. Quindi, noi facciamo un danno enorme, è il segno di un’incapacità dello Stato, nelle sue articolazioni, di fronteggiare i suoi doveri”.
Feb 07