Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza(con 9 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp e Udc e 5 voti contrari di M5s, Pdl-Fi e Romaniello del Gm) la “Carta dei Servizi” dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpab).
La Carta dei Servizi e delle attività dell’Arpab definisce e regola le attività istituzionali che l’Agenzia è tenuta a svolgere con riferimento alle matrici aria, acqua, suolo, sottosuolo e rifiuti nonché ai fattori di inquinamento di tipo fisico (radioattività, rumore ed emissioni elettromagnetiche) e biologico nell’ambito delle seguenti attività: prevenzione, monitoraggio e controllo ambientale; supporto tecnico – scientifico; elaborazione dati, informazione e conoscenza ambientale, studio e ricerca applicata; attività istituzionali connesse alla tutela della salute.
Il documento è oggetto di periodico aggiornamento e revisione ed è consultabile all’indirizzo internet www.arpab.it.
“La Carta dei Servizi – si legge nella relazione – è stata sviluppata in considerazione delle attività che allo stato attuale l’Agenzia è in grado di svolgere, in considerazione dell’assetto strutturale ed organizzativo, del personale in organico e delle strumentazioni disponibili. E’, pertanto, da intendersi come un lavoro in progress che subirà delle significative modifiche a seguito delle azioni messe in campo in questi mesi, quali la definizione del ‘Progetto Arpab – Piano delle attività di monitoraggio e controllo da implementare’ che specifica l’insieme delle attività che gli uffici non riescono a svolgere per carenza di personale o strumentale, l’adozione del ‘Piano Industriale (Masterplan)’ per il finanziamento delle azioni di potenziamento del personale e della strumentazione e la realizzazione del relativo progetto esecutivo”.
Sempre a maggioranza (con 11 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp, Udc, Psi e Pace del Gm, 4 voti contrari di M5s e Pdl-Fi e 1 astensione di Romaniello del Gm), l’Assemblea ha approvato l’assestamento generale del bilancio di previsione 2016 del Parco regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane. La manovra prende le mosse dalla rideterminazione del risultato di amministrazione al 31 dicembre 2015, accertato definitivamente con il rendiconto, pari a circa 11 mila euro. Rispetto al bilancio di previsione si registrano maggiori entrate per circa 35,5 mila euro.
L’Aula ha approvato a maggioranza (con 10 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp, Udc, Psi e Pace del Gm, 5 voti contrari di M5s, Pdl-Fi e Romaniello del Gm e 1 astensione di Giuzio del Pd) l’autorizzazione all’esercizio provvisorio per l’anno finanziario 2017 dell’Ater (Azienda territoriale di edilizia residenziale ) di Matera.
Licenziato a maggioranza (con 11 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp, Udc, Psi e pace del Gm, 4 voti contraridi M5s e Pdl-Fi e 1 astensione di Romaniello del Gm) anche l’assestamento del bilancio triennale 2016/2018 – esercizio 2016 dell’Alsia (Agenzia lucana di sviluppo e innovazione in agricoltura). La manovra si basa sulla rideterminazione del risultato di amministrazione al 31 dicembre 2015, accertato definitivamente con il rendiconto, pari a circa 4 mln di euro, di cui circa 3 mln di euro costituiscono la parte vincolata e il resto quella accantonata per crediti di dubbia esigibilità, per residui perenti ed altri fondi. Le maggiori entrate nette ammontano a 28,6 mila euro.
Camere di Commercio, Consiglio regionale approva mozione Napoli
“Impugnare il decreto legislativo n.219/2016 e rappresentare in sede di Conferenza Stato-Regioni l’ipotesi di aggregazione obbligatoria per prossimità territoriali laddove in alcune regioni residui la presenza di una sola Camera di Commercio”
Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (con 14 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp; Pdl-Fi, Udc, Gm, Psi e 2 astensioni di M5s) una mozione proposta dal consigliere Napoli (Pdl-Fi) inerente il decreto legislativo n.219 del 25 novembre 2016 sul riordino e il funzionamento delle Camere di commercio.
Con il documento si chiede l’impegno del Presidente e della Giunta regionale “a procedere all’impugnativa, dinanzi alla Corte Costituzionale, del decreto legislativo n.219/2016 nella sua interezza e con specifico riferimento all’art.1, comma 1 lett. R) n.1 punto i), all’art.3, comma 4 all’art.4, comma 6, per violazione degli articoli 76, 77 primo comma, 117 terzo e quarto comma, 118 Costituzione e per violazione del principio di leale collaborazione ovvero ad aderire alle impugnative già proposte dalle altre amministrazioni regionali”. Chiesto l’impegno, altresì, “a rappresentare, in ogni caso, anche in sede di Conferenza Stato-Regioni, e al fine di scongiurare la scomparsa di alcune Unioni regionali delle Camere di Commercio, l’ipotesi di aggregazione obbligatoria per prossimità territoriali e/o funzionali laddove in alcune regioni, a seguito della riforma, residui la presenza di una sola Camera di commercio regionale”.
