Riceviamo e pubblichiamo un intervento del professore Emanuele Giordano che analizza il frequente rapporto che si è instaurato nel corso dei secoli tra le popolazioni di Puglia e Basilicata e le popolazioni provenienti dal prospiciente versante Balcanico o dal frequentato bacino del Mediterraneo orientale. Le riflessioni arrivano a seguito della manifestazione “Dalle Strade del Cuore alle parole allegre: Puglia e Basilicata”, promossa il 29 gennaio scorso dal “Museo della Diaspora Ellenica” in collaborazione con l’amministrazione di Nea Filadelfia, centro poco conosciuto nei dintorni di Atene, ma che ha, per altro verso, acquisito notorietà perché sede della Società Polisportiva dell’AEK, rappresentata da una squadra di calcio tra le più gloriose del massimo campionato ellenico. Di seguito la nota integale.
Giordano: Dalle rive delle Nera alle coste dell’Egeo: riflessi di legami arcaici e recenti nei confronti di Puglia e Basilicata.
Le sponde adriatiche e ioniche di Puglia e Basilicata hanno rappresentato fin da epoche remote un approdo naturale e privilegiato per le popolazioni provenienti dal prospiciente versante Balcanico o dal frequentato bacino del Mediterraneo orientale.
Per una pur rapida riprova di questa affermazione, è sufficiente volgere l’attenzione alle numerose affinità che si rinvengono, per esempio, sia tra la toponomastica pugliese e quella del litorale slavo o tra le particolarità della fonetica e del lessico dei dialetti apulo-lucani e i riflessi della tradizione culturale greco-bizantina.
Il nome della città Bari in Puglia ha un suo immediato corrispettivo nell’appellativo Antivari in terra montenegrina; la denominazione stessa del mare che lambisce le due coste affrontate: Adriatico, in italiano, suona Jadro in ambito slavo, evidenziando anche una particolarità fonetica (la j- che precede la vocale iniziale del nome) assai vivace in molti dialetti di Puglia e Basilicata (p. es. jè per ‘è’, jugghj per ‘olio’, jacqu per ‘acqua’); senza tralasciare i flussi migratori di individui dall’Albania, insediatisi in alcuni centri di Puglia e Basilicata (le colonie arbereshe di Casalvecchio di Puglia, Chieuti, in Provincia di Foggia, San Marzano di San Giuseppe, in Provincia di Taranto, e Barile, Ginestra, Maschito, San Costantino Albanese, San Paolo Albanese, in Provincia di Potenza).
Per non parlare della rilevanza storica, educativa e culturale esercitata dalla presenza greca in gran parte dell’Italia Meridionale dall’epoca magno greca al periodo bizantino, con lo straordinario retaggio sociale, filosofico e linguistico, quest’ultimo diffuso e vivo nelle varietà locali del Sud della Penisola, e la complessa condizione delle colonie alloglotte del grico salentino e del romaico nella provincia di Reggio Calabria.
Si delinea così un suggestivo orizzonte, in cui si collocano anche personaggi e avvenimenti, che ai nostri giorni o in anni di un passato non lontano, riannodano e rinnovano quella naturale e consolidata vicinanza.
Sotto questo punto di vista, una interessante iniziativa si è svolta grazie all’impegno e all’entusiasmo di Sotiris Bekakos, un giovane studioso del Pireo, che ha soggiornato per alcuni anni nelle nostre province; ha compiuto il percorso di studi accademici nelle Università di Puglia e Basilicata, conseguendo prima la Laurea in Lettere Classiche presso l’Università del Salento e, successivamente, il Diploma di Specializzazione per l’Insegnamento negli Istituti di Istruzione Secondaria presso l’Università della Basilicata. Ha, infine, completato in patria la sua formazione di studio e ricerca con il Dottorato acquisito nell’Università “Aristoteles” di Salonicco, approfondendo alcune questioni di ordine storico-linguistico in merito ai rapporti tra alcuni dialetti apulo-lucani e le parlate locali delle regioni elleniche.
Non dimentico delle comuni radici e tradizioni, sempre animato da curiosità e sostenuto dalla acquisita preparazione, ha organizzato la manifestazione “Dalle Strade del Cuore alle parole allegre: Puglia e Basilicata”, che ha avuto luogo il 29 gennaio scorso ed è stata promossa dal “Museo della Diaspora Ellenica” in collaborazione con l’amministrazione di Nea Filadelfia, centro poco conosciuto nei dintorni di Atene, ma che ha, per altro verso, acquisito notorietà perché sede della Società Polisportiva dell’AEK, rappresentata da una squadra di calcio tra le più gloriose del massimo campionato ellenico.
L’incontro, suddiviso in due sezioni coordinate da Sotiris Bekakos, ha compreso interventi di carattere storico, dialettologico e folkloristico proposti da studiosi e cultori locali di varie discipline. Testimonianza della continuità di affetti e di interessi verso le Terre di Puglia e Basilicata, che il giovane studioso pireota ha trasmesso ai suo connazionali, è stata la proiezione del cortometraggio sul Monachesimo greco in Basilicata, realizzato dal materano Gianni Maragno e per il quale il Bekakos ha curato il commento e la traduzione sottotitolata in greco.
Le condizioni della provincia di Matera nei difficili anni del II Conflitto Mondiale permettono di riportare alla memoria le vicissitudini di un personaggio, che, per provenienza e formazione, aggiunge un ulteriore tassello alla ricordata continuità tra i territori europei orientali e la Basilicata.
Si tratta di Valentino Dubossarsky-Grossmann, apolide di origine russa, di razza ebraica ma convertito al cattolicesimo; sulla base di opportune convenzioni si laureò in Medicina presso la Regia Università di Pavia, abilitandosi successivamente nell’Ateneo di Torino. A causa delle sue origini fu internato insieme alla moglie ed ai due figli minorenni nel comune di Ferrandina. Lì ottenne di poter esercitare la professione di medico-chirurgo anche se limitatamente alle ore diurne. Ancora oggi questa figura di medico è ricordata con affetto da quanti hanno usufruito delle sue cure.
Sulla sua complessa e contraddittoria figura di uomo e di medico una gran mole di materiale documentario è stato raccolto dallo studioso materano Gianni Maragno, facendo rilevare come in quegli anni un altro centro della provincia fosse destinato a ‘campo di concentramento’: Stigliano. Su questa base il saggio in lingua russa sul Dubossarsky-Grossmann, a cura del Prof. Mikail Talalay esperto sulla presenza russa in Italia, che ha ulteriormente seguito le tracce del medico ebreo russo in Basilicata, Lombardia e Sardegna. La presentazione si è tenuta a Mosca a cura dello stesso Prof. Talalay il giorno 27 gennaio scorso, in una miscellanea dedicata alla diaspora russa.
Il Prof. Talalay e Gianni Maragno sono impegnati, inoltre, in un lavoro più complesso sulle vicende di Ferrandina che ha assistito, negli anni della presenza del medico russo nella cittadina, alla morte violenta, e non ancora ben chiarita, di due Sindaci.
L’appropriata conoscenza di questo personaggio mette in luce una singolare coincidenza: dopo Levi – a Grassano prima e ad Aliano poi – un altro medico di “Razza ebraica” fu internato nella Provincia di Matera nel periodo fascista.