Crisi occupazionale Rendina Ambiente, sì a mozione Leggieri
“Si istituisca un tavolo di concertazione presso la Regione Basilicata per discutere della situazione con la partecipazione delle parti sociali interessate”
La crisi occupazionale alla società “Rendina Ambiente srl” al centro di una mozione approvata, oggi, dal Consiglio regionale a maggioranza (con 11 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp, M5s, Udc, Psi, Gm e 1 astensione di Napoli del Pdl-Fi)su proposta del consigliere regionale del Movimento cinque stelle Gianni Leggieri.
Con il documento si impegna il presidente della Giunta regionale e l’assessore competente, “a istituire un tavolo di concertazione presso la Regione Basilicata per discutere della situazione occupazionale della azienda in questione con la partecipazione delle parti sociali interessate; a predisporre le misure necessarie ed idonee per la riqualificazione della forza lavoro e al reinserimento nel mondo del lavoro nel caso di licenziamenti da parte della ‘Rendine Ambiente srl’”.
“Nella frazione San Nicola di Melfi, a seguito degli accordi che hanno portato alla realizzazione dello stabilimento Fiat (oggi Fca), nei primi anni ’90, è stato realizzato anche l’inceneritore noto come ‘Fenice’. Da circa 2 anni – è scritto nella mozione – assistiamo ad un vero e proprio ricatto occupazionale da parte della società ‘Rendine Ambiente srl’ che oggi risulta essere proprietaria dell’azienda. Già nel corso del 2015 i lavoratori di ‘Fenice’ sono stati costretti a firmare un contratto di solidarietà imposto di fatto dalla proprietà con la scusa di una crisi economica della stessa. I lavoratori si trovano in una situazione di particolare debolezza e sottoposti al ricatto occupazionale, senza alcuna tutela e garanzia. Nonostante tale situazione molti di loro hanno dimostrato in questi anni grande coraggio denunciando la situazione assurda in cui erano chiamati ad operare e le violazioni dell’azienda. Oggi, tali soggetti si trovano di fronte al rischio di nuovi licenziamenti e sono sottoposti alle continue minacce dell’azienda che ancora non ha chiarito cosa intenda fare nel futuro”.
Consigliere regionale Gianni Leggieri (M5S): “Approvata la mozione sulla Crisi occupazione della Rendina Ambiente per l’istituzione di un Tavolo di concertazione presso la Regione Basilicata e la riqualificazione della forza lavoro”.
Da oltre un anno assistiamo a un braccio di ferro tra la Rendine Ambiente srl, società proprietaria di quello che è conosciuto come l’inceneritore Fenice di San Nicola di Melfi e i lavoratori. Si tratta di un braccio di ferro che riguarda le condizioni lavorative e i contratti. Attualmente, infatti, la Rendina Ambiente srl ha “imposto” un contratto di solidarietà, dopo aver usufruito della cassa integrazione e dopo aver provveduto a diversi licenziamenti.
La posizione del MoVimento 5 Stelle rispetto all’inceneritore Fenice è nota a tutti ed è fortemente critica, ma ciò non toglie che siamo dalla parte dei lavoratori e abbiamo il dovere di occuparci del loro futuro e delle loro famiglie. Non sono solamente le condizioni di lavoro a preoccuparci, ma più in generale la situazione di crisi che l’azienda richiama periodicamente per giustificare licenziamenti e l’utilizzo di strumenti contrattuali che penalizzano gli operai.
I lavoratori temono per il loro futuro e chiedono un intervento della politica e la politica non può rimanere indifferente. Non abbiamo assolutamente pensato a interventi di tipo assistenziale ma abbiamo ritenuto doveroso impegnare la Giunta Regionale a istituire un Tavolo di concertazione presso la Regione con la partecipazione di azienda e lavoratori per discutere della situazione occupazionale. Allo stesso tempo, con la stessa mozione abbiamo chiesto alla Regione di predisporre tutte quelle misure necessarie ed idonee alla riqualificazione della forza lavoro già oggetto di provvedimenti di licenziamento ed eventualmente di quella che dovesse subire stessa sorte.
“Basilicata 2019, le Vie del futuro”, sì a mozione Lacorazza
Con il documento si chiede al presidente della Regione di “promuovereun Piano straordinario di completamento, ammodernamento, manutenzione e messa in sicurezza dell’intero reticolo viario della regione”
Un investimento pianificato ed organico sulla viabilità statale, provinciale e comunaledella regione. E’ questo, in sintesi, l’impegno chiesto al presidente e alla Giunta regionale con una mozione, proposta dal consigliere Lacorazza (Pd) e approvata, oggi, a maggioranza (con 11 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp, Pdl-Fi, Udc, Gm e Psi e 2 voti contrari dell’M5s).
Con il documento si chiede “di attivare una ricognizione puntuale circa l’entità delle risorse da poter reperire; di verificare se le risorse stanziate per i nove interventi immediatamente cantierabili di cui alla Dgr 512/2014 sono sufficienti per il completamento degli stessi; di avviare la cantierabilità anche degli interventi per i quali sono state destinate risorse per la sola progettazione (Murgia-Pollino, tratta Gioia del Colle-Matera; SS 95, costruzione svincolo abitato Tito in località Nuvolese; SS 95, adeguamento svincolo Satriano; Salerno-Potenza-Bari, I tronco Valico di Pazzano – collegamento SS 407-SS 96 bis; Murgia-Pollino, tratta Matera –Ferrandina-Pisticci)”.
Con la mozione si chiede, altresì, di “promuovere, unitamente alle amministrazioni provinciali di Potenza e Matera, la predisposizione di un Piano straordinario di completamento, ammodernamento, manutenzione e messa in sicurezza dell’intero reticolo viario di competenza delle stesse, individuando risorse adeguate a finanziare nei prossimi 5 anni l’indispensabile programma di investimento onde scongiurare il collasso dell’intera rete stradale infraregionale; di costituire un fondo attraverso cui i comuni possano per priorità ed emergenze attingere manutenzioni della viabilità comunale”.
Ex clinica Luccioni, si a mozione di Romaniello.
Con il documento si auspica la piena attuazione della legge regionale n. 51/2015 sull’adeguamento delle strutture sanitarie private e si invita l’azienda al ritiro immediato dei licenziamenti e l’Asp a favorire il prosieguo dell’attività
Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (con 8 voti favorevoli di Cd, Pp, Pdl-Fi, Gm e dei consiglieri Cifarelli, e Spada -Pd e tre astensioni dei consiglieri Giuzio, Lacorazza e Robortella -Pd) una mozione proposta dal consigliere del Gruppo misto Giannino Romaniello che chiede il ritiro immediato della procedura di licenziamento avviata presso l’Istituto Clinico Lucano Clinica Luccioni, la piena attuazione della legge regionale n. 51/2015 sulle norme in materia di adeguamento delle strutture sanitarie private e la collaborazione dell’Asp “finalizzata al prosieguo dell’attività della clinica nelle more dell’attuazione del programma di trasferimento” della struttura.
Con il documentosi impegna la Giunta regionale anche “a verificare il pieno rispetto dei tempi sia da parte dell’azienda che di tutti gli altri organi competenti”, considerato che, in base all’art. 1, comma 4, della legge regionale n. 51/2015, entro il 28 febbraio 2017 dovrà essere completata la procedura di trasferimento dell’ex Clinica Luccioni “a seguito delle acclarate difficoltà a realizzare nella sede attuale i necessari ed indispensabili adeguamenti agli standard previsti dal decreto ministeriale n. 70/2015”.
“A seguito dell’attuazione di quanto previsto al comma 6 della citata legge, sono stati evidenziati rilievi da parte dell’Asp che hanno determinato la sospensione dell’autorizzazione”, si legge ancora nella mozione, con la quale si invita l’Istituto Clinico Lucano Clinica Luccioni “al ritiro immediato della procedura di licenziamento in atto, al fine di favorire un clima di leale confronto, finalizzato a costruire tutte le premesse per il trasferimento della struttura e dare piena attuazione al dispositivo di legge nonché al totale rispetto di tutto quanto previsto dal decreto ministeriale n. 70/2015, dal contratto collettivo nazionale di lavoro e dalla norma di cui alla legge n. 161/2014 attuativa della direttiva europea 2003/88/CE del 4 novembre del 2003 sugli orari di lavoro”.
Con il documento si invita infine l’Azienda sanitaria di Potenza “a favorire ogni forma di collaborazione, fermo restando il rispetto di leggi e contratti, finalizzata al prosieguo dell’attività nelle more dell’attuazione del programma di trasferimento”